Ustica sape

Zona ex Acquario


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COMMENTO:

Dalla California Agostino Caserta

Io la chiamerei “Caletta” per come e’ sempre stata chiamata e non Caletta Santoro. Ho tutto il rispetto per il sig. Santoro che ho conosciuto e di cui ricordo che guido’ una vespa ad Ustica per 20 o piu’ rassegne quando veniva con lo staff da Palermo durante le manifestazioni e dalla quale era inseparabile e concordo con G.nni Martucci sul futuro dello scivolo. Il sig. Santoro fu quello che durante qualche Rassegna vicino lo scivolo si vide piu’ di altri ( sempre con la vespa ! ) dopo di che tutto fu abbandonato. In realta’ il tutto fu un completo aborto, finanziato con i soldi dei contribuenti chissa’ per quale motivo perche’ non venne mai usato mai, mai. E ancora si piangono le conseguenze. Penso sinceramente che la parola Santoro dai buonpensanti non dovrebbe essere usata perche’ in realta’ non fa altro che ricordare a tutti di un’altra “OPERA RUDERE” fallimento che e’ davanti gli occhi di tutti. Ad Ustica purtroppo ci sono pochi punti di balneazione, questa e’ una fra le piu’ belle e continuare a tenerla deturpata non e’ producente. Sarebbe bene provare anche di correggere le strane abitudini ( di toponomastica ) mentre si e’ in tempo.

 


Da Ustica Giovanni Martucci

SCIVOLO EX ACQUARIO Bella vista ma non per la struttura in primo piano che offre un’immagine di degrado ed abbandono. Mi riferisco allo scivolo antistante l’ex acquario presso la caletta Santoro, raffigurato nella foto. Sento dire da più parti, a ragione, che il cemento deturpa la natura e che nella nostra isola bisogna limitarne l’uso e su questo concetto, personalmente, sono perfettamente d’accordo. Ma, se un manufatto realizzato dall’uomo, che è anche lui creatura della natura, esiste da tanti anni ed è stato ridotto dalle mareggiate allo stato che vediamo nella foto, ritengo che debba essere soggetto a ripristino e a successiva periodica manutenzione, sia perché in questo stato non offre affatto una bella immagine, sia perché va a minare l’incolumità delle persone che frequentano la caletta, in special modo persone anziane e bambini. Una alternativa potrebbe essere quella di eliminarlo totalmente dato che non svolge più la funzione per la quale, a suo tempo, è stato realizzato, riportando così la caletta al suo naturale stato. G.nni Martucci

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“La zona ex acquario” o “Caletta” insenatura incantevole qui sembra invece una “zona di guerra” . Sarebbe proprio intelligente con poca spesa togliere il cemento ( che serviva come scivolo per barche,pero’ mai viste scivolare…..),ripulire, e fare ritornare la spettacolare baia e spiagetta al naturale. La bruttissima (da fuori ) costruzione dell’acquario e’ un altro problema……Queste “cose” se si vuole un bel turismo dovrebbero essere viste e aggiustate e non deve essere sempre il comune ad avere l’iniziativa ( tra consiglieri,assessori ecc. sono solo 15 ) lo possono fare anche i cittadini a suggerire scrivendo al Comune. Siamo tutti sulla stessa barca.

Francesco Rossi

5 risposte

  1. “La zona ex acquario” o “Caletta” insenatura incantevole qui sembra invece una “zona di guerra” . Sarebbe proprio intelligente con poca spesa togliere il cemento ( che serviva come scivolo per barche,pero’ mai viste scivolare…..),ripulire, e fare ritornare la spettacolare baia e spiagetta al naturale. La bruttissima (da fuori ) costruzione dell’acquario e’ un altro problema……Queste “cose” se si vuole un bel turismo dovrebbero essere viste e aggiustate e non deve essere sempre il comune ad avere l’iniziativa ( tra consiglieri,assessori ecc. sono solo 15 ) lo possono fare anche i cittadini a suggerire scrivendo al Comune. Siamo tutti sulla stessa barca.

