Ustica sape

Bella foto che fa riflettere, porta indietro nel tempo…


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COMMENTO

Dalla California Agostino Caserta

Non si pagava ne’ benzina, ne’ bollo, ne’ parcheggio, ne’ contravvenzioni ne’….Queste erano le Ferrari dei “vitelloni” locali di un tempo. L’asinello per molti era la continuazione di se stesso e il personale “cavallo di battaglia” che usavano per fare ” pumata ” anche per spettacoli di equilibrismo improvvisato con maestria sopraffina. Forse una giornata domenicale o Festiva ed e’ una foto che risale agli anni ’50, si vede dal cappello alla Borsalino di moda in quegli anni. Dietro si nota Peppino Pellerito ( ‘u zu Pe ‘u Comu ) che lavorava nella Macelleria sulla destra ( l’edificio e’ l’odierno Ustica Alimentari ), al cui esterno si notano i ganci con i quarti di vitello da appendere, che attiravano mosche e insetti vari, allora per battere le mosche si usava il DDT ( il rimedio e’ peggiore del male.. ), sulla destra si nota ” ‘a balata ” della Macelleria dove occasionalmente in estate si tagliava e serviva la carne, quindi serviva da bancone, e su di essa e’ seduta una persona a piedi scalzi che sicuramente era uno dei pescatore che a quei tempi andavano quasi tutti a piedi scalzi anche nei mesi non estivi e, avendo i corpi abituati e immunizzati, non si beccavano mai un raffreddore. Va fallu ora…..

I gagliardi e valenti Caballeros sono : 

Da sinistra : Giovanni Dilorenzo con dietro Giuseppe Tranchina ( u biunnu ) – sui due asinelli al centro forse Giocondo Tranchina ( Australia ), l’altro non lo riconosco forse emigrato – quelllo sul terzo asinello non lo riconosco neanche ma in groppa c’era Nino Dilorenzo ( padre di Piriche’ ) che era un campione per raccogliere ricci, ” abbuddava” ai Sidoti, in apnea e senza maschera, solo con una falce e riempiva una “cartedda” in tempi da record. Va fallu ora….( sei subito denunziato e non perche’ usi maschera e pinne….).

 

Da Teresa D’Angelo

Che bella!!!!!!!ricordo quando ero piccola, e trascorrevo l’ estate, con i miei nonni ad ustica. Che bei ricordi!!!

2 risposte

  1. Che bella!!!!!!!ricordo quando ero piccola, e trascorrevo l’ estate, con i miei nonni ad ustica. Che bei ricordi!!!

  2. Non si pagava ne’ benzina, ne’ bollo, ne’ parcheggio, ne’ contravvenzioni ne’….Queste erano le Ferrari dei “vitelloni” locali di un tempo. L’asinello per molti era la continuazioe di se stesso e il personale “cavallo di battaglia” che usavano per fare ” pumata ” anche per spettacoli di equilibrismo improvvisato con maestria sopraffina. Forse una giornata domenicale o Festiva ed e’ una foto che risale agli anni ’50, si vede dal cappello alla Borsalino di moda in quegli anni. Dietro si nota Peppino Pellerito ( ‘u zu Pe ‘u Comu ) che lavorava nella Macelleria sulla destra ( l’edificio e’ l’odierno Ustica Alimentari ), al cui esterno si notano i ganci con i quarti di vitello da appendere, che attiravano mosche e insetti vari, allora per battere le mosche si usava il DDT ( il rimedio e’ peggiore del male.. ), sulla destra si nota ” ‘a balata ” della Macelleria dove occasionalmente in estate si tagliava e serviva la carne, quindi serviva da bancone, e su di essa e’ seduta una persona a piedi scalzi che sicuramanete era uno dei pescatore che a quei tempi andavano quasi tutti a piedi scalzi anche nei mesi non estivi e, avendo i corpi abituati e immunizzati, non si beccavano mai un raffreddore. Va fallu ora…..

    I gagliardi e valenti Caballeros sono :

    Da sinistra : Giovanni Dilorenzo con dietro Giuseppe Tranchina ( u biunnu ) – sui due asinelli al centro forse Giocondo Tranchina ( Australia ), l’altro non lo riconosco forse emigrato – quelllo sul terzo asinello non lo riconosco neanche ma in groppa c’era Nino Dilorenzo ( padre di Piriche’ ) che era un campione per raccogliere ricci, ” abbuddava” ai Sidoti, in apnea e senza maschera, solo con una falce e riempiva una “cartedda” in tempi da record. Va fallu ora….( sei subito denunziato e non perche’ usi maschera e pinne….).

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