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Pranzo improvvisato in campagna


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COMMENTO

Foto d’archivio e super classica che non e’ da Pasquetta o da Primo Maggio, infatti : dove sono gli altri ? Questa e’ una mangiata fai-da-te di dopolavoristi. I commensali sono solo due, proprio come i piatti e…le bottiglie di vino…. Di singola unita’ e’ invece la bottiglia d’acqua genuina di cisterna di casa in campagna, fresca anche d’estate come un gelato, il fotografo, il capiente “lemmo”, tipica intramontabile scodella formato ” campagna” per uomini coi i ” pusa accussi’ ” che lavorano nei campi…”, il tegamino e il tavolino. Questa era la porzione di pasta normale da dividere per due, dopo una mattinata lavorativa, che oggi sarebbe sufficiente per sei. Ma di solito a quei tempi in campagna si mangiava solo pasta che tutto sommato conteneva lo spettro quasi completo della nutrizione necessaria quindi rappresentava pranzo completo. Pasta ancora calda che ‘u zu Mimi’ sembra raffreddare con il classico soffietto mentre Tanino al suo piatto, col sorrisetto sotto i baffi, sembra dire :” ora ti sistemo io !! ” e magari entrambi fanno lo stesso pensierino sul Bacco che hanno davanti recitando a mente il vecchio adagio :” Vino, vinello grazioso e bello, tu sei quello che mi hai fatto perdere lu cirivello, vieni qua’ brutto imbroglione, quanto ti ficco in prigione…” ll paesaggio agreste sullo sfondo con alberi di eculaptus e vista mare, muri divisori in pietra vulcanica locale, un alberetto di olive e la “frescanzana”, procurata dall’ombra della loggia “ru bagghiu ” completa il quadro della felicita’ con la semplicita’.

Una risposta

  1. Foto d’archivio e superclassica che non e’ da Pasquetta o da Primo Maggio, infatti : dove sono gli altri ? Questa e’ una mangiata fai-da-te di dopolavoristi. I commensali sono solo due, proprio come i piatti e…le bottiglie di vino….
    Di singola unita’ e’ invece la bottiglia d’acqua genuina di cisterna di casa in campagna, fresca anche d’estate come un gelato, il fotografo, il capiente “lemmo”, tipica intramontabile scodella formato ” campagna” per uomini coi i ” pusa accussi’ ” che lavorano nei campi…”, il tegamino e il tavolino.

    Questa era la porzione di pasta normale da dividere per due, dopo una mattinata lavorativa, che oggi sarebbe sufficiente per sei. Ma di solito a quei tempi in campagna si mangiava solo pasta che tutto sommato conteneva lo spettro quasi completo della nutrizione necessaria quindi rappresentava pranzo completo. Pasta ancora calda che ‘u zu Mimi’ sembra rafreddare con il classico soffietto mentre Tanino al suo piatto, col sorrisetto sotto i baffi, sembra dire :” ora ti sistemo io !! ” e magari entrambi fanno lo stesso pensierino sul Bacco che hanno davanti recitando a mente il vecchio adagio :” Vino, vinello grazioso e bello, tu sei quello che mi hai fatto perdere lu cirivello, vieni qua’ brutto imbroglione, quanto ti ficco in prigione…”

    ll paesaggio agreste sullo sfondo con alberi di eculaptus e vista mare, muri divisori in pietra vulcanica locale, un alberetto di olive e la “frescanzana”, procurata dall’ombra della loggia “ru bagghiu ” completa il quadro della felicita’ con la semplicita’.

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