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Recensione romanzo – “Quel che resta è solo polvere”


A volte ritornano. Avevamo già parlato del romanzo di Giuseppe Oddo dal titolo “Quel che resta è solo polvere” all’inizio dell’anno in occasione della sua uscita in formato ebook su Amazon nella forma di libro autopubblicato e adesso siamo qui nuovamente a parlarne perché dopo meno di quattro mesi, complici le buone vendite, ha superato i confini del self publishing ed è sbarcato sul mercato dei romanzi editi in formato cartaceo.

Quel che resta è solo polvere è edito da Booksprint Edizioni, la casa editrice che nel 2016 ha portato un proprio libro alla finale del Premio Strega e nello stesso anno è stata protagonista a Casa Sanremo in occasione del festival con una importante partnership.

Il romanzo, di cui avevamo già parlato e che ricordiamo narra le vicende di alcuni protagonisti sullo sfondo di una guerra di secessione tra il nord e il sud dell’Italia,  conferma nell’edizione cartacea quanto di buono aveva fatto vedere nell’edizione digitale, dalla quale si discosta solo per una più decisa revisione del testo in chiave contemporanea e per una maggiore ricercatezza del linguaggio,  volutamente più spinto verso l’iperrealismo.

Dialoghi serrati e trama articolata ne fanno un romanzo di formazione tout court, difficilmente inquadrabile nei generi classici della letteratura.

Per queste ragioni è stato definito un romanzo cinematografico,  un romanzo di fantapolitica e un romanzo storico che pesca nel futuro piuttosto che nel passato: un apparente controsenso che lo rende già di per sé d’avanguardia.

La sensazione è che classificandolo si possa solo cogliere una parte di questo libro.

La vera anima del romanzo aldilà dei generi a cui viene associato è la sua scorrettezza politica, il suo antieroismo portato fino alle estreme conseguenze,  il senso di sconfitta che pervade ogni personaggio e l’assenza di momenti positivi.

Quel che resta è solo polvere è un romanzo senza filtri e senza mediazioni,  dove la violenza fisica e psicologica sono urlate e sbattute in faccia al lettore senza falsi pudori.

Il suo autore per descrivere ogni scena ha scelto di non usare metafore e di non edulcorare nessun momento, nemmeno quelli più emozionanti che in genere richiedono tratti di inchiostro più gentili.

Il romanzo si legge in maniera spedita e coinvolgente con capitoli che somigliano a tanti Ciak cinematografici assimilabili a un film di Stefano Sollima, il regista di Romanzo Criminale e ACAB, con riferimenti letterari evidenti agli scritti di Hemingway e Remarque, scrittori che appartengono, per sua stessa ammissione, al patrimonio culturale dell’autore.

Ne suggeriamo la lettura e siamo convinti che questo Romanzo vi conquisterà.

Quel che resta è solo polvere è edito da Booksprint Edizioni. È ordinabile sulle principali Librerie On Line (Mondadori, Feltrinelli, IBS).

Per gli utenti e lettori di  www.usticasape.it  che volessero acquistarlo direttamente sul sito della casa editrice è possibile usufruire di un buono sconto pari a 5 euro cliccando sul link qui sotto e digitando il codice BSE2017. 

http://www.booksprintedizioni.it/libro/Romanzo/quel-che-resta-e-solo-polvere

Ecco di seguito la trama, tratta dalla copertina del romanzo:

Mantova, l’ultima roccaforte nordista dove i Volontari Padani della Stilnovo hanno fatto quadrato contro Roma e la Repubblica Italiana, si prepara all’assedio finale. Con la guerra di secessione giunta all’ultimo atto, il Tenente Roberto Corsini ha deciso che non può mancare al grande evento della storia e sfruttando i buoni uffici dello zio, potente onorevole siciliano, ha ottenuto la cartolina per il fronte. Giunto a Firenze, poche settimane prima del Capodanno, scoprirà a sue spese che oltre la linea del Po, quella che i media hanno dipinto come una marcia trionfale, è solo una incontrollata esplosione di virulenza di una generazione che, da entrambe le parti, ha trovato nella morte il senso della propria vita.

Mantua, the last stronghold northerner where volunteers Po of Stilnovo did square against Rome and the Italian Republic, is preparing for the final siege. With the civil war came to the last act, Lt. Roberto Corsini decided you can’t miss the big event of the story and taking advantage of the good offices of his uncle, powerful Honorable Sicilian, got the postcard for the front. Come to Florence, a few weeks before the new year, will discover that at his own expense over the line of the Po, what the media has portrayed as a triumphal March, is just an uncontrolled explosion of virulence of a generation that, on both sides, found in death the meaning of his own life.

 

 

 

 

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