  2. SCIVOLO EX ACQUARIO Bella vista ma non per la struttura in primo piano che offre un’immagine di degrado ed abbandono. Mi riferisco allo scivolo antistante l’ex acquario presso la caletta Santoro, raffigurato nella foto. Sento dire da più parti, a ragione, che il cemento deturpa la natura e che nella nostra isola bisogna limitarne l’uso e su questo concetto, personalmente, sono perfettamente d’accordo. Ma, se un manufatto realizzato dall’uomo, che è anche lui creatura della natura, esiste da tanti anni ed è stato ridotto dalle mareggiate allo stato che vediamo nella foto, ritengo che debba essere soggetto a ripristino e a successiva periodica manutenzione, sia perché in questo stato non offre affatto una bella immagine, sia perché va a minare l’incolumità delle persone che frequentano la caletta, in special modo persone anziane e bambini. Una alternativa potrebbe essere quella di eliminarlo totalmente dato che non svolge più la funzione per la quale, a suo tempo, è stato realizzato, riportando così la caletta al suo naturale stato. G.nni Martucci

  3. Io la chiamerei “Caletta” per come e’ sempre stata chiamata e non Caletta santoro. Ho tutto il rispetto per il sig. Santoro che ho conosciuto e di cui ricordo che guido’ una vespa ad Ustica per 20 o piu’ rassegne quando veniva con lo staff durante le manifestazioni e dalla quale era inseparabile e concordo con G.nni Martucci. Con questo scivolo inutile nel posto sbagliato cosa si deve fare ? Il sig. Santoro fu quello che durante qualche Rassegna si vide piu’ di altri vicino lo scivolo ( sempre con la vespa) dopo di che tutto fu abbandonato. In realta’ il tutto fu un completo aborto finanziato con i soldi dei contribuenti chissa’ per quale motivo perche’ non venne mai usato mai, mai. E ancora si piangono le conseguenze. Penso sinceramente che la parola Santoro dai buonpensanti non dovrebbe essere usata perche’ in realta’ non fa altro che ricordare a tutti un’altra che e’ davanti gli occhi di tutti. Ad Ustica purtroppo ci sono poche spiagette, questa e’ una fra le piu’ belle e continuare a tenerla deturpata e’ un’offesa alla Natura. E sarebbe bene provare anche di correggere le strane abitudini ( di toponomastica ) mentre si e’ in tempo.

  4. Pietro,

    scusa ti prego di non inserire la nota sulla Caletta. HO pigiato per errore ed e’ partita ma volevo fare correzioni. Ho provato a rimandarla corretta ma il computer ha perduto per un momento la connezione cable e ho perduto la mia copia .Non ho la copia e non ho il tempo di rifarla. Se vuoi mandami una copia di cio’ che ho mandato e che ora io non vedo piu’, nella mia e-mail e dopo vedremo.
    Grazie Nuccio

  5. Pietro ho trovato la copia
    questa e’ la versione corretta.Scusa per il trambusto.

    Io la chiamerei “Caletta” per come e’ sempre stata chiamata e non Caletta santoro. Ho tutto il rispetto per il sig. Santoro che ho conosciuto e di cui ricordo che guido’ una vespa ad Ustica per 20 o piu’ rassegne quando veniva con lo staff da Palermo durante le manifestazioni e dalla quale era inseparabile e concordo con G.nni Martucci sul futuro dello scivolo. Il sig. Santoro fu quello che durante qualche Rassegna vicino lo scivolo si vide piu’ di altri ( sempre con la vespa ! ) dopo di che tutto fu abbandonato. In realta’ il tutto fu un completo aborto, finanziato con i soldi dei contribuenti chissa’ per quale motivo perche’ non venne mai usato mai, mai. E ancora si piangono le conseguenze. Penso sinceramente che la parola Santoro dai buonpensanti non dovrebbe essere usata perche’ in realta’ non fa altro che ricordare a tutti di un’altra “OPERA RUDERE” fallimento che e’ davanti gli occhi di tutti. Ad Ustica purtroppo ci sono poche spiagette, questa e’ una fra le piu’ belle e continuare a tenerla deturpata non e’ producente. E sarebbe bene provare anche di correggere le strane abitudini ( di toponomastica ) mentre si e’ in tempo.

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