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Precisazioni in merito al villaggio preistorico di Ustica di Giovanni Mannino


[ id=14839 w=320 h=240 float=left] Egr. dr.ssa Marcello Croce, mi viene segnalato il suo articolo del 17-05-2011 su Repubblica che leggo riportato su Internet con titolo =A proposito di Ustica sta smarrendo il Villaggio Preistorico= con gli interventi dei suoi estimatori.

Non la ringrazio per avermi citato come -uno dei massimi studiosi del villaggio-, perché non è vero e perché mi da quel titolo per rafforzare la mia voce su un pronunciamento di 23 anno or sono, quando il sito era di proprietà privata.

Per l’esattezza il sottoscritto, già assistente agli scavi della soprintendenza per le province di Palermo e Trapani, nel maggio del 1970 ha compiuto il primo sopralluogo nell’isola in quattro siti che l’ispettore onorario padre Carmelo da Gangi aveva segnalato per la presenza di ceramici. In contrada Faraglioni mi resi conto che un grande muro non era di spietramento ma era una fortificazione, racchiudeva un villaggio preistorico che i ceramici, in gran numero in superficie, datavano alla media Età del Bronzo (SicArch. 11,1970). Da quel momento la soprintendenza ha impedito che si continuasse la demolizione delle torri addossate alla muraglia il cui pietrame fino ad allora era servito nei blocchi frangi flutti del porto; ha respinto il progetto, della Società Tramontana di Ustica, di un Villaggio Turistico. Il sopralluogo alla Falconierà servì pure a bloccare una cava di tufo con annesso frantoio che il sig. Natale macinava per trarne sabbia per uso edile.

Soprintendente il prof. Vincenzo Tusa, grazie alla sua liberalità che desidero sottolineare, ho svolto un’intensa attività di ricerca fino al 1980: quattro campagna di scavo nel villaggio, la scoperta e lo scavo della necropoli ellenistica Angelo Longo, la scoperta della necropoli a grotticella alla Culunnella, etc.

Per favore non mi citi come = un’importante campagna di scavo condotta da Ross Holloway della Broun University nel 1900 e 1991= (per incarico del soprintendente dr.ssa C.A. Di Stefano) perché si tratta di lutto dell’archeologia (SicArc.,93-95,1997). Il sig. Holloway oltre a smantellare diversi muretti di capanne si è inventato un luogo di culto ed un bassorievo – che sarebbe stato introdotto negli scavi da burloni – è divenuto una statua (così la chiama); caso vuole unica nella preistoria siciliana.

Per protesta ho dato le dimissioni e contestualmente ho presentato un esposto alla magistratura con ampia documentazione fotografica.

Sono seguite le campagne tra il 2003 ed il 2008 dirette dalla dr.ssa Francesca Spatafora con la collaborazione dell’Università di Catania (dr. Procelli), da lei non citate, hanno permesso di realizzare un museo archeologico impensabile fino al 1970 In breve le ho esposto la breve storia delle ricerche archeologiche nell’isola.

Il suo breve articolo nel modo in cui è formulato mi sembra predisposto per screditare la soprintendenza, che non ha bisogno della mia difesa, perché lei non può disconoscere che quest’istituto non ha mai scialacquato come i signori politici (che farebbe bene a chiamare in causa) ma ha sempre vissuto contando il centesimo.

Egr. dr.ssa Marcella Croce perchè non si è rivolta alla fonte, cioè all’Assessorato? Forse non avrebbe concluso nulla ma non avrebbe incolpato e fatto incolpare chi se mai ha meriti e non demeriti.

La precisazione della dr.ssa Francesca Spatafora ha fatto dire fantasie. Il sig. Giovanni Martucci ha scritto =La soprintendente responsabile, nell’arrampicarsi sugli specchi per trovare futili ed inutili giustificazioni…= Ovviamente il Martucci viene da Marte, beato lui,. sbaglia nel dare un titolo che la Spatafora non ha, scrive che i terreni espropriati =erano mezzi di sostegno economico per i cittadini= e dimostra di essere disinformato perché quei terreni li conosco dalla mia lontana gioventù; nel 1970 erano un deserto di spine. I miliardi, sprecati dico io, per mettere in cisurezza la falesia della spiaggia del Faraglione partono da un’iniziativa nefasta del comune -taccio dei danni che il villaggio ha subito-; Del comune è pure l’idea di realizzare nel punto più bello dell’isola -l’interno del cratere della Falconiera- il depuratore fognario, i cui sbancamenti per realizzarlo hanno distrutto un piccolo villaggio preistorico.

Dove eravate odierni difensori dell’isola -istituzioni, proloco, cittadini di Ustica quando sono stati smantellati diversi insediamenti preistorici allo Spalmatore, fra i quali uno Neolitico il più antico dell’isola, quando per promuovere il turismo i fondali dell’isola sono stati saccheggiati e le cernie estinte ?

Egr. dr.ssa Marcella Croce critico la sua forma gratuitamente aggressiva. L’erba non la nega nessuno, del cancello divelto il sig. autista dovrebbe darne conto.

Amichevolmente mi permetto suggerirle di scrivere un’altro articolo sul Museo di Ustica nel quale -dopo che si sia ampiamente documentata- dia atto che assolutamente nulla si sarebbe realizzato senza la competenza e la abnegazione della funzionaria archeologa Francesca Spatafora ed i pochi suoi collaboratori.

Giovanni Mannino (manninogiovanniçlibero.it)

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Dalla California Marlene Robershaw Manfre

mille grazie per la bella foto del villaggio preistorico dei Faraglioni !!! io sempre foto.

 

2 risposte

  1. millegrazie per la bella foto del villaggio preistorico dei Faraglioni !!! io sempre foto. Marlene Marchese Robershaw, Manfre

  2. Egr. dott.Giovanni Mannino, non é mia intenzione suscitare polemiche sulla natura dei terreni adiacenti al villaggio preistorico della zona faraglioni e all’allora mezzo di sostegno economico per i contadini locali, ma purtroppo, devo contraddirla. Lei asserisce di conoscere i terreni sin dal 1970 e ha ragione di dire che, a quell’epoca, questi si presentavano come un deserto di spine.Avrebbe dovuto visionarli alcuni anni prima che venissero venduti alla società Tramontana che, avendoli avuti espropriati, li ha abbandonati e di coseguenza, sono rimasti incolti. La zona di cui parliamo era composta da terreni vegeti, rigogliosi e, dal punto di vista agricolo, molto produttivi. Ecco il motivo della mia asserzione sul mezzo di sostegno economico per i contadini locali. Affermo ciò per diretta esperienza poiché il sottoscritto, allora giovincello (anni ’57-’58-59 etc),” scendeva ogni anno dal pianetta rosso per aiutare i nonni nella vendemmia di un vigneto ubicato proprio in quella zona. Distinti saluti, prof. G. nni Martucci

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