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BONUS DI € 1.000,00 PER LA NASCITA DI UN FIGLIO…

Ustica, Francesco e Flora attendono arrivo figlio


Ustica, Francesco e Flora attendono arrivo figlio

TROPPI PREMI PER “MIO FIGLIO. L’AMORE CHE NON HO FATTO IN TEMPO A DIRGLI” DI MARCO TERMENANA?


LIBRI, COSTUME E CULTURA D’AVANGUARDIA 

 Il parere del poeta Rodolfo Vettorello

Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli” di Marco Termenana (pseudonimo), cioè il libro uscito agli inizi di giugno, il 27 novembre matura l’ottavo titolo per Concorsi Letterari italiani.

“Ma servirà davvero a qualcosa ricevere tutti questi riconoscimenti o concorre solo ad alimentare la vanità dell’autore?”

Innanzitutto, prima di rispondere, qualche dato circostanziato per inquadrare chi non conosce ancora Marco Termenana.

Con lo pseudonimo di El Grinta, sullo stesso argomento, ha già pubblicato GIUSEPPE nel 2016.

I romanzi sono ispirati al suicidio realmente accaduto nella notte tra il (altro…)

LIBRI: PREMIO INTERNAZIONALE GIOVANNI BERTACCHI IN FINALE “MIO FIGLIO. L’AMORE CHE NON HO FATTO IN TEMPO A DIRGLI” di Marco Termenana 


 

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Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli” di Marco Termenana, cioè il libro uscito agli inizi di questa estate, è risultato finalista alla ottava edizione del Premio Internazionale di Letteratura “Giovanni Bertacchi”, per la sezione volumi editi.

Per questo viene presentato dallo stesso autore a Sondrio, domenica 17 ottobre p. v., h. 15, presso la Sala Fabio Besta della Banca Popolare di Sondrio, in Piazza Garibaldi.

Il Concorso “Giovanni Bertacchi” nasce nel 2013, da un’idea del Dottor Massimiliano Greco che ne è tuttora il Direttore Generale. In questi anni il Premio ha acquisito sempre più rilevanza e prestigio, coinvolgendo importanti personalità del mondo letterario e culturale e ottenendo importanti riconoscimenti anche dai principali canali letterari, che lo ritengono uno dei più importanti concorsi internazionali di poesia e narrativa. Il Presidente della Commissione Scientifica è il Dottor Antonio Muraca che coordina le due giurie presiedute dalla Dottoressa Marina Mattei (Curatrice dei musei capitolini di Roma) e dal Dottor Mario De Rosa (Presidente dell’Associazione Orion e Presidente del Premio internazionale, Morano città d’arte).

Per “Mio figlio“, invece, questo riconoscimento segue a distanza di qualche settimana quello ricevuto il 2 ottobre u. s. al “Premio Montefiore” e quello conseguito a La Spezia il 10 ottobre u. s., con il Premio “Il Sigillo di Dante” dove si è classificato quinto. A loro volta, questi riconoscimenti hanno fatto seguito a quello conseguito il 5 luglio u. s. al “Premio Riviera Laurence Olivier e Vivien Leigh” a Bardolino, in provincia di Verona, dove gli è stato assegnato il secondo posto.

Quattro riconoscimenti in quattro mesi… L’autore è un astro nascente della letteratura?

Con lo pseudonimo di El Grinta, sullo stesso argomento, ha già pubblicato GIUSEPPE nel 2016.

I romanzi sono ispirati al suicidio realmente accaduto nella notte tra il 24 ed il 25 marzo 2014 a Milano, città in cui vive, di Giuseppe, il figlio all’epoca ventunenne (il primo di tre), quando cioè apre la finestra della sua camera, all’ottavo piano di un palazzo, e si lancia nel vuoto.

Si racconta il mal di vivere di un essere che si è sentito sin dall’adolescenza intrappolato nel proprio corpo e, infatti, è anche la storia di Noemi, alter ego femminile che assume contorni definiti nella vita dei genitori solo nel momento in cui si toglie la vita.

Tragedia non solo di mancata transessualità ma anche di mortale isolamento, al secolo hikikomori.

Già è stato scritto che non si tratta di una sdolcinata storia finita male che commuove i critici delle Giure, ma di una cronaca – dettagliata e ben raccontata – della lotta incessante di un padre all’incomunicabilità tra genitori e figli durata l’arco della breve vita di Giuseppe e narrata a ritroso a partire dalla notte maledetta.

