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Centro Studi di Ustica – Presentazione libro “I CAMPI DEL DUCE”


Questa sera, domenica 29 Luglio 2012 alle ore 18,00 presso il Centro Accoglienza di Ustica il Prof. Universitario Carlo Spartaco Capogreco interverrà sul tema  “I CAMPI DEL DUCE”.

A seguire  un file con una breve Rassegna delle principali recensioni del libro che presenteremo a Ustica domenica.

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Carlo Spartaco Capogreco
I CAMPI DEL DUCE
L’INTERNAMENTO CIVILE NELL’ITALIA FASCISTA (1940-43)
Einaudi, Torino 2004, pp. X-314 

(2004) Premio “Domenico Rea” – Vincitore della Sezione Saggistica
(2004) Premio “Rhegium julii” – Riconoscimento Speciale
(2004) Premio “Crotone Storia e Memoria” – Riconoscimento Speciale
(2008) “Ordine della Stella Mattutina“, Alta Onorificenza della Presidenza della Repubblica Croata

 Breve rassegna tratta dalle principali recensioni

 “ I campi del duce è un libro utile per sapere e per capire e finalmente per crescere nel segno di una memoria riconquistata… Carlo Spartaco Capogreco ha visitato per anni archivi italiani ed europei, cercando meticolosamente, memorie, planimetrie e fotografie, imponendosi anche all’estero per la qualità e la profondità del suo lavoro di ricerca. Anni di viaggi alla ricerca di luoghi o ruderi dimenticati anche dagli abitanti del luogo. Grazie al suo lavoro che ricostruisce la storia dei campi di concentramento del duce, dei quali nella seconda parte del libro ci consegna il catalogo completo, l’amnesia del “bravo italiano” è finita. Ad essa, con la lucidità critica che caratterizza il suo lavoro, Capogreco attribuisce le colpe di una destra non ancora in grado di staccarsi completamente dal suo passato e di una sinistra che preferì sottolineare i meriti della Resistenza e dell’antifascismo…”

FREDIANO SESSI
“Corriere della Sera”
5 Febbraio 2004

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“ Anche l’Italia, negli anni della guerra, ha avuto i suoi campi di concentramento e d’internamento, checché ne dicano Cossiga e Berlusconi… A ricordarci che gli italiani non sono stati né buoni né cattivi, ma l’uno e l’altro, secondo le circostanze, giunge il libro di Carlo Spartaco Capogreco I campi del duce. L’internamento civile nell’Italia fascista, che ha un pregio essenziale: si basa su un’imponente ed inconfutabile documentazione archivistica…

Il suo Autore ci ha messo vent’anni – visitando ogni singolo luogo di detenzione (una cinquantina in Italia e una decina nell’ex Jugoslavia) – per produrre questa sua dettagliata summa. La quale per oltre un terzo delle pagine consiste in una schedatura dei campi, forse addirittura più efficace del pur utile testo introduttivo…”

SANDRO GERBI
“Il Sole 24 Ore / Domenica”
8 Febbraio 2004

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“…Gonars come altre decine di campi di concentramento fascisti rimase invisibile nell’Italia del dopoguerra. Spiega Carlo Spartaco Capogreco, maggior esperto dei campi di concentramento fascisti ed autore del volume I campi del duce pubblicato da Einaudi: “E’ una storia di minimizzazioni e amnesie, che hanno offuscato gravi e precise responsabilità e che hanno contribuito all’affermazione di un pregiudizio, quello della naturale bontà del soldato italiano. Va anche notato il potente effetto assolutorio di Auschwitz nei confronti degli altri campi di concentramento. Ma ciò non giustifica l’oblio…”

ALBERTO BOBBIO
“Famiglia Cristiana”
Anno LXXIV, n. 6, 8 Febbraio 2004

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“ …I campi del duce, edito dalla casa editrice Einaudi, è uno di quei libri importanti di cui ciascuno di noi dovrebbe tenere una copia a portata di mano. Capogreco non è nuovo a questo tipo di impegno a trecentosessanta gradi. Il suo è un cammino lungo quanto una vita… E il suo saggio nasce da passione autentica, da una ricerca scientifica seria, da un podismo fisico-psicologico-intellettivo. Per raccontare dei ‘campi del duce’ Capogreco ha, infatti, visitato uno per uno quei luoghi, li ha rintracciati attraverso fonti documentarie sepolte negli archivi, li ha mappati sulla carta d’Italia, li ha portati alla luce seguendo i labilissimi fili di quelle fonti… Ha ben ragione Luigi Maria Lombardi Satriani a definire I campi del duce un testo multiplo: opera di storiografia, di antropologia ed avvincente testo di narrativa, fatto non di numeri ma di racconti di uomini…”

