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Riceviamo e pubblichiamo – Le potature nei viali e nei giardini


Potatura eccessiva attaccapanniOgni anno nella stagione silvana che va da ottobre a marzo si vedono squadre di operai potare, spesso molto pesantemente, alberi nei giardini e nei viali. Ma quando sono necessarie le potature? E come vanno fatte?

Va detto prima di tutto che le potature non fanno bene agli alberi. Inoltre, le potature eccessive con il taglio di tutti i rami secondari interferiscono con lo sviluppo vegetativo impedendo nella primavera e per buona parte dell’estate successiva alla potatura di produrre una massa fogliare sufficiente alla funzione clorofilliana. Ciò comporta una debilitazione delle piante che non possono utilizzare direttamente l’energia solare, ma devono servirsi delle riserve alimentari immagazzinate.

È opinione comune, ma errata che le potature giovino agli alberi per “ringiovanirli” ovvero per spingerli a produrre dei nuovi rami. Un’altra credenza diffusa è invece che le potature servano ad evitare che le piante producano rami troppo grandi che possono cadere producendo danni.

La potatura eccessiva comporta due serie di conseguenze negative:

  • peggioramento dello stato fitosanitario, a causa di possibili infezioni e attacchi parassitari, anche perché gli alberi debilitati sono più facilmente preda di patogeni e di marciumi radicali;
  • in caso di ripetute potature drastiche su alberi adulti, crescita stentata, microfillia (foglie piccole), colorazione autunnale anticipata delle foglie, anomala e abbondante produzione di semi, disseccamenti apicali e di intere branche, ritardi nella maturazione del legno.

Le potature vanno quindi ridotte al minimo (al massimo si può rimuovere da 1/4 a 1/3 delle chiome) e fatte in modo corretto.

QUANDO SERVE POTARE

Le potature si possono fare nei seguenti casi.

Per eliminare i rami pericolanti onde evitare che producano danni nella loro caduta; in questo casi ci si limita ad anticipare un processo naturale per cui le piante eliminano i rami secchi che si staccherebbero naturalmente vicino al colletto; oltre ai rami secchi si eliminano quelli deboli e quelli che premono su altri rami producendo ferite nella corteccia. Queste potature dovrebbero essere selettive, mentre non sono accettabili pesanti potature preventive che, per ridurre il pericolo di schianti di rami, riducono gli alberi a delle specie di grandi attaccapanni.

Per riequilibrare alberi sbilanciati o che oscillano molto in caso di vento forte con il rischio che schiantino; in questi casi si alleggerisce la chioma nel lato in cui l’albero pende o, se oscilla molto, lo si riduce in altezza.

Per rimediare ad eccessive densità d’impianto: quando si piantano alberi nei parchi e giardini talvolta non si tiene conto del fatto che, una volta cresciuti, saranno troppo fitti e le loro chiome si daranno reciprocamente fastidio. La potatura per ridurre le chiome è in realtà un rimedio non risolutore e meglio sarebbe, almeno nei giardini, procedere al diradamento, eliminando alcuni alberi per lasciare più spazio ai migliori; nei viali cittadini, in cui é più problematico diradare i filari di alberi, si opta in genere per oculati accorciamenti delle chiome sempre evitando drastiche potature.

Per ridurre l’ombreggiamento: gli alberi a volte sono troppo ingombranti e i loro rami arrivano fino ai muri e alle finestre degli edifici. Una potatura non eccessiva e limitata all’asporto dei rami invadenti è tollerabile perché non crea grandi scompensi all’albero come nei casi di potature drastiche, anche se la soluzione migliore è quella preventiva di piantare gli alberi lasciando loro uno spazio sufficiente.

Esistono poi casi di potature a forma obbligata per dare all’albero una certa forma, per fini estetici o per conseguenza della scelta errata delle specie di alberi, ad esempio quando si collocano nei viali platani invece di specie meno ingombranti.