L’autore, quindi, potrà anche essere o non essere un astro nascente della letteratura ma forse il segreto del successo del libro giace qui ed è questo semplice principio che dovrebbe far riflettere fino a spiegare tutto: il desiderio di tutti noi di rivedersi e ritrovarsi nel racconto senza veli di quello che siamo nei nostri insuccessi, in particolare in ciò che ci sta più a cuore e cioè il rapporto con i nostri figli, e di cui spesso non abbiamo il coraggio di parlare. Tema trasversale anche per docenti, psicologi, dirigenti scolastici, educatori in senso lato, oltre che per gli stessi figli, insomma tutti i membri della “filiera” educativa. Ma, soprattutto, visto l’interesse che i ragazzi mostrano per Giuseppe identificandosi in tratti o in tutta la sua storia, ci auguriamo che “Mio figlio” diventi presto una lettura autonoma suggerita per quanti più studenti è possibile a partire dalle medie.

Non astro nascente, dunque, ma testimone inconsapevole di un libro fortemente educativo che concorre a colmare un vuoto dei nostri tempi?

Ce lo dirà la storia.

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L’autore è contattabile attraverso la sua nuova pagina Facebook “Marco Termenana

Ustica anni 60 – papà Pietro foto, ricordo con il figlio


papà Pietro con il figlio

Premio Riviera Laurence Olivier Vivien Leigh, secondo posto a “Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli” di marco termenana


ARRIVA IL PRIMO RICONOSCIMENTO PER
“MIO FIGLIO. L’AMORE CHE NON HO FATTO IN TEMPO A DIRGLI”
DI MARCO TERMENANA

 

Una partenza sprint: appena “atterrato” in libreria e già premiato

Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli” di Marco Termenana cioè il libro che dai primi giorni di giugno è disponibile in tutte le librerie, incluse le principali on line, lunedì 5 luglio u. s., ha conseguito il secondo posto per le opere edite, alla ventiduesima edizione del concorso letterario nazionale “Premio Riviera Laurence Olivier e Vivien Leigh”.

Ennesima prova, quand’anche ce ne fosse ancora bisogno, che questo è il libro che tutti i ragazzi, a partire dalla scuola media, e i loro genitori e docenti dovrebbero leggere almeno una volta.

La cerimonia di premiazione si è svolta a Bardolino, Verona, sul Lago di Garda, presso la suggestiva Sala conferenze del Palazzo La Loggia Rambaldi.

Il premio viene organizzato ogni anno dal Comitato editoriale del Corriere della Riviera ed è patrocinato dal Comune di Bardolino e altri prestigiosi enti, tra cui la Regione Veneto, la Provincia di Verona e la Comunità del Garda. Andrea Torresani ne è l’ideatore e il direttore artistico. Susanna Gecchele la presentatrice. Per capire il prestigio che ha raggiunto, bisogna pensare che nel 2014 ha ricevuto tre medaglie dalla Presidenza della Repubblica oltre ad avere avuto altri patrocini importanti come quello della Presidenza del Consiglio.

Ma ritorniamo all’autore.

A chi legge di lui ora per la prima volta, giova precisare che, con lo pseudonimo di El Grinta, sullo stesso argomento, ha già pubblicato GIUSEPPE nel 2016.

I romanzi sono ispirati al suicidio realmente accaduto nella (altro…)

“MIO FIGLIO. L’AMORE CHE NON HO FATTO IN TEMPO A DIRGLI”


LIBRI, COSTUME E CULTURA D’AVANGUARDIA 

“MIO FIGLIO. L’AMORE
CHE NON HO FATTO IN TEMPO A DIRGLI”
ARRIVA IN LIBRERIA

Una lettura per figli, genitori e docenti

Dai primi giorni di giugno, in tutte le librerie, incluse le principali on line, è disponibile “Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli” di Marco Termenana (pseudonimo), edito da CSA di Castellana Grotte, Bari.

L’autore, con lo pseudonimo di El Grinta, sullo stesso argomento, ha già pubblicato GIUSEPPE.

Il romanzo è ispirato al suicidio realmente accaduto nella notte tra il 24 ed il 25 marzo 2014 a Milano, città in cui vive, di Giuseppe, il figlio all’epoca ventunenne (il primo di tre), quando cioè apre la finestra della sua camera, all’ottavo piano di un palazzo, e si lancia nel vuoto.

Si racconta il mal di vivere di un essere che si è sentito sin dall’adolescenza intrappolato nel proprio corpo e, infatti, è anche la storia di Noemi, alter ego femminile che assume contorni definiti nella vita dei genitori solo nel momento in cui si toglie la vita.

Tragedia non solo di mancata transessualità ma anche e soprattutto di sofferto e mortale isolamento, al secolo hikikomori.

Da novembre 2017 a novembre 2019, prima cioè che il covid fermasse l’attività in presenza delle scuole, l’autore ha presentato la storia per tutta Italia, in 24 Istituti Superiori e una di primo grado (solo alle terze), fino ad arrivare a novembre 2020, quando, attraverso questa testimonianza, l’Amministrazione Comunale di Viareggio ha voluto tenere anche un incontro on line, con un credito formativo riconosciuto dal MIUR, per i docenti che vi partecipavano.