ANTONIETTA COZZA
“La Provincia Cosentina”
Anno VI, n. 40, 10 Febbraio 2004

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“…Il pregio principale de I campi del duce è quello di offrire per primo una mappatura storico-geografica dei campi d’internamento civile fascista presenti sul territorio italiano, oltre a un inquadramento generale del periodo storico trattato (1940-1943). L’Autore ha condotto una ricerca complessa, durata quasi vent’anni, in cui l’attività sul campo si coniuga con lo studio della documentazione archivistica. Ha, infatti, visitato tutti i siti d’internamento e ascoltato le testimonianze di ex internati e, parallelamente, consultato i documenti ufficiali dell’epoca…”

SIMONA NEGRELLI
“Il Quotidiano della Calabria”
10 Febbraio 2004

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“…Per oltre cinquant’anni la storiografia italiana ha taciuto sulla vergogna dei campi fascisti. Con molta probabilità ciò è dipeso dalla spaventosa realtà dei campi di concentramento nazisti al cui confronto le responsabilità italiane venivano minimizzate… Capogreco scrive ora che in Italia e nei territori da essa occupati operavano più di cinquanta campi di concentramento fascisti: è stato necessario più di mezzo secolo per vedere pubblicato un libro che, con una doviziosa documentazione e un apparato fotografico, mettesse in chiaro gli orrori di quei campi…”

MARJAN KEMPERLE
“Primorske Novice” – Koper
10 Febbraio 2004

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“ I campi del duce di Carlo Spartaco Capogreco è un libro di storia nostrana che sfata il mito degli “italiani brava gente” che in tanti si è voluto, a destra come a sinistra, diffondere ed esaltare. Semplicemente, gli italiani non sono stati e non sono diversi da altri esseri umani, e la loro capacità di pietà è sottoposta alle stesse pulsioni, pressioni e limitazioni di altri esseri umani.

La documentazione di Capogreco è ampia e il suo excursus, il suo viaggio a ritroso nei campi italiani è importante e benemerito. Oltre a studiare che cosa sono stati questi campi – a uno di essi, Ferramonti, destinato all’internamento di ebrei, l’Autore ha già dedicato anni fa uno studio esemplare – , il loro funzionamento e le loro durezze o nefandezze, vi si dedicano ampi capitoli al funzionamento burocratico, o a strumenti come il confino di polizia e l’internamento coloniale…”

GOFFREDO FOFI
“Avvenire”
14 febbraio 2004

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“E’ come il tassello mancante di un grande puzzle I campi del due. L’internamento civile nell’Italia fascista (1940-1943) di Carlo Spartaco Capogreco, pubblicato da Einaudi. Il libro è il risultato di una ricerca, durata circa vent’anni, durante la quale Capogreco ha visitato i siti che ospitarono i campi d’internamento civile sparsi sul territorio italiano ed ha consultato i documenti ufficiali dell’epoca, oltre ad avere raccolto le testimonianze degli ex internati. Lo studio di Capogreco offre un inquadramento storico generale delle diverse forme d’internamento praticate nell’Italia di Mussolini ed è il primo a fornire una mappatura storico-geografica dei campi.

Per l’antropologo Luigi Maria Lombardi Satriani (che è intervenuto a Cosenza alla presentazione ufficiale del volume assieme agli storici Antonella Salomoni e Alberto Cavaglion e al sociologo Paolo Jedlowski), uno dei pregi principali del nuovo libro di Capogreco è quello di sfatare tanti luoghi comuni e di non procedere per posizioni ideologico-politiche…”.

“La Nuova Sardegna”
16 febbraio 2004

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“Una pagina assai poco conosciuta della storia italiana… I campi del duce. L’internamento civile nell’Italia fascista (1940-1943), pubblicato dalla Casa Editrice Einaudi, è il risultato di una ricerca storica complessa ed approfondita durata circa vent’anni, in cui Capogreco (autore, tra l’altro, di un lavoro sul campo d’internamento di Ferramonti pubblicato per i tipi della Giuntina) ha visitato di persona i siti che ospitarono i campi d’internamento civile sparsi sul territorio italiano e ha consultato i documenti ufficiali dell’epoca, oltre ad avere ascoltato le testimonianze degli ex internati.

