Ustica sape

I ragazzi della media di Ustica alle prese con  “L’ORO NERO”.


Nella scuola media di Ustica è in pieno sviluppo un progetto didattico formativo dal titolo misterioso e affascinante nello stesso tempo: “L’oro nero che veniva dal mare“. Protagonisti sono i ragazzi della terza che, guidati dalla professoressa di scienze Alda Togo e dal direttore del Laboratorio-Museo di Scienze della Terra Franco Foresta Martin, si sono trasformati in apprendisti-ricercatori, raccogliendo decine di piccoli frammenti di vetro vulcanico nei terreni attorno a “Casa dei Francesi”, a Tramontana, e sottoponendoli poi all’analisi ottica con i microscopi del laboratorio scolastico.

A Franco Foresta Martin che, per conto del Centro Studi e del Laboratorio-Museo, è impegnato da diversi anni in un’opera di volontariato culturale presso l’Istituto Comprensivo di Ustica chiediamo: ma cos’è l’oro nero cui fa riferimento il titolo del progetto?
L’oro nero della preistoria, come è stato definito da alcuni archeologi, è quel vetro vulcanico chiamato ossidiana, tipico di isole come Lipari e Pantelleria, che, prima della scoperta dei metalli, era utilizzato per costruire gli indispensabili strumenti da taglio e da caccia. Dal Neolitico all’età del Bronzo era un materiale pregiato che veniva importato anche a Ustica, visto che i vulcani della nostra isola non hanno prodotto ossidiane. Dopo millenni noi ritroviamo ancora nei campi agricoli quel che resta degli utensili di ossidiana: minuscoli frammenti ridotti così dalle arature e dal continuo rimescolamento dei terreni”.

Che cosa insegna ai ragazzi questa originale esperienza?
Innanzitutto ad avere consapevolezza della più remota storia dell’isola. Queste scagliette di vetro nero ci raccontano la fatica degli uomini vissuti a Ustica fra 8 e 3 mila anni fa e gli scambi commerciali che essi avevano con le altre due isole siciliane da cui proveniva l’ossidiana. E poi questa esperienza aiuta i ragazzi ad acquisire un metodo di ricerca e di studio. Nei vari incontri abbiamo ricostruito il contesto preistorico e ambientale. Poi abbiamo organizzato un’escursione nei terreni attorno a “Casa dei Francesi” dove si trova un’alta concentrazione di frammenti di ossidiana, procedendo alla raccolta in un campo di viti. E’ stata una vera e propria caccia che ha entusiasmato gli studenti. E per questo ringraziamo Margherita Longo, che ci ha accolto affettuosamente. Ora i ragazzi sono impegnati nella classificazione dei reperti e nel riconoscimento della loro provenienza con osservazioni visuali e al microscopio”.

La scuola volge al termine. Come si concluderà questa bella esperienza a cui i ragazzi hanno partecipato con interesse e divertimento?
Con una relazione scritta, un poster illustrato e una mostra dei reperti. Tutto organizzato dai bravissimi studenti della terza media. Non mancheremo di invitarvi!”.

Per i visitatori che numerosi risponderanno all’invito, la mostra sarà sicuramente occasione per indirizzare ulteriori “bravissimi” ai ragazzi della terza media di Ustica. Per la soddisfazione, più che legittima, delle loro preziose “guide”: la professoressa Togo e il direttore Franco Foresta Martin.

Mario Oddo – odmar@libero

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