E se questo la dice lunga sul pubblico, come critica letteraria, da agosto 2016 ad aprile 2019 (la prima edizione è di maggio 2016 e la seconda di maggio 2018), il racconto ha ricevuto 21 riconoscimenti in tutta Italia, tra cui vari primi Premio per la narrativa edita.

Ma perché un nuovo libro su Giuseppe e perché ancora questi temi? Non si rischia di essere banali e sdolcinati? Bruschezza a parte, quanti sono i figli che muoiono in incidenti o si suicidano perché non si sentono accettati o per il loro orientamento sessuale o anche per altro e quanti sono i libri, le poesie, i film o le canzoni che si scrivono su di loro? Perché leggere una storia del genere?

L’argomento non è affatto banale e sdolcinato e non è questo. O, forse meglio, non è solo questo. Il vero argomento è l’incomunicabilità tra genitori e figli. Il libro infatti, se letto correttamente, può unire figli e genitori: i figli perché, attraverso un esempio di vita vera, hanno modo di rendersi conto di quanto sono amati dai genitori e i genitori fin dove possono spingersi con i figli.  In più, l’autore è dotato di un talento naturale di cui probabilmente neanche lui si rende conto, tale che gli consente di raccontare i sentimenti e i fatti che ha vissuto, anche i più tragici, attraverso delle maglie poetiche, come già ha scritto qualche giornale, che rendono la sua lettura avvincente e convincente.

Parliamo come genitori: non sappiamo se davvero abbia delle colpe come padre e neanche lo vogliamo sapere, sta di fatto che quando si mette a scrivere, diventa un vero e proprio “berretto verde” della letteratura – da cui tutti noi possiamo prendere e apprendere – con il magico potere di modificare finanche il tempo e farlo diventare uno solo: il presente di ciò che narra.

Per questo siamo fermamente convinti che questo è il libro che tutti i ragazzi, a partire dalla scuola media, e i loro genitori e docenti dovrebbero leggere almeno una volta.

Ultimo ma non per ultimo, suggerito anche alle nonne, visto il rapporto che Giuseppe aveva con quella materna e teneramente narrato.

E allora, sotto ragazzi e in bocca al lupo Giuseppe!

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L’autore è contattabile attraverso la sua nuova pagina Facebook “Marco Termenana”.

Ustica anni ’60 – i coniugi Palmisano si recano dal fotografo per una foto ricordo con il figlio


Ustica, foto ricordo con il figlio

Ustica dall’album dei ricordi giugno 1966 – mamma con figlio, chi sono?


Ustica dall’album dei ricordi 1967 – Mamma Gaetana Spampinata con figlio (Domenico?)


Aforismi, Citazioni, Proverbi… del giorno


Per quanto severo che sia un padre nel giudicare suo figlio, non sarà mai tanto severo come un figlio che giudica il padre.
(Enrique Jardiel)

Ustica dall’album dei ricordi marzo 1968 – Rosa Padovani Caserta con il piccolo Giancarlo (tale e quale!…)


Mamma con figlio, Ustica

Al Villaggio Letterario presentazione del libro “Giuseppe”: Il figlio che “vive” nel racconto di un padre grintoso.


La terza edizione 2017 del programma “Ustica Villaggio Letterario” che ha recentemente preso il via all’Hotel Punta Spalmatore/HUPS ospiterà il 7 luglio p.v. la presentazione del libro “Giuseppe”, evento che gli ideatori dell’UVL hanno fortemente voluto non solo al fine di proporre all’attenzione dell’auditorio una tematica del tutto particolare ma anche perchè occasione per tributare un dovuto riconoscimento al suo autore “El Grinta”, giornalista, laureato in Scienze Politiche, veneziano di nascita per puro caso, cresciuto a Salerno, residente oggi a Milano, che attraverso questo sofferto racconto si è via via ritagliato nell’ambito della narrativa uno spazio di primissimo piano nel panorama culturale nazionale come testimoniano i numerosissimi premi, ben sedici riconoscimenti letterari ricevuti in tutt’Italia ad appena un anno dalla pubblicazione, tra i quali il secondo posto ex aequo al prestigioso “Premio Piersanti Mattarella” 2016 che, tra l’altro, ha innescato vari contatti in Sicilia tra i quali appunto questo nell’isola di Ustica. Il romanzo, edito dal Gruppo Albatros, si è ispirato a quanto tragicamente accaduto nella notte tra il 24 e 25 marzo 2014 a Milano quando il ragazzo appena 21enne figlio dell’autore sceglie di togliersi la vita tormentato da enormi dubbi di identità, tanto che si vede a volte Giuseppe ma a volte Noemi, sdoppiamento di genere che per lui ha costituito un peso al quale purtroppo non ha retto.