E’ una ricerca che finirà per mettere nel cassetto il mito degli “Italiani brava gente” e per restituire, oltre ad una memoria storica perduta da più di mezzo secolo, anche tutta una serie di responsabilità accantonate in maniera troppo frettolosa (…) Il libro di Capogreco offre un inquadramento storico generale delle diverse forme d’internamento praticate nell’Italia di Mussolini, fornendo una mappatura storico-geografica dei campi…”

“Avanti!”
23 Febbraio 2004

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“ La vicenda dei campi fascisti rappresenta tuttora una pagina oscura della nostra storia recente… A guidarci alla scoperta dei campi di concentramento creati dal fascismo, della macchina burocratico-organizzativa e, soprattutto, delle tristi storie che vi accaddero c’è ora il rigoroso volume di Carlo Spartaco Capogreco I campi del duce. L’internamento civile nell’Italia fascista, edito da Einaudi. Si tratta di un’opera “cruciale” a detta dello storico Alberto Cavaglion, che permette di sfatare il mito autoassolutorio degli “italiani brava gente” e della nostra estraneità alla pratica della deportazione e degli internamenti… Un libro anche complesso che sicuramente contribuirà a districare e ad inquadrare nodi ancora irrisolti e controversi…”

FRANCO BRUNETTA
“Il Risveglio”
Settimanale del Canavese e delle Valli di Lanzo
26 Febbraio 2004

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“…Per lungo tempo non si è approfondito molto attorno alle differenziazioni tra confino e internamento. Per non parlare poi del fare memoria sulle vicende delle diverse categorie di internati… Ora finalmente – con il documentatissimo libro di Carlo Spartaco Capogreco I campi del duce – tutti questi aspetti vengono portati alla luce e inquadrati con sistematico rigore. Capogreco, attingendo ad un materiale d’archivio maneggiato con meticoloso scrupolo, va a cogliere le genealogie delle istituzioni repressive e ne lascia intravedere gli antecedenti…

Si è già detto che il libro di Capogreco nel ricostruire il passato fornisce risposte esaurienti. Ma, cosa più importante ancora, non elude domande…Ad esempio nota come l’universo concentrazionario dei lager e dei gulag abbia alla fine favorito una relativizzazione di altre modalità repressive “minori”…E tuttavia questa rilevantissima differenziazione non giustifica né l’elusione del passato né un frettoloso ripiegare sul luogo comune degli “italiani brava gente”: poiché ci vuole poco ad essere “più buoni” rispetto all’orrore dei lager e dei gulag…”

GIORGIO BOATTI
“La Stampa”- ttL”
Anno XXVIII, n. 1402, 6 Marzo 2004

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“Carlo Spartaco Capogreco ha compiuto un vero e proprio “tour” nei luoghi della segregazione italiana dandoci una densissima “mappatura” dei “campi del duce” e ricostituendo una geografia attendibile che stava andando perduta… Molti di questi luoghi sono letteralmente “spariti”… Tempo fa le baracche di Gonars sono state rase al suolo e lo stesso è accaduto a Ventotene, dove il più grande dei campi di confino del nostro paese, luogo-simbolo di tutta la deportazione italiana è anch’esso un cumulo di macerie…”

SERGIO LAMBIASE
“Corriere del Mezzogiorno”
17 Marzo 2004

 

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“Se il Presidente del Consiglio avesse letto I campi del duce si sarebbe forse risparmiato quelle banali lepidezze, per usare un eufemismo, nei confronti degli oppositori del regime, secondo lui confinati in comode “villeggiature” più che in avvilenti luoghi di segregazione. Quello di Carlo Spartaco Capogreco è infatti uno straordinario lavoro di scrupolosa ricerca, che si spinge fino a dedicare un centinaio di pagine alla cosiddetta “mappatura dei campi” attivi fra il 1940 e il 1943 (con cartine e tabelle annesse), descrivendone minuziosamente la situazione e il funzionamento. Il risultato finale qualifica lo storico voglioso di accertare la verità e gratifica il lettore voglioso invece di apprenderla…”

GIORGIO GUALERZI
“Il nostro tempo”
28 marzo 2004

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“Decine e decine di campi di concentramento e d’internamento gestiti dagli italiani… Questo è il quadro che emerge dall’ultimo lavoro di Carlo Spartaco Capogreco, che ha il raro pregio di essere basato su una rigorosa ricerca e di essere di facile lettura, anche per chi non ha dimestichezza con la Storia … E’ in quest’ottica che il lavoro di Capogreco, basato su una sconfinata ed incontestabile documentazione archivistica, può rappresentare il primo contributo all’avvio di una necessaria, se pur tardiva, presa di coscienza su una determinante pagina della nostra storia nazionale…”

