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Conferenza Stampa presentazione “Rete delle Isole di confino”


È stata presentata martedì 5 dicembre la “Rete delle isole di confino” presso la sala stampa di Palazzo Madama a Roma, un coordinamento tra le isole nelle quali, durante il fascismo, furono confinati gli oppositori del regime fascista.

Il progetto, portato avanti grazie al supporto dell’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, (Anppia) è stato presentato dal presidente ANPPIA nazionale Spartaco Geppetti e il vicepresidente Marco Miccoli.

L’evento è stato moderato dallo storico Claudio Natoli e ha visto l’intervento dei rappresentanti dei Centro Studi delle isole di Ventotene, Ustica, Tremiti, Ponza, Lipari. È intervenuta per l’occasione la vicepresidente del Senato, Anna Rossomando sottolineando il coraggio dei protagonisti e dei relegati Antifascisti confinati nelle isole.

Attraverso la costituzione di tale rete viene avviata una collaborazione e ricerca comune che mira ad offrire una prospettiva approfondita su uno dei periodi più bui della storia nazionale, con l’obiettivo di attivare un dialogo con le amministrazioni e le istituzioni allo scopo di valorizzare le Isole confinarie come luogo della memoria collettiva e per accrescere la conoscenza storica tra le popolazioni locali e i turisti che le visitano.

 

 

 

Esposta a Bruxelles la mostra del Centro Studi “Il confino politico a Ustica nel 1926-1927”


La mostra del Centro Studi Il confino politico a Ustica nel 1926-1927 “Immotus nec iners” è attualmente esposta a Bruxelles su invito dell’Istituto Italiano di Cultura, organismo del Ministero degli Affari Esteri italiano in Belgio. È allestita nel salone delle esposizioni dell’Istituto dal 24 aprile e resterà fino al 5 maggio prossimi per celebrare il 74° della Liberazione.

L’evento nasce dall’iniziativa di una turista che aveva avuto occasione di apprezzare la mostra visitata in occasione di una sua vacanza sull’isola. È quindi un riconoscimento maturato autonomamente all’esterno del Centro Studi. Ustica conquista con le proprie qualità culturali una ribalta internazionale di prestigio come quella offerta nella Capitale d’Europa.

È, questa, un’ulteriore conferma del prestigio conquistato dal Centro Studi nel mondo della cultura anche oltre confine. Un prestigio meritato per le numerose ricerche, studi e approfondimenti sui vari aspetti della storia e della natura dell’isola: un lavoro di ricostruzione dell’identità culturale dell’isola svolto, ormai da vent’anni, da tantissimi soci, usticesi e non, impegnati con entusiasmo e con rigore scientifico (lo ha ben ricordato in prof. Sassi nel suo articolo pubblicato sull’ultimo numero di Lettera).

Massimo Caserta e Vito Ailara sono gli autori della mostra con la collaborazione data da tanti altri soci e sostenitori del Centro Studi con ricerche, scritti, incoraggiamenti e contributi vari

Il Presidente
Mariella Barraco

Centro Studi, alcune domande a Giorgio Tranchina sul “confino politico a Ustica nel 1926-27”


 

Il Centro Studi nel quadro della ripresa delle proprie attività post-agostane ricostruisce una bella pagina della storia italiana scritta nella nostra Isola partendo dai contenuti della tesi “Il confino politico a Ustica nel 1926-27” di Giorgio Tranchina, il quale ha cortesemente risposto ad una serie di domande le cui risposte costituiscono una sintetica anticipazione su argomenti che saranno più ampiamente sviluppati nel corso dell’intervento di domani.

Giorgio, quale l’obiettivo della tua ricerca ?

E’ quello di dare un contributo agli studi che in passato hanno avvalorato la tesi che vede l’Isola di Ustica come “un’osservatorio privilegiato” in materia di confino evidenziando il ruolo che la Colonia di Confino usticese ebbe all’interno della più ampia storia del confino di polizia fascista nel novecento nonché              il legame tra la storia di un luogo apparentemente appartato con quella nazionale dell’Italia intera.

Hai preso in esame un periodo dal Novembre 1926 all’Ottobre 1927; c’è un ragione particolare ?

