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Morace: «Ustica, il futuro è nel cantiere» / INTERVISTA


 

Ettore Morace
Ettore Morace

Napoli – Dopo aver rassegnato le dimissioni da amministratore delegato di Tirrenia (l’aveva comunque preannunciato che se Vincenzo Onorato avesse rilevato l’intero pacchetto azionario lui se ne sarebbe uscito un minuto dopo) Ettore Morace si è preso la sua barca a vela e con la moglie Carmen se ne è andato in giro

BIANCA D’ANTONIO – SETTEMBRE 25, 2015

Napoli – Dopo aver rassegnato le dimissioni da amministratore delegato di Tirrenia(l’aveva comunque preannunciato che se Vincenzo Onorato avesse rilevato l’intero pacchetto azionario lui se ne sarebbe uscito un minuto dopo) Ettore Morace si è preso la sua barca a vela e con la moglie Carmen se ne è andato in giro per un mese sui mari italo-spagnoli.

Una vacanza così non l’aveva mai fatta. Ne aveva bisogno per decantare un periodo di grande lavoro e responsabilità e per pensare alle varie proposte avute ed alle scelte da fare per il suo futuro.

Ci ha pensato con calma. In cuor suo aveva però già deciso: optare per quella che era più ovvia, ovvero occuparsi dell’azienda di famiglia. Il padre Vittorio, patron di Ustica Lines gli ha offerto le redini della società.

Vittorio, il vecchio leone, il coraggioso lupo di mare protagonista di tante avventure sui mari del mondo, lui che ha inventato linee e collegamenti tra vari paesi del pianeta, è stanco.

Vuole ritirarsi e godersi un meritato riposo. Così ha chiamato il suo primogenito Ettore e gli ha consegnato la sua creatura sicuro che lui, con la professionalità che ha e con l’esperienza acquisita sul campo, saprà far crescere la società da lui creata con tanta passione. Di Ustica conserverà la presidenza così come richiestogli dallo stesso Ettore.

Allora, comandante Morace, da Tirrenia all’Ustica Lines, come va il cambiamento? «Benissimo. Ho avuto l’occasione di abbinare una nuova avventura alla tradizione della mia famiglia. Una sfida affascinante e stimolante».

Cosa le ha lasciato la sua esperienza alla guida di Tirrenia? Ha rimpianti per aver scelto, o meglio aver dovuto decidere, di andarsene?
«Nessun rimpianto. È stata una meravigliosa esperienza che mi ha dato moltissimo ed ho portato avanti sino a quando ho ritenuto che il mio contributo fosse importante. Ho lasciato una società sana, forte e con i conti in ordine. È stata davvero un’esperienza incredibile ma il mio destino lavorativo era scritto da tempo».

Quando ha deciso di accettare la proposta di suo padre assumendo la guida della compagnia siciliana?
«Immediatamente dopo avere preso la decisione di dare per conclusa la mia esperienza in Tirrenia; la mia missione era stata appagante e l’ho ritenuta pienamente compiuta; ritenevo a questo punto di dover prendermi cura di quanto più caro alla mia famiglia».

Come ha trovato la società e quali cambiamenti vuole apportare? 
«Nel rispetto dell’enorme lavoro portato avanti da mio padre con molti sacrifici e che mi ha consegnato un’azienda sana ed impregnata della sua anima, vorrei apportare la mia visione aziendale per andare verso una nuova evoluzione. La scommessa che più mi appassiona è fare crescere il cantiere navale. Mio padre, con grandissimo coraggio, ha realizzato un cantiere moderno dotato di macchinari all’avanguardia. L’ unico al mondo a costruire aliscafi di ultima generazione. Ha scelto Trapani come sede del cantiere, nel cuore del Mediterraneo. Una sfida nella sfida, perché non solo ci consente di continuare a dare il nostro contributo per lo sviluppo di questa parte del territorio, ma anche di inserire il Sud del Paese in quel processo di globalizzazione in termini positivi che punti a superare le ataviche problematiche legate alla marginalità geografica».