ANTONIO CASSARA’
“L’Incontro” – Torino
anno LVI, n. 2, Marzo 2004

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“Il volume offre un’analisi lucida e una panoramica a 360 gradi su un argomento che riporta alla luce una delle pagine più nere della nostra storia contemporanea la quale, dopo il crollo del Muro di Berlino, può essere raccontata e letta finalmente con il necessario distacco della prospettiva storica in tutte le sue componenti essenziali. Da menzionare è lo spazio dedicato alla mappatura dei singoli campi: una carta d’identità che contiene notizie sul numero dei reclusi, sul personale dirigente e di sorveglianza, utili per un inquadramento complessivo del sistema di internamento fascista…”

GIUSEPPE SANGREGORIO
“Letture”
Aprile 2004

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“…Il volume di Capogreco propone in un denso saggio una ricostruzione complessiva che va dall’istituzione del confino nel 1926 al settembre 1943, e soprattutto una dettagliata ricognizione – una vera e propria mappatura – dei campi di internamento civile operanti nei primi tre anni della guerra… In molti casi si tratta di luoghi che l’Autore ha scoperto o riscoperto per primo, intervistando testimoni e recandosi personalmente dove oggi non resta che un prato, una discarica, o sorge un supermercato – e tutto intorno nessuno ricorda o ha mai saputo…

In quasi un ventennio di lavoro, Capogreco ha raccolto testimonianze di vittime e testimoni, ha cercato e trovato riscontri archivistici, ha rintracciato fotografie, ha passato al vaglio e messo assieme una vastissima bibliografia di contributi minuti e generalmente sconosciuti ai più, restituendoci alla fine un ampio quadro, indiscutibile sul piano documentario e ormai imprescindibile anche, ci pare, per una valutazione ed un giudizio storico sul fascismo italiano e la sua natura: oltre la polemica strumentale, e certamente oltre e contro il buonismo e le rivalutazioni che vanno oggi per la maggiore sulla scena politica o nelle terze pagine dei giornali…”

SIMON LEVIS SULLAM
“L’Indice dei Libri del Mese”
Aprile 2004

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“…I campi del duce è un libro che vuole affrontare problemi irrisolti nella memoria e nella coscienza del Paese. C’è un pezzo di storia del fascismo e della seconda guerra mondiale che l’Italia ha dimenticato: l’internamento civile, i campi di concentramento di Mussolini. Il professor Capogreco riconosce che “una certa rimozione” è servita a “rafforzare l’identità nazionale e ad aiutare il Paese a risalire la china”. Ma ora bisogna tornare alla realtà. Il volume racconta perciò la deportazione, i campi, la macchina burocratica dell’internamento all’italiana, e pubblica documenti e fotografie inedite. Dovrebbe essere adottato nelle Scuole…”

ALBERTO BOBBIO
“Famiglia Cristiana”
25 Aprile 2004

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“Ci sono voluti vent’anni di difficili ricerche per raccogliere i documenti che sono alla base de I campi del duce, approfondito saggio che porta alla luce le colpe dell’Italia nell’ex Jugoslavia, con tutti gli orrori della deportazione e dei campi di concentramento… Tre le strutture principali: Arbe (Rab) per il quadrante adriatico settentrionale, Melada (Molat) per l’area centrale (Dalmazia) e i campi integrati di Mamula e Prevlaka per il territorio montenegrino e l’Adriatico meridionale. A questi si aggiungono i cinque campi per internati jugoslavi dislocati in Italia: Gonars e Visco nella Venezia Giulia, Monigo e Chiesanuova in Veneto, Renicci in Toscana…”

LUCIANO LUCCHINI
“Doc Magazine”
Aprile 2004

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“Per gli Stuzzi di Einaudi è uscito il libro di Carlo Spartaco Capogreco dal titolo I campi del duce. L’internamento civile nell’Italia fascista (1940-1943) che copre un vuoto storiografico offrendo una sintesi complessiva che inquadra questo fenomeno sia nella pratica, sia nell’utilizzo che se ne fece. Oltre 300 pagine agili, ma che presuppongono un lavoro di anni, corredate da una mappatura storico-geografica dei campi….”

