Ustica sape

Ustica, Borgo San Francesco


Via Borgo San Francesco
Via Borgo San Francesco

Rifacimento zona via San Francesco al Borgo


 Rifacimento zona Via San Francesco al Borgo

Gangi (Palermo) vince il concorso il Borgo dei Borghi


[ id=22207 w=320 h=240 float=left]Gangi è “Il Borgo dei Borghi 2014”. Il centro madonita il più votato dagli italiani al concorso indetto da Rai Tre nell’ambito della trasmissione “Alle Falde del Kilimangiaro”

«Gangi è il Borgo dei Borghi 2014!» è questa la frase pronunciata stasera (20 aprile Ndr) da Licia Colò, che ha riempito il cuore dei siciliani d’orgoglio e di gioia.

Il piccolo centro madonita è riuscito a competere con i borghi più belli d’Italia ed è stato il più votato dagli italiani, seguito da Bosa (Oristano, Sardegna) e Santa Severina (Crotone, Calabria), che hanno rispettivamente conquistato il secondo ed il terzo posto sui venti borghi partecipanti al concorso indetto da Rai Tre in collaborazione con l’Associazione “I Borghi d’Italia”.

Il titolo “espugnato” è un vero successo per i gangitani, per le Madonie e per tutta l’isola. Ma soprattutto una vetrina unica per Gangi che stasera è stata presentata ad un pubblico vastissimo in tutte le sue bellezze e peculiarità. Una finestra promozionale che non si limita alla sola trasmissione televisiva di questa sera, ma che durerà per mesi.

Lanciata un paio di mesi fa dal programma “Alle Falde del Kilimingiaro”, alla gara tra i borghi italiani avevamo creduto e riposto fiducia fin da subito, promuovendo la votazione di Gangi con un apposito link dalle pagine del nostro giornale. (Era possibile votare tramite il web). Non nascondiamo un pizzico d’orgoglio nell’asserire che la fiducia è stata ben riposta e che i gangitani, quanto i siciliani, meritano questa bella vittoria.

Come dicevamo, venti erano i paesi a competere, uno per ogni regione d’Italia. Ben 134 mila i votanti di tutta la penisola. Dopo aver presentato tutti i paesi, uno per uno, con immagini semplicemente straordinarie, risalendo la classifica dal XX posto, al termine della serata, Licia Colò e Dario Vergassola hanno proclamato il vincitore. Poi l’emozionante consegna della targa con la scritta “Borgo dei Borghi 2014” al Sindaco Giuseppe Ferrarello.[ id=22208 w=320 h=240 float=right]

Le immagini trasmesse, ovviamente, erano registrate. La conduttrice del programma “Alle Falde del Kilimangiaro” si era recata sul posto la Domenica delle Palme (il 13 aprile) per girare il servizio e, in quella occasione, era stata accolta da una marea di gente che riempiva ogni angolo di piazza del Popolo e le vie limitrofe. Oltre a Palazzo Bongiorno ed alla chiesa Madre, le telecamere hanno portato nelle case dei telespettatori gli antichi mestieri gangitani, tra cui l’arte della scrittura su pergamena, come pure l’abilità delle attuali maestranze; concludendo con le danze folkloristiche allestite per la famosa Sagra della Spiga.[

Il ritorno della Colò in paese aveva lasciato presagire la vittoria. Ma, in ossequio al detto “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco” abbiamo preferito attendere l’ufficialità, assieme ai numerosi gangitani che hanno seguito la trasmissione dinanzi al maxi schermo allestito in piazza del Popolo.

Un plauso all’Amministrazione Ferrarello per aver aderito all’iniziativa, ma un plauso va senz’altro ai gangitani e a tutti i siciliani per averla sostenuta con il voto. Alla Rai il merito di aver fatto conoscere ed assaporare angoli reconditi d’Italia, altrettanto ricchi di storia e di bellezza quanto quelli interessati dai grandi flussi turistici.

Fonte: il Caleidoscopio delle Madonie

(Articolo ricevuto da Antonella Carrubba per ricordare il Paese di nascita del nostro indimenticabile Parroco Padre Carmelo)

 

Ustica: Vecchio Borgo


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Via Borgo San Francesco


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USTICA – Il Borgo delle Case Vecchie


[ id=9737 w=320 h=240 float=left] Breve  storia tratto da “Ustica – Itinerari attraverso il paesaggio, le popolazioni e l’architettura di un’isola unica”, Maria Grazia Barraco, 2007.