Sono stati superati i momenti di difficoltà nei rapporti con la Regione Siciliana? 
«Sì, con la Regione ci sono state alcune incomprensioni iniziali ma siamo riusciti a dimostrare che la Ustica Lines ha sempre agito con correttezza e lavorato con trasparenza, non solo nei confronti della Regione, ma con tutte le Istituzioni».

Com’è ora la situazione?
«Abbiamo appena concluso il tavolo tecnico che ha evidenziato in maniera chiara ed inequivocabile che non ci sono state sovracompensazioni. Attendiamo a breve l’archiviazione del procedimento e siamo certi che a questo punto la Regione onorerà i suoi impegni con il pagamento di quanto a noi dovuto da oltre un anno e mezzo».

Ustica dispone di una flotta moderna di 32 mezzi veloci (sembra che sia la più giovane e la più grande in Italia) pensa di investire ancora nella costruzione di nuovi mezzi? «Certamente. La forza dell’Ustica è proprio quella di avere una flotta che per numero ed età non ha pari nel mondo. Da sempre investiamo in nuove costruzioni. Quest’anno abbiamo varato due nuovi aliscafi da 250 posti ed un terzo da 350 posti sarà pronto nei primi mesi del 2016».

A Trapani disponete anche di un moderno cantiere per la costruzione di aliscafi: qual è il suo carnet ordini, riguarda solo Ustica o ha anche altri clienti?
«Abbiamo appena venduto due monocarena da 250 posti e 30 nodi al governo Algerino. Sono convinto che il cantiere abbia potenzialità enormi e ci siamo specializzati nella progettazione e costruzione di aliscafi, monocarena e catamarani. Abbiamo appena iniziato a promuovere le nostre costruzioni e già abbiamo trattative molto serie con armatori italiani, greci e spagnoli che spero si concretizzeranno nelle prossime settimane».

Oltre alle linee in convenzione con la Regione Sicilia, ha altri progetti? Nel suo futuro, data la sua lunga esperienza nel settore dei traghetti, pensa ad eventuali linee di autostrade del mare?
«No. Noi siamo specializzati in collegamenti veloci e quindi la mia priorità sarà consolidare le linee in Sicilia e promuovere, come ho detto, il cantiere. Siamo fermamente convinti che il trasporto passeggeri con unità navali veloci rappresenti il futuro dei collegamenti via mare non solo per il comfort offerto agli utenti, ma anche per il notevole abbattimento dei costi, che si può realizzare solo puntando su mezzi all’avanguardia come quelli che noi costruiamo nel nostro cantiere».

Lei che è un fautore del “fare sistema” ha intenzione di fare alleanze con altri armatori? «Perchè no? Sono convinto che ci siano moltissime possibili sinergie da attuare con gli altri armatori di mezzi veloci».

L’Ustica ha anche la proprietà del Trapani Calcio, che ne pensa al riguardo, continuare oppure no?
«Il Trapani Calcio è la grande passione di mio padre che quest’anno festeggia i suoi 10 anni di presidenza e continua a gestire la Società in prima persona. Il Trapani Calcio è stato un regalo che mio padre ha voluto fare alla città che lo ha accolto, un atto d’amore verso questa terra. Ovviamente l’Ustica Lines continuerà a supportare la squadra».

Fonte The Medi Telegraph

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Da Ustica Angelo Tranchina 

Complimenti al Dott. Ettore Morace per la nuova sfida ed avventura nel prendere le redini della “flotta di famiglia”. Bravo il grande condottiero Vittorio Morace per aver creato una flotta degna di questo nome, flotta che porta in giro in tutto il meridione il nome di Ustica. Auguroni di vero cuore , da Angelo Tranchina responsabile del marketing dell’Hotel Ariston di Ustica.

 

 

Una risposta

  1. Complimenti al Dott. Ettore Morace per la nuova sfida ed avventura nel prendere le redini della “flotta di famiglia”. Bravo il grande condottiero Vittorio Morace per aver creato una flotta degna di questo nome, flotta che porta in giro in tutto il meridione il nome di Ustica.
    Auguroni di vero cuore , da Angelo Tranchina responsabile del marketing dell’Hotel Ariston di Ustica

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