Ustica sape

Ustica, via tre mulini


Via tre mulini
Ustica. Via tre mulini

Faraglioni e attracco alternativo visti dalla falconiera – Rivellino


Faraglioni e attracco alternativo visti dalla falconiera - Rivellino
Ustica, faraglioni e attracco alternativo visti dalla falconiera – Rivellino

Comune di Ustica, Ordinanza sindacale divieto balneazione in prossimità del depuratore comunale dal 03-08 al 13.08.2017

Adesso basta!… Oltre ad aver toccato il fondo, averlo raschiato  tanto da bucarlo… adesso basta!
Andatevene tutti a casa la vostra amministrazione ha procurato un danno irreparabile all’Isola e alla Sua gente. 

La Capitaneria di Porto e gli Organi di Controllo Ambientale hanno concesso il Nulla Osta?…

Download (PDF, 618KB)

Al Villaggio Letterario di Punta Spalmatore di Ustica presentate le opere dell’artista contemporaneo Giacomo Rizzo


Esistono molte terre, così come esistono molte isole, mentali e reali. L’insularità non è più solo una condizione geografica di separazione, è anche una condizione mentale e sentimentale che nasconde un’ambiguità dell’anima e della diversità tra il senso del lutto e della luce, tra il teatro del sole e il buio della tragedia. Allo stato attuale questa condizione va oltre il significato strettamente geografico, perché i linguaggi contemporanei attraversati dalla globalizzazione del pensiero hanno dato vita a nuove condizioni e a nuovi territori e approdi, metaforici e reali, da dove poter partire, poter tornare e restare. Il linguaggio dei luoghi e delle persone è oggi più che mai mescolato, plurale, composto da elementi di transitorietà che si fondono ad altri aspetti della cultura del territorio, nella continua I temi del viaggio, della terra, come la continua corrosione delle sue coste, plasmate dal vento e dell’acqua, lo stesso le persone cambiano  i sentimenti, le passioni che mutano o si deteriorano. I soggetti si intrecciano all’interno di un percorso espositivo transdisciplinare di installazioni site specific, tra la scultura di Giacomo Rizzo e la musica, il video, la fotografia, la performance, l’archeologia, l’antropologia e la letteratura. La politica culturale dello scambio di informazioni, della condivisione e dell’interazione, determinando un work in progress artistico, estetico e virtuale che darà spazio ad un concetto identitario più ampio in rapporto all’idea di mappa e di territorio.

Qualcosa sull’attitudine di artista/scultore:

“Mi piace catturare lo spirito delle cose, sottrarle al loro contesto, ridare loro una nuova vita. Per questo motivo ho dedicato gli ultimi anni della mia ricerca, con rigore analitico e quasi religioso, alla riflessione sulla pratica della scultura. Ho lavorato nel riprodurre frammenti di natura come tronchi, campi arati e in special modo brani di monti “sacri”.Questo mio tentativo di voler presentare -e non rappresentare- frammenti di natura mi ha portato a confrontarmi, tramite una mia opera, “Respiro” (2014/2015), con Monte Pellegrino, la montagna “sacra” di Palermo, città dove vivo e opero. La scultura è il calco di un frammento del pendio che decontestualizzata, guarda in direzione del mare e che ho poi trasformato, con una speciale armatura e struttura, in un elemento fruibile nello spazio in cui la sensibilità pittorica, di monocromo e disegno tra la dimensione

geometrica e informale è molto evidente. Quest’ installazione, gesto scultoreo, è stata poi collocata su una spiaggia a Castel di Tusa presso la Fondazione Fiumara d’Arte, evento ideato e promosso dal Museo d’Arte Contemporanea Regionale della Sicilia, Palazzo Riso. Questo mio strappo della natura dalle dimensioni di 300×200 cm in vetroresina, era direzionato a mettere lo spettatore di fronte ad una montagna sacra. Considero come madre e padre di una spiritualità sepolta ma mai abbandonata, montagna che cerco di riportare ad una seconda vita in virtù del suo senso religioso, antropologico, culturale, apotropaico”.

 

 

 

 

 

Parentesi della nota critica di Massimo Onofri:

..”Respiro”, l’opera di Giacomo Rizzo  presenta insieme il sospetto intero di quel che fu, una roccia e lo stesso tempo anche il suo contrario.  Leggendo e conoscendo Giacomo in questi giorni, mi sono fatto una idea che sia possibile leggerlo in due modi, uno  “identitarista” e cioè ricondotto alla terra che lo ha generato e cioè la Sicilia, l’altro è il modo in cui l’arte contemporanea pretende per sè “globalista”, e già questa tensione sembrerebbe interessante. Se dovessi scrivere  un paragrafo su di lui, inizierei citando versi  di un poeta arabo siculo: “Sicilia, vuote le mani ma pieni gli occhi del ricordo di lei” (Ibn Hamdis). Quindi un’estetica della nostalgia e della mancanza, che ci consente di muoverci anche coerentemente con la seconda istanza cioè quella globalista…Chi conosce  e frequenta l’arte contemporanea novecentesca siciliana e fa giocare questa scultura con un assioma  del più grande critico e storico dell’arte del novecento Roberto Longhi, il quale diceva e pensava che “ciascun cielo abbia il suo pittore”

… gli strappi riprodotti inseguendo non la crosta del mondo come Rizzo dice contravvenendo una famosa battuta di De Chirico pittore dell’invisibile metafisico. Bisogna superare la crosta del mondo. Qui in  chiave antimetafisica, non la crosta del mondo ma la crosta di questa Isola e quest’opera straordinaria “Respiro” ne è la testimonianza. 

Il fascino straordinario di questo  artista  è che lavora i volumi e le masse che producono scultura in una chiave che è antiscultorea, lo si riscontra anche nel titolo della sua opera “Respiro”. Come si può pensare di rappresentare Respiro attraverso la scultura è una ardita e insolente utopia, tradurre la materia in antimateria. La scultura in antiscultura, la materia in una contromateria. Rizzo lavora per alleggerimento e vaporizzazione, così facendo compie un operazione filosoficamente interessante, perché si inoltra, si addentra e si sporca le mani con la natura, strappa, un trasformare, un contraddire, nel segno di un atteggiamento che sembrerebbe la consacrazione di un materialismo radicale ed invece rappresenta un singolarissimo esempio di neospiritualismo contemporaneo. Per cui quell’astratto che aveva negato con lo sprofondamento della  materia  ritorna come astrazione filosofica, come bellezza pura, come musica, come prosodia, come respiro.  E questo è qualcosa di straordinario e non ho usato a caso questi termini: prosodia, musica respiro, quanto di più antimaterico si possa dare, e Rizzo lo fa da scultore. Sono davvero impressionato da questo lavoro…

 

 

 

Ustica, sbarco passeggeri con passerella


Ustica, sbarco passeggeri con passerella
Ustica, sbarco passeggeri con passerella

Collegamenti marittimi regolari oggi da e per Ustica


Aforismi, Citazioni, Proverbi… del giorno


???????

Cu do sceccu ni fa mulu u primu cauciu è do so.
Chi cerca di fare mulo un asino subisce il primo calcio

Buon Compleanno


AuguriA  Matteo Tranchina  i Migliori
Auguri di Buon Compleanno