ERICA CULIAT
“Messaggero Veneto”
24 Maggio 2004

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“Le ragioni e l’importanza di questo libro – che davvero “colma una lacuna” – saranno immediatamente comprese adottando un ordine di lettura in un certo senso capovolto. Consigliamo, infatti, di partire dalla “mappatura dei campi”, perché questa (apparente) appendice fornisce da sola e senza filtri un insieme di elementi che rendono palpabile la natura del fenomeno studiato: diffusione territoriale, tipologie insediative, categorie di soggetti interessati, diversità nei modi di gestione e nelle condizioni materiali …

Questo genere di argomenti, si sa, appare a livello massmediatico particolarmente affollato: accademici convertiti in “firme” sui grandi quotidiani o in presenze obbligate in televisione, giornalisti “autorevoli” assurti a dimensione di storici su qualsiasi argomento venga voglia di interpellarli, divulgatori che frequentano la storia recente per confezionare best-sellers…

Capogreco risponde con un libro che, contro la prudenza solitamente necessaria e con riguardo alla relatività di certi termini in ogni scienza interpretativa, potremmo definire “definitivo” sul problema considerato: l’ampia e documentata ricognizione dei fatti sulle fonti archivistiche, sorretta da un’amplissima bibliografia, ne fanno un’opera solidamente scientifica ed allontanano ogni indulgenza al sensazionalismo, che pure troverebbe nella materia un alimento abbondante… L’attenzione dell’Autore è rivolta piuttosto a ricostruire contesti: politici, normativi (anche internazionali), sociali, di prassi tecnico-amministrativa. E’ esattamente l’operazione opposta a quella che l’imperversante uso politico della storia ci sta abituando a subire”.

ETTORE BORGHI
“RS / Ricerche Storiche”
Giugno 2004

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“ I campi del duce. L’internamento civile nell’Italia fascista (1940-1943) di Carlo Spartaco Capogreco, edito da Einaudi, è un libro da leggere, anche se sfata la leggenda degli “italiani brava gente”…D’altro canto era la particolare efferatezza dei crimini nazisti a fornire un alibi assai comodo ad diffondersi dell’oblio nostrano: ci volle ben poco perché il confronto fra i due alleati dell’Asse portasse a relativizzare e minimizzare (se non a trascurare del tutto) le specifiche responsabilità fasciste…”

SILVIA RIVERA
“La discussione”
10 giugno 2004

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“Che l’indifferenza sia il più subdolo agguato postmoderno contro la memoria se ne avrà conferma leggendo un saggio storico sull’internamento civile nell’Italia fascista, I campi del duce, scritto da Carlo Spartaco Capogreco per gli Struzzi di Einaudi (…). Indifferenza purtroppo favorita anche dalla difficile e talvolta giuridicamente complessa definizione del fenomeno internamento esploso in modo abnorme nell’arco brevissimo del quinquennio che va dal ’1940 al ‘45…

L’impegno di recuperare il ricordo con una precisa ricostruzione storica rappresenta un’opera non solo di “restituzione” civica ma anche il più ampio disvelamento delle massicce dimensioni di una macchina che aveva i suoi depositi disseminati in ogni parte d’Europa…

VITO BARRESI
“Il Crotonese”
anno XXV, n. 49, 25 Giugno 2004

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“…A lungo non si è voluto ammettere che l’Italia fascista avesse tanti aspetti in comune con l’alleata nazista. Si è sorvolato spesso sulle leggi razziali, guardando al buonismo italiano piuttosto che ai delatori al servizio del regime; si è evitato di sottolineare come e quando gli individui ‘scomodi’ venissero mandati al confino o internati… Quello sull’internamento civile era quindi un lavoro dovuto, non tanto per togliere dall’armadio gli scheletri e puntare un dito accusatorio su chi ha sottaciuto la storia, quanto per dare una dimensione ai fatti…

E Carlo Spartaco Capogreco dà alle stampe una ricerca approfondita e altamente interessante su tutte le modalità di internamento praticate durante il fascismo, dal confino di polizia alla deportazione coloniale; dai campi di internamento a quelli di concentramento… I luoghi sono descritti con precisione: le isole che ospitavano i confinati, sono catalogate e spiegate, a seconda della morfologia e della capienza, con dati numerici e problematiche estrapolate da un vissuto scevro di soggettività, ma denso di fatti e di dati storici… Anche dei campi vengono forniti (in tono duttile e snello, facilmente leggibile) vengono forniti dati ed accaduti.