Perchè questa esperienza tra il ’26 ed il ’27 si distingue da tutte le precedenti confinarie;  i confinati politici non si limitarono a vivere la realtà in cui furono costretti a soggiornare ma la modificarono profondamente migliorando sotto certi aspetti le pessime condizioni di vita; un giovamento economico, sociale e culturale che contribuì non poco ad evitare l’abbrutimento che l’isolamento avrebbe sicuramente causato.

­Paradossalmente è possibile sostenere che la formazione delle colonie confinarie ebbe sul regime fascista dell’epoca un vero e proprio effetto “boomerang” ?

Proprio così; concentrando la gran parte degli oppositori politici in piccole realtà come quella usticese, queste divennero veri e propri “laboratori” nei quali venne sperimentata la creazione di collettivi antifascisti. Notevole fu il loro contributo al riscatto civile e culturale dell’Isola attraverso la condivisione di esperienze e sopratutto con l’istruzione; iniziative che costituirono un concreto punto di ribellione.

L’appuntamento con Giorgio Tranchina, che ringrazio, è al Centro Accoglienza alle ore 18,00 del 17-09-2015. Introdurrà Vito Ailara.

a cura di Mario Oddo

Corsi e ricorsi storici: Nuova forma di “confino” ad Ustica?


E’ fin troppo chiaro a questo punto che ad Ustica nel 2012, corsi e ricorsi storici, si registra una nuova forma di “confino”, quello al quale sono destinati tutti coloro che hanno idee e progetti dissimili da quello del Sindaco (e la scandalosamente ignorata Commissione Portualità in questi giorni ne sa particolarmente qualcosa). Con l’unica differenza rispetto a quando c’era “Lui” che i “moderni confinati” non vengono spediti lì dal “continente” ma sono già residenti nell’Isola e non hanno imposti limiti di circolazione e di orario. La lettera “M” colpisce ancora ….

Mario Oddo

Convegno sul confino coatto a Lipari


Convegno sul confino coatto a cura di Peppe Paino – Lipari.biz…

Il 28 e 29 maggio p.v. si terrà a Lipari, nelle isole Eolie, un convegno promosso dal Centro Studi Eoliano dal titolo “La lunga notte di Lipari. Anarchici e socialisti al confino coatto”-

Le isole Eolie, e in particolare Lipari nel periodo fascista, sono state protagoniste di una triste pagina della storia italiana, in quanto destinazione di numerosi oppositori al regime che vi hanno trascorso periodi più o meno lunghi di soggiorno obbligato.

Il Centro Studi di Lipari – nato quasi trent’anni fa proprio per ricostruire le vicende umane legate al confino fascista nell’isola di Lipari attraverso pubblicazioni e convegni – negli ultimi due anni ha compiuto una serie di lunghe ricerche che sono state riassunte nel volume “La Lunga Notte di Lipari” di Giuseppe La Greca che sarà presentato in occasione del Convegno.

Il convegno si terrà presso la Chiesa dell’Immacolata nel Castello di Lipari, che è proprio il luogo nel quale i coatti erano tenuti segregati per buona parte della loro giornata.

L’agenda del convegno – il cui comitato organizzatore è presieduto da Alberto La Volpe – prevede una fitta alternanza di studiosi provenienti dalle maggiori università italiane tra i quali: il prof. Piero Craveri dell’Università di Napoli, il prof. Santi Fedele dell’Università di Messina e il prof. Giuseppe Tamburano della Fondazione Nenni.

Sono previsti anche interventi di altri relatori d’eccezione, esperti sul tema: Giorgio Benvenuto, Giuseppe La Greca, Paolo Mauri, Angelo Raffa, Lidia Ravera e Marcello Sorgi. Saranno presenti anche i responsabili del Centro Studi di Ustica e Lampedusa, che completeranno il quadro con la storia del confino coatto in queste isole, e verranno presentati anche i risultati di una ricerca fatta su questo tema dagli studenti dell’ITC di Lipari.

Il Convegno sarà affiancato da una mostra fotografica sul confino coatto a Lipari e dalla rappresentazione teatrale della novella del Decamerone “Gostanza e Martuccio” ambientata a Lipari, a cura del Piccolo Borgo Antico di Lipari.

Per vedere il programma cliccare qui; la partecipazione è libera, tutti gli interessati sono invitati a partecipare.

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