Si usa ancora di frequente, soprattutto nei viali, la molto criticabile pratica della capitozzatura che consiste nel tagliare i tronchi di netto sotto la chioma o nell’asportare gran parte della chioma lasciando solo branche principali mozzate. Questa pratica deleteria per la fisiologia della pianta toglie tutti i rami principali e secondari e la pianta deve fare un enorme sforzo per sostituirli con tutti i pericoli di cui si è detto prima.

Quindi le potature devono essere finalizzate ai seguenti obiettivi:

  • risolvere problemi di stabilità, verticalità ed ingombro;
    mantenere il più possibile il portamento scelto;
    rimuovere focolai d’infezione.

COME SI DEVE POTARE

Prima di tutto bisogna evitare le potature drastiche che lasciano monconi: occorre lasciare sempre rami secondari in modo che la pianta possa produrre subito le foglie all’inizio della stagione vegetativa. Vanno evitate ferite di diametro superiore ai 10 cm. I rami vanno tagliati non a raso, ma mantenendo il colletto con una potatura obliqua ed evitando di lasciare piccoli monconi. Non si usano più i cosiddetti cicatrizzanti per coprire le ferite dei tagli perché non sono utili e possono agevolare la proliferazione dei patogeni.

I TIPI DI POTATURA IN AMBIENTE URBANO

I più consueti interventi di potatura in ambiente urbano sono:

  • potatura di trapianto: si fa al momento della messa a dimora della pianta equilibrando la chioma, asportando le sue parti troppo basse e facendo attenzione ad evitare la riduzione generale eccessiva dei rami che avrebbe effetti negatovi sullo sviluppo della pianta e dell’ apparato radicale;
  • potatura di allevamento: è praticata in un arco di tempo di circa 10 anni dalla messa a dimora e consiste in una potatura di formazione nei primi 2 – 3 anni e di libero sviluppo nei successivi con l’eliminazione dei rami troppo vigorosi, malformati, maldisposti o in competizione con i rami vicini;
  • potatura di mantenimento o di rimonda: è un intervento di gestione ordinaria praticabile con turni di 5 – 7 anni durante la fase di maturità dell’albero; è un’operazione rivolta essenzialmente all’eliminazione dei rami secchi;
  • potatura di ringiovanimento: in caso di seccumi diffusi per motivi di senescenza viene accorciata la chioma anche, se serve, in modo drastico, con l’accortezza però di lasciare sempre i rami secondari;
  • potatura in forma obbligata: nei casi di mantenimento di chiome modellate con valore storico a forma di candelabro, tronco di cono, ombrello, le operazioni di potatura devono essere condotte con turni molto ravvicinati lasciando sempre molti rami secondari anche se accorciati;
  • potatura di contenimento e riequilibratura: si rende necessaria per vincoli imposti dalla presenza di linee elettriche e filotramviarie, eccessiva vicinanza a fabbricati o altri manufatti; essa può riguardare il contenimento laterale o verticale o entrambi, rispettando il più possibile il portamento naturale della pianta;
  • potatura a tutta cima: consiste nell’asportare la porzione apicale di un ramo o del tronco stesso fino all’inserzione di un ramo secondario o inferiore rispettando la funzionalità fisiologica e l’aspetto estetico ornamentale; questo tipo di potatura non va bene in alberi adulti sottoposto per molto tempo a potature drastiche, per soggetti sistematicamente capitozzati e per piante cresciute con sesto d’impianto molto ravvicinato o filate (cioè cresciute molto alte e con tronco sottile).

dott. agr. Vladimir Vremec, già direttore del verde pubblico del Comune di Trieste
arch. Roberto Barocchi, già direttore dell’Ispettorato ripartimentale delle foreste di Trieste

Fonte:Rassegna Tecnica del Friuli – Venezia Giulia

(www.ilpaesaggio.eu/potature.htm)

 

 

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