Ustica sape

Ustica Elezioni 28/29 maggio 2023 – Peccato. Ancora una volta un’occasione perduta!


28.05.2023 – Un’occasione perduta

            In questi anni ho manifestato più volte il mio pensiero sulle vicende politico-sociali della cittadinanza usticese. L’ho fatto sempre con sullo sfondo la ferma convinzione che una piccola comunità quale quella usticese non possa e non debba essere gestita in un clima di irriducibile contrapposizione politica e personale quale le ultime consiliature hanno proposto. L’ho fatto, quindi, con la speranza che, prima o poi, potesse germogliare il seme gettato non da me soltanto, sia chiaro, e rendersi reale quel cambio di passo che anche di recente ho auspicato per Ustica.

             Devo oggi riconoscere con rammarico come, pur restando sempre più radicata la convinzione, si sia miseramente spenta la speranza.

             È duro, infatti, dover prendere coscienza che ogni appello al comune senso di responsabilità ed alla irrinunciabile unità del popolo usticese sia naufragato nel mare di una irrefrenabile ricerca di affermazione di parte, contro tutto e tutti, pur in presenza dei gravi problemi amministrativi che la cittadinanza dovrà scontare e che avrebbero dovuto consigliare prudenza e saggezza con un diverso approccio al rinnovo del prossimo governo del Comune.

             Non una ma tre liste si sono sottoposte al voto degli Usticesi!

             È la irrevocabile e sonora sconfitta di  quello spirito unitario che in molti reputavamo indispensabile attivare e porre alla base della vita sociale e politica dell’isola.

             È vero che nessuno a priori avrebbe potuto sapere se ciò che veniva offerto da una delle fazioni fosse un mite ramoscello di ulivo o un velenoso fiore di acònito ma è stato comunque un grave errore politico non aver provato a cercare le possibili vie ad una intesa o, altrettanto a priori, ritenere improponibile per la comunità usticese un governo dell’isola figlio di tutte le forze politiche in campo.

            Nessuna delle parti ha saputo privarsi in questa circostanza del proprio improduttivo buon diritto di combattere l’altra ma tutte hanno privato la comunità del sacrosanto diritto di gestire unitariamente i propri interessi presenti e futuri.

            Ha prevalso, piuttosto, l’egoismo e con esso la presunzione fallace di poter fare da soli oggi ciò che non si è stati capaci di fare ieri e ieri l’altro. Oggi che, più di ieri e di ieri l’altro, le circostanze delineano uno scenario amministrativo di difficilissima gestione. Ciò radicalizza lo scontro frontale e marca l’inizio di un ulteriore periodo di difficoltà per l’isola che vedrà ancora una volta prevalere l’asfittica e zoppicante quotidianità ad una visione del domani lungimirante e condivisa.

            È stata la rinuncia ad un confronto aperto e corale con i propri concittadini; evidentemente non ci si è fidati del loro giudizio e si è preferito muoversi sul solco della vecchia politica, quella che ricorreva a metodi che, se pure ammissibili dal punto di vista delle leggi, stridono ferocemente con l’etica del rapporto corretto con una comunità.

            Tutto ciò al fine di garantire non un quieto vivere ma uno “statu quo ante” quale che fosse ma, purtroppo,  già altre volte manifestatosi sterile se non addirittura contrario agli interessi della cittadinanza già compromessi da uno stato di dissesto che sarebbe stato vitale affrontare con unità d’intenti piuttosto che in guerra aperta.

           Il 28 maggio segnerà la vittoria di un Sindaco cui, nell’interesse della cittadinanza, auguro le migliori fortune ma non segnerà l’inizio della stagione di rinascita unitaria che Ustica avrebbe meritato e che avrebbe potuto essere ad un passo dal vivere se soltanto una diversa visione del potere glielo avesse consentito.

           Peccato. Un’altra speranza bruciata, un’altra occasione perduta!