Un ottimo testo, adatto alla lettura curiosa o storica, a chi vuole rileggere come un romanzo storico la storia vera del nostro Paese.”

ALESSIA BIASIOLO
“Nonsololink.com”
5 Luglio 2004

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“…I campi del duce è anche racconto di un itinerario di ricerca (e di scoperta), nonché indagine (o quanto meno denuncia) della mancata o della tenue memorizzazione postbellica di quei campi. Ciò detto esso rimane innanzitutto un saggio storico, scritto con apprezzabile impronta divulgativa, che descrive cosa fu e come funzionò l’internamento in Italia e nelle regioni jugoslave annesse, contro civili italiani e stranieri, per lo più jugoslavi, ma anche francesi e greci deportati.

Il libro è articolato in due parti: la prima traccia un affresco della struttura dell’internamento civile, dalla normativa alla gestione dei campi, alla popolazione internata, alle condizioni di vita. La seconda contiene una scheda per ciascun campo, sintetica ed esauriente, utile allo studioso, allo studente della zona e anche a chi voglia intraprendere percorsi turistici della memoria.

Tra le questioni affrontate particolarmente rilevante è quella della mortalità nel settore sloveno del campo per civili allestito dalle autorità militari italiane nell’Isola di Arbe (Rab), da poco annessa al territorio nazionale italiano… Una violenza che il clima nazional-qualunquis-menefreghis-prefascista oggi (re)imperante riesce a mantenere ignota. E che Capogreco, invece, continua a ricordarci”.

MICHELE SARFATTI
“Diario della settimana”,
23 Luglio 2004

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“ L’internamento civile italiano durante il regime fascista è un fenomeno rimasto sepolto, per quasi mezzo secolo, nell’oblio della memoria del nostro paese. .. Un recente saggio di Carlo Spartaco Capogreco, I campi del duce (Einaudi, pp. X-320) ricostruisce, sulla base di una documentazione attenta ed accurata, quei drammatici fatti, alzando un velo su questa pagina dimenticata, forse perché ritenuta “imbarazzante”, della nostra storia (….).

Il libro di Capogreco, storico esperto di questi temi, offre una descrizione accurata delle sessantatré strutture d’internamento dislocate in Italia e nei territori jugoslavi annessi. Non mancano i resoconti che testimoniano, in alcuni casi (esempio emblematico fu il campo di Arbe), una situazione desolante di dolore e morte… Tali testimoniante ribadiscono la necessità di riscoprire e ripensare avvenimenti che, per quanto poco edificanti, sono appartenuti alla storia della nostra nazione “.

ANGELA LUISA GAROFALO
“Scriptamanent.net”
anno II, n. 13, Luglio 2004

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“…Il libro di Capogreco offre una documentata ed appassionata ricostruzione degli anni in cui l’Italia conobbe l’internamento degli antifascisti, degli ebrei, della gente jugoslava. (…) Certo i numeri italiani sono diversi, nulla da spartire con i milioni di uomini annientati nei lager e nei gulag. Ma l’orrore di ergersi a giudici assoluti della vita altrui, a carnefici legalizzati, in nome della superiorità razziale, è stato uno degle elementi caratterizzanti il fascismo italiano. Dal confino di polizia, alla deportazione coloniale, dai campi di internamento italiani a quelli di concentramento nelle terre di Jugoslavia occupate e nelle province del Nordest, Capogreco ridà visibilità a una pagina di storia italiana poco conosciuta…”

ALESSANDRA RICCIARDI
“Italia Oggi”
21 settembre 2004

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“Il volume I campi del duce è una ricerca preziosa che colma una lacuna su un aspetto importante, direi qualificante, del regime repressivo fascista. Capogreco ha messo in luce, visitando uno ad uno, i luoghi dove Mussolini relegava i suoi oppositori, i cittadini sospetti e quanti, “pericolosi”, non condividevano le linee guida del regime. L’autore ci fa conoscere, dunque, una realtà tutta italiana, ed il rispetto per la verità storica ci farà capire, anche sul piano del confronto, come tanti italiani di allora non siano sempre stati “brava gente”… I campi del duce non va solamente acquistato per le nostre biblioteche, ma va letto e meditato perché offre un risvolto tutto italiano della nostra storia…”

Don ALBERTO CELEGHIN
“La Lampada” – Padova
ottobre-dicembre 2004

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“…Il volume di Capogreco consente una lettura ragionata e organica di una problematica centrale nell’analisi del fascismo. L’internamento civile negli anni 1940-1943 è infatti una realtà di costrizione e violenza che disvela il carattere profondamente autoritario del regime (…) Assai rigorosa le ricerca documentaria, effettuata in moltissimi archivi… Il risultato è una mappatura dei campi che si configura come uno strumento di ricerca di enorme importanza. Mediante un lavoro attento e paziente sono stati censiti i campi dell’internamento civile presenti in tutte le province italiane e, inoltre, i “campi per slavi”. Di ognuno viene fornita una scheda puntuale; tra le più analitiche, sono da menzionare quelle relative ai campi di Gonars e di Arbe”.