Contatto telefonicamente l’autore del libro ed inizio un dialogo sull’argomento quasi timidamente; ho qualche difficoltà perchè mi rendo conto come ogni domanda può costituire riapertura in lui di una profondissima ferita ma mi trovo di fronte una persona eccezionalmente forte che mi toglie subito da un “imbarazzo” a prima vista inevitabile. Gli chiedo per prima cosa di quello pseudonimo inconsueto con cui firma la sua pubblicazione: …. “Giuseppe -è-, mi piace usare il presente, il primo di tre figli; gli altri due erano contrari a che io raccontassi attraverso un libro la nostra storia; li ho ammorbiditi solo garantendo loro che mi sarei coperto dietro a uno pseudonimo; ecco come nasce la firma onomatopeica “El Grinta”: ovviamente all’inizio, quando il romanzo era ancora appena abbozzato, avevo subito pensato al grande personaggio di John Wayne ed alla sua grande, determinata e spietata sete di giustizia e voglia  di “aggiustare” le cose, ma poi, poichè era evocativa appunto della grinta, morale e fisica, che mi era assolutamente indispensabile per la realizzazione certo non poco sofferta del progetto editoriale, l’ho lasciato; in pratica ho dato forza a me stesso“ …. C’è – domando ancora – chi in circostanze dolorose reagisce chiudendosi in se stesso, cè chi si apre, lei ha scelto la seconda strada …. “ io mi sono aperto, ho scritto per rabbia, per disperazione; pur essendo iscritto all’Ordine dei Giornalisti non scrivevo da 25 anni perchè per i casi della vita mi sono dedicato ad altro; scrivere “Giuseppe” per me è stato come ritrovare mio figlio e resuscitarlo seppure solo in spirito e questa scrittura debbo dire che mi ha procurato tanto sollievo; una volta scritto ho cercato un editore ed ho trovato il gruppo Albatros che, i favorevoli riscontri su tutto il territorio nazionale lo confermano giorno per giorno, ha edito un libro che sembra abbia tutti i numeri per far parlare a lungo di sé e destinato a lasciare una traccia profonda nella nostra cultura e per i nostri ragazzi” …. C’è quindi una finalità parallela, oltre a quella primaria di tenere vivo il ricordo di suo figlio, che ha ispirato la sua iniziativa? …. “si, ho iniziato a girare l’Italia per presentare “Giuseppe” e dall’autunno anche nei licei che hanno deciso di tenere delle presentazioni ad hoc per i loro studenti, perché la sua storia possa essere di aiuto anche ad altri ragazzi ed alle loro famiglie ad accettarsi per quello che sono senza vergogna e soprattutto senza il timore di aprirsi, almeno con un amico” …. Concludo con quella che ritengo la madre di tutte le domande chiedendo all’autore con quale stato d’animo vive ogni presentazione …. ripeto che scrivere “Giuseppe” per me è stato come ritrovare mio figlio e resuscitarlo in spirito; è per me indubbiamente un continuo turbamento ma tanto sollievo mi procurano la vicinanza, la solidarietà, le parole, gli abbracci (e non solo morali!), a volte anche le lagrime, gli applausi in un caleidoscopio di emozioni che puntualmente provo presso chi è venuto ad ascoltarmi, quando per la presentazione giro ogni angolo d’Italia”.                                                                                       

 Il libro “GIUSEPPE”, edito del Gruppo Albatros, sarà presentato venerdì 7 luglio p.v. alle 18,30 al Villaggio Punta Spalmatore di Ustica, nell’ambito delle iniziative culturali previste dalla terza edizione del Villaggio Letterario; relatrice la scrittrice Lucia Vincenti, nell’isola sarà presente l’autore. Ringrazio sentitamente El Grinta e mi unisco a quanti, numerosissimi, ad oggi ovunque ne hanno ammirato la grandissima forza d’animo, appunto <la grinta> nel realizzare un progetto editoriale che mantenesse “vivo” il suo Giuseppe; un numero che sicuramente è destinato ad accrescere a Ustica.

a cura di Mario Oddo

Tonino e il suo “gioiello”


 Tonino e il suo gioiello
Tonino e il suo gioiello

Le “coccole” di Mimma al figlio Mauro


 Le "coccole" di Mimma al figlio Mauro
Le “coccole” di Mimma al figlio Mauro

Licia a braccetto del figlio Francesco a seguito della processione di San Bartolicchio


Licia e il figlio Francesco
Licia e il figlio Francesco

Caterina Palmisano in Caserta con il figlio


Mamma con il figlio
Mamma con il figlio

il “Mancino” con il figlio


Il "Mancino" con il figlio
Il “Mancino” con il figlio

Lo sguardo amorevole di papà Marco verso il figlio


Sguardo amorevole del papa' verso il figlio
Sguardo amorevole di papa’ Marco verso il figlio
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