– L’insediamento delle Case Vecchie nacque probabilmente in epoca romana come fattoria; trasformato, intorno al 1200, in monastero cistercense con una Chiesa, fu utilizzato come prima abitazione dai coloni a metà del 1700.

Venne in parte abbandonato e destinato esclusivamente a ricovero per animali tra il 1800 e il 1900 e infine riscoperto come sito residenziale a partire dagli anni ’70 per le sue particolari caratteristiche storiche, architettoniche e ambientali.

Il ritrovamento sporadico di frammenti di ceramica conferma la sua frequentazione nella Media Età del Bronzo. La maggiore quantità di reperti rinvenuti è costituita da ceramica del V-VI sec. d.C., della stessa epoca della necropoli tardo romana della Falconiera, quando l’isola era intensamente coltivata.

Fonti medievali confermano la presenza di un cenobio di monaci e di una numerosa comunità di agricoltori. Il Cenobio cistercense sorse probabilmente verso la metà del secolo XII. Nel 1219 Urso Vescovo della Chiesa di Girgenti dà notizia di una cittadella e di un monastero; nel 1257 Papa Alessandro IV con una Bolla del 6 novembre ratifica l’accorpamento del Monastero di Santa Maria di Ustica all’Abbazia Cistercense di Casamari; nel 1273 Guidone, Vescovo di Agrigento, cita il Monastero di Ustica ed ancora nel 1313 con una Bolla di Papa Clemente V viene concesso all’Arcivescovo di Palermo il dominio spirituale dell’Isola di Ustica e del Monastero di Santa Maria.

L’insediamento, anche nella locazione, manifesta la sua collocazione temporale: è a breve distanza dal migliore approdo dell’isola; dalla sua posizione controlla la piana di Tramontana a nord e gran parte del versante sud; è nelle vicinanze delle vette più alte dell’Isola: Falconiera (rifugio fortificato) e Monte Guardia del Turco e, soprattutto, non è visibile dal mare da qualunque direzione si arrivi, elemento essenziale per la sicurezza degli abitanti fino a quando, nel 1763, le fortificazioni e una guarnigione di militari furono posti a loro difesa.

La presenza dei corsari in tutto il Mediterraneo e le frequenti incursioni nell’isola indussero presumibilmente intorno al XIV secolo i monaci ad abbandonare il convento e l’isola rimase disabitata per lungo tempo, tanto che, nella metà del Settecento, il Dizionario Topografico della Sicilia di Vito Amico, registra Ustica come “insula nostra aetate deserta”.

Ancora oggi, nel Borgo delle Case Vecchie, è visibile la Chiesa del monastero, che la memoria locale individua nel piccolo edificio che si affaccia lungo la strada vicinale del Bosco, con pianta rettangolare, muratura a conci di tufo e copertura a doppia falda.

Il Monastero cistercense abbandonato dai monaci fu riusato dai coloni provenienti da Lipari che, a metà Settecento, a seguito di un bando borbonico, colonizzarono l’isola e che, in attesa che si costruisse il nuovo paese, adattarono alle loro esigenze e riprogettarono i ruderi del convento trasmettendo al sito la propria cultura architettonica che rivela nell’utilizzo di cortili interni, di percorsi ad imbuto, di riseghe, di non ortogonalità, le tracce di un impianto urbanistico di matrice islamica.

Quando i coloni si trasferirono nelle nuove case del paese (edificato a partire dal 1760) le Case Vecchie vennero ancora usate come stalle e fienili. Oggi, restaurate, sono diventate case di vacanza o di residenza.

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In questo luogo sono in vendita alcuni lotti con progetto approvato, elaborati nel completo rispetto del paesaggio e della storia del Borgo. Si tratta di cinque unità, tutte sviluppate su due livelli, le cui cubature variano dai 40 ai 76 mq. circa. Due unità più piccole si affacciano sui vicoli; una terza ha un terrazzo con vista mare e le due più grandi, oltre al terrazzo, possiedono anche un piccolo giardino. I lotti sono accorpabili. La peculiarità delle case è che godono della frescura della campagna pur stando a 5 minuti dalla piazza;la visuale è spettacolare perché abbraccia l’arco che parte dalla Falconiera e arriva alla Torre Santa Maria.

Per ulteriori informazioni contattare il numero (39) 333 3601093.