GLORIA CHIANESE
“Italia Contemporanea”
dicembre 2004

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“ Carlo Spartaco Capogreco, ne I campi del duce, con tenacia ha ricostruito la mappa del sistema concentrazionario italiano durante la guerra, rendendo ineludibile la questione di tale sistema, delle regole che lo caratterizzavano, del profilo discriminativi che lo sosteneva, delle storie che in vario modo si intrecciavano tra “fuori” e “dentro”. In breve tra “vicini” che non furono prossimi, e che una volta scomparsi nessuno si chiese dove fossero finiti…”

DAVID BIDUSSA
“Diario della settimana”
3 dicembre 2004

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“…Capogreco offre un importante contributo all’inserimento del fenomeno dei campi italiani all’interno del sistema repressivo fascista e, in particolare, ai suoi sviluppi nel corso degli anni di guerra, rintracciando alcuni motivi di continuità ed individuandone la specificità rispetto ad altre esperienze coeve … Capogreco non tace i delicati fattori che, nei più diversi settori del mondo politico e culturale italiano del dopoguerra, hanno favorito la rimozione di alcuni dei capitoli più delicati della storia italiana degli anni di guerra e hanno contribuito a consolidare gli stereotipi positivi di un popolo italiano virtuoso ed estraneo al regime. Anche sotto questo profilo, la sua ricerca, nonostante affiori talvolta la tendenza a scivolare nell’attualità politica, offre un contributo importante di conoscenze e di spunti interpretativi, manifesta un serio impegno per conferire dignità storiografica al tema, superando i limiti delle testimonianze e gli impacci della memoria, favorire un ripensamento di queste vicende, attraverso un puntuale inquadramento storiografico che ne favorisca l’inserimento nella memoria civile del paese .”

MARIO TOSCANO
“Mondo contemporaneo”
gennaio 2005

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Con questo lavoro l’autore, docente di Storia contemporanea presso l’Università della Calabria, «scopre» un pezzo della storia italiana sconosciuta o volutamente rimossa dalla memoria collettiva. Eppure i campi di concentramento erano sparsi un po’ in tutta la Penisola e accolsero migliaia di sloveni e croati provenienti dalla terre occupate dall’Italia nel 1941.

(…) Uno dei meriti di Carlo Spartaco Capogreco, è quello di aver dato, con “I campi del duce”, una «sistemazione» alla complessa materia degli internamenti e delle deportazioni compiute dal regime fascista di italiani, di «allogeni», cioè appartenenti a minoranze linguistiche, e di abitanti delle regioni conquistate ed annesse durante la seconda guerra mondiale.

L’autore, inoltre, inquadra il fenomeno dei campi di concentramento e di internamento in una «tradizione» che affonda le sue radici ben prima dell’avvento del regime ed ha avuto finalità e regole codificate e soprattutto collaudate.

“Dom”,
Quindicinale di Cividale del Friuli
14 febbraio 2005

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“L’interessante ed attualissimo volume di Carlo Spartaco Capogreco ricostruisce, con accuratezza metodologica e serietà scientifica degna di uno storico di classe, le fasi preparatorie ed attuative dell’internamento civile fascista e la vita dei suoi campi. L’Autore, che ha all’attivo due altre pregevoli opere sui campi di concentramento di Ferramonti e di Renicci, ha saputo scavare con puntigliosità e pazienza, offrendo con questa fatica un quadro esauriente e di alto valore scientifico circa i siti dell’internamento fascista che, in buona parte in stato di abbandono se non di quasi totale distruzione, costituiscono, oggi più che mai, un appello alla coscienza di chiunque si ponga con serietà dinanzi al mancato riconoscimento dei luoghi della memoria…”

EUGENIO FIZZOTTI
“Sìlarus”
Febbraio 2005

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“ In un’epoca nella quale il revisionismo storico operato dalle destre al governo produce un fiume di “saggistica” che falsifica il dato storico… Capogreco risponde ristabilendo la verità, documenti alla mano… Con questo libro è finito il tempo della rimozione collettiva, si alza il velo e si indaga meglio la nostra storia. Dai documenti che Capogreco riporta appare in tutta la sua grandezza il valore morale di chi ha scelto di combattere e morire per la libertà …”.

