Un saluto e un augurio “al caro Penombra” di AMARE TANTO.
Sono sicuro di essere un grande ignorante, poiché me ne accorgo quando leggo e imparo, ma il guaio è che siamo in pochi ad ammetterlo.
Comunque devo dare atto a me stesso che, all’inizio della settimana appena trascorsa, il mio cuore è rimasto ferito per via di un distratto e incontrollato “Apostrofo”.
Poi pian piano è subentrata alla mia anima la ragione, e volutamente il mio silenzio si è comportato simile al serpente “Biacco”, che finge di essere morto per fare uscire allo scoperto le sue prede, per poi colpirle.
Dopo, per fortuna, il mio cuore è tornato ad amare, ma a proprie spese ha imparato una cosa, ad avere più paura della povertà d’animo di alcune persone, piuttosto che della loro ignoranza.
Gli uomini piccolissimi si esprimono tramite parole espresse da grandi uomini, rifugiandosi in tal modo sotto l’ombra di esse.
E pensare che per me l’apostrofo non è altro che una virgola che prende l’ascensore, oppure, non è che una piccola falce conficcata volutamente sul tetto del rigo superiore, avendo solo uno scopo, quello di uccidere una vocale.
Adesso chi ha da ridire qualunque cosa, sia sui miei apostrofi che sulla mia ignoranza, si faccia avanti, così la sua mente la userò come un semplice attrezzo ginnico, sennò che rimanga nel buio del proprio cuore dove ha sempre vissuto.
Quindi mio caro “Penombra”, sinceramente le sembro così stupido e incolto come una erbaccia? Oppure fu una semplice distrazione la mia?
Non mi aspetto di certo una sua degna risposta, poiché questa non partirà mai da lei.
Comunque la prego provi, pure se la sua anima possiede per adesso un solo “attributo”.
Ora può tornare con tutta calma a indossare quel suo abbigliamento mimetico e mischiarsi tra la gente perbene.
E rimanga pure in attesa col suo smartphone in mano, pronto ad impallinare tranquillamente il suo prossimo “merlo stonato”.
Grazie per essersi manifestato a me con tutto il suo dolore, e con tanta compassione la saluto e le auguro di AMARE TANTO.
Pietro Fiorito