Ustica sape

BELLA USTICA, un’Isola che ha arricchito New Orleans e San Francisco – di Mariella Radaelli


Foto di Vincenzo Padovani

SAN FRANCISCO\ aise\ – “Era la vigilia di ferventi celebrazioni programmate per la festa di San Giuseppe del 1906, quando un terremoto colpì l’isola di Ustica, 72 chilometri a nord di Palermo, in Sicilia, nel Mar Tirreno. In quella inquietante notte del 18 marzo, l’intera popolazione si svegliò, nel panico e si precipitò per strada. Gli Usticesi riuscirono a raccogliere alcune cose dalle loro case e se ne andarono. Furono molto fortunati a sopravvivere. Le onde d’urto continuarono per quasi un mese, fino a metà aprile. Il 18 aprile, in un luogo molto lontano, un cataclisma e un rumore simile al ruggito di 10.000 leoni fece crollare 28.000 edifici, uccidendo migliaia di persone. Ora noto come il Terremoto di San Francisco del 1906, è ancora uno dei più significativi terremoti di tutti i tempi”. Inizia così l’articolo che Mariella Radaelli firma per “l’ItaloAmericano” diretto a San Francisco da Simone Schiavinato.
“Gli abitanti di San Francisco, durante quel mese, furono meno fortunati degli Usticesi. Questi sopravvissero e fuggirono a Palermo, dove alcuni di loro continuarono a fare ciò che i loro amici o la loro famiglia già faceva da molto tempo: si imbarcarono su una nave diretta, affrontarono un viaggio pericoloso e sbarcarono a New Orleans.
“New Orleans è stata una destinazione per molti cittadini di Ustica sin dal 1830”, spiega Vito Ailara, presidente onorario e cofondatore del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica.
Ailara dice che tra il 1850 e il 1870 la città di New Orleans e le zone vicine avevano la più grande popolazione italiana immigrata negli Stati Uniti. New Orleans, infatti, ha avuto la prima comunità italoamericana. Alcuni degli Usticesi avrebbero sostituito gli schiavi africani emancipati dopo la guerra civile americana, conflitto in cui molti Usticesi combatterono.
“Nel frattempo, il nostro popolo ha continuato a fuggire in Lousiana”, dice Ailara. “Nel 1910, la popolazione del quartiere francese della città era per l’80% italiana”.
Gli Usticesi di New Orleans sono sempre stati una comunità affiatata. Oggi contano ancora circa 80.000 persone.
Nel 1879 fondarono la Società San Bartolomeo, ufficialmente conosciuta come Congregazione di San Bartolomeo Apostolo, in modo che “i membri trovino sollievo e assistenza in caso di necessità e in cui i membri esprimano reciprocamente benevolenza, carità e cameratismo”. La Società San Bartolomeo è ancora oggi molto attiva.
“Attraverso le attività della società e il nostro portale per il mondo, www.ustica.org, ci sforziamo di adempiere alla missione dei nostri antenati e di promuovere il senso di comunità condiviso fra tutti i discendenti di Ustica”, afferma Chris Caravella, attuale presidente della San Bartolomeo Society a New Orleans.
Un noto Usticese è stato Emile Camarda, fondatore del Commander’s Palace, un famoso ristorante che è una tradizione di New Orleans da quasi 140 anni.
“Emile è nato a New Orleans il 4 settembre 1857, primo figlio di Peter Comarda e Josephine Venuti”, spiega Caravella. “La sua nascita è stata la prima registrata nei registri civili di New Orleans da un genitore usticese. Peter emigrò da Ustica a New Orleans nel 1852. Anche il musicista Swing Louis Prima e il trombettista Dixieland Joseph “Sharkey” Bonanno, alias “Sharkey Banana”, nacquero da un genitore usticese a New Orleans.
Gli Usticesi d’America sono orgogliosi di avere le loro radici a Ustica. L’isola è così bella: si tratta di un affioramento vulcanico pieno di natura che emerge da un’acqua di un intenso blu, popolare tra i subacquei. I visitatori sono sbalorditi dalla bellezza delle grotte di Ustica, in particolare dalla Grotta Azzurra, dove nel pomeriggio il mare assume un intenso colore azzurro, dalla Grotta Verde con i suoi riflessi smeraldo e dalla Grotta d’Oro, dove una luce dorata si riflette sull’acqua. Una delle spiagge più belle è Cala Sidoti, deliziosa insenatura di ciottoli scuri bagnata da un bellissimo mare cristallino poco profondo.
“I miei figli sono così fortunati a vivere qui”, dice Vito Ailara. Non hanno dovuto abbandonare questo paradiso. Non sono stati obbligati a lasciare tutto alle spalle per sfuggire alla povertà. Sono così fortunati. Gestiscono un hotel familiare, il più antico hotel dell’isola, situato a pochi passi dalle principali attrazioni della città, tra cui la Chiesa di San Ferdinando Re, il Porto di Ustica, un museo archeologico sottomarino a Torre Santa Maria e un laboratorio-museo di vulcanologia alla Rocca Della Falconiera. A pochi minuti di distanza si trova un antico villaggio dell’età del bronzo, nonché le più famose località balneari dell’isola e la zona A nell’area marina protetta.
Dal 1880, centinaia di famiglie di Ustica a New Orleans si state reinsediate a San Francisco. “Siamo in contatto con molti di loro come la famiglia Lauricella, la famiglia Tranchina, Caserta, Palmisano, Manfré, ecc. Siamo particolarmente vicini a Fred Lauricella, noto come Fred Laurice”, afferma Aliara. Alcune famiglie si sono trasferite nella più vasta area di Los Angeles. “Sto pensando all’avvocato Marcello Di Mauro,” dice Ailara.
Ustica merita più viaggiatori. È un po’ remota ma è così bella e i suoi abitanti sono affettuosi, gentili e accoglienti.
Mussolini usò l’isola come prigione per i suoi avversari politici. Il pensatore marxista Antonio Gramsci è stato esiliato qui per 44 giorni prima di essere trasferito in diverse altre prigioni per un periodo di 11 anni. Le sue 22 lettere da Ustica sono combattive, fiduciose e ottimiste. Non hanno presagito la sua tragica fine”. (aise) 

26/07/2019
Fonte aise (Agenzia Internazionale Stampa Estera)

Giuseppina e Giuseppe Tranchina – San Francisco CA


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San Francisco (CA) – Alcatraz


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