ENNIO MILANO
“La Rinascita della sinistra”
11 marzo 2005

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“Sui ‘campi del duce’ ha fatto definitiva chiarezza il libro di Carlo Spartaco Capogreco, che precisa come la creazione di campi d’internamento in Italia e nei territori da essa conquistati rientrasse nel progetto, accarezzato da Mussolini e appoggiato da settori dei vertici militari, di sgombero di intere regioni in modo da potevi reinsediare coloni italiani…”

FULVIO SENARDI
“Il Piccolo”
14 aprile 2005

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“In questo volume sull’internamento civile nell’Italia fascista si richiama Padova per essere stata la sede di un campo per “ex jugoslavi” in un “luogo della memoria” pressoché ignorato: a Chiesanuova, un sobborgo oggi integrato al resto della città, vicino al cimitero Maggiore, e allestito nei locali dell’attuale caserma Romagnoli… Ma I campi del duce è un libro di generale interesse per la tematica finora non particolarmente approfondita…”.

GIULIANO LENCI
“Padova e il suo territorio”
aprile 2005

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“ Italiani brava gente? Chi nonostante tutto volesse continuare a credere nel più comune tra i luoghi comuni nazionali, dovrebbe guardarsi bene dal leggere I campi del duce, storia dell’internamento civile nell’Italia fascista. Frutto di oltre vent’anni di ricerche d’archivio e indagini in loco, il materiale raccolto è talmente copioso che di libri se ne sarebbero potuti fare due, tanto più se si considera la qualità e lo spessore informativo delle note a piè pagina…”

OLIMPIA GARGANO
“IFG -Tabloid”
Organo dell’Istituto “Carlo De Martino” per la Formazione al Giornalismo
dicembre 2005

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“Con piacere salutiamo la ristampa, presso Einaudi, del libro del 2004 di Carlo Spartaco Capogreco I campi del duce. L’internamento civile nell’Italia fascista (1940-1943), un’opera decisiva per la stessa interpretazione del fascismo. Un’opera che, fornendo (tra l’altro) una mappatura dei campi di concentramento italiani, ha anche a che fare con uno scavo disvelatore… quasi una moderna archeologia. Sino a smentire, senza esibire “revisioni”, ma attraverso uno studio “fisico” e territoriale, l’assunto defeliciano circa l’Italia fascista rimasta “fuori dal cono d’ombra dell’Olocausto”… Solo negli anni Novanta, con Guri Schwarz, Enzo Collotti, e altri, la storiografia ha definitivamente oltrepassato, sulla Shoah “italiana”, il luogo comune della “brava gente”. E Capogreco è il punto d’arrivo di tale tragitto. Ma nessuno parli di “revisione”, per favore. Sono in gioco cose serie”.

BRUNO BONGIOVANNI
“l’Unità”
29 gennaio 2006

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Ne I campi del duce. L’internamento civile nell’Italia fascista (Torino, Einaudi, 2006, prima edizione 2004), Spartaco Capogreco ricostruisce una mappatura dei luoghi che tra il 1940 e il 1943 svolsero la funzione di campi di concentramento fascisti per ebrei, stranieri, zingari, stranieri delle zone occupate, omosessuali .

(…) Il volume si propone innanzitutto come un saggio storico a uso e consumo anche del lettore meno avvertito, una sorta di guida che fornisce una mappatura storico-geografica dei campi fascisti. Un’indagine unica che mancava e che apre nuovi orizzonti nella ricerca, se è vero che l’internamento civile fascista è fenomeno ancora troppo poco investigato dalla storiografia (…).

Considerato il massimo esperto dell’argomento, Capogreco ha iniziato le ricerche partendo dal semi-conosciuto campo di internamento di Ferramonti di Tarsia, nel cosentino, allargando l’investigazione fino a comprendere i campi poco noti dell’Italia centro-meridionale (Ustica, Lipari, Gioia del Colle, Colfiorito, Tremiti), giungendo infine a quelli davvero sconosciuti: i campi speciali “per slavi” dell’internamento civile parallelo, il più efferato.

BIANCA LEOPARDI
“Storia in network”
n. 116, giugno 2006

 

 

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