Sergio Fisco

 

Ustica, inviti di bentornati-benvenuti, chissà perché si è persa l’usanza


Ustica, inviti di bentornati-benvenuti, chissà perché si è persa l’usanza

Ancora una volta il sindaco di Ustica ha perso una buona occasione di starsene zitto!


Con ritardo sono venuto a conoscenza di quanto scritto dal sindaco Licciardi nel suo “giornale” di parte e di partito, in merito alle “bandiere strappate, sfilacciate e mal posizionate” esposte all’esterno del comune di Ustica.

In quella occasione, lui scrive, su  www.usticasape.it io l’avrei accusato di “scarso rispetto per le Istituzioni”.

Non posso non far rilevare che ancora una volta il sindaco ha perso una buona occasione per starsene zitto,  mentendo, sapendo di mentire.

È innegabile che il sindaco di Ustica, per qualsiasi “fallo” da lui compiuto con la sua amministrazione, ha una forte tendenza a dare sempre la colpa ad altri, non assumendosi mai le proprie responsabilità, dicendo spesso cose non vere a sua discolpa!
È uno strumento usato per rinsaldare le fila ormai sfilacciate dei pochi rimasti a suo fianco, per denigrare chi non la pensa come lui e/o per diffondere, purtroppo, ignoranza, che è l’origine dei tanti mali che affliggono la nostra Isola.

Riporterò, di seguito, quanto da me scritto in merito alle bandiere e mi scuso se, per fare chiarezza, mi dilungo un po’.

Bandiera strappate -In data 28 Gennaio 2016 ho notato che all’esterno del nostro comune le bandiere erano strappate, sfilacciate e posizionate male.
Ricordandomi di una nota, del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta del 26 gennaio 2011 – prot. n. UCE 0000331 P-2.11.4.10 – indirizzata alle Istituzione (quindi anche al nostro comune), che “invitava i Prefetti ad inviare alla Presidenza del Consiglio un periodico riscontro sul rispetto dei requisiti di decoro delle bandiere, avendo cura di controllare che non si presentassero logore, scolorite,strappate, sporche o male avvolte attorno all’asta”, ho postato su www.usticasape.it una nota dal titolo: “Ustica l’immagine di un paese in disfacimento” ricordando che:

  • La bandiera dovrebbe essere il simbolo dell’orgoglio  nazionale e invece sempre più spesso rappresenta, nel nostro caso, l’immagine di un paese in “disfacimento” e politicamente condizionato…”
  • “Un amministratore che non si accorge del pessimo esempio che quei simboli in quello stato danno,  soprattutto ai giovani, non è degno di sedere su quegli scranni!.”

Il giorno dopo le bandiere, comprese le aste, sono state tolte.

F.C.7276 Comune senza bandiereIl 7 Febbraio (domenica), dopo 10 giorni, vedendo ancora il comune privo dei simboli distintivi dell’autorità pubblica ho sollecitato il ritorno delle bandiere scrivendo che:
“ ancora oggi notiamo una brutta immagine del nostro comune rappresentativo della cattiva politica locale.”
Una bandiera strappata simboleggia l’inefficienza amministrativa”;
“ Un comune (istituzione) privo di bandiera simboleggia assenza di identità e di valori.

“ Cosa direbbe il Prefetto qualora venisse informato dell’accaduto?”

Quindi  ho scritto ben altro e nonscarso rispetto per le Istituzioni”.

Sindaco ora a me e ad altri piacerebbe sapere se:

entrando al comune hai mai sollevato lo sguardo verso l’alto, verso le bandiere?
Se la risposta è “SI”,  ti sei attenuto o attivato a far rispettare quanto disposto dalla direttiva menzionata?
-hai dato disposizioni agli uffici di tenere delle bandiere di riserva qualora venissero richieste dal “flag man” che è il responsabile, retribuito, dell’ esposizione corretta delle bandiere?

P.S. Sindaco, piuttosto che rispondere in modo risentito, sarebbe stato preferibile chiedere scusa, non a me, ma a tutta l’Isola per quanto accaduto e ricorda che www.usticasape.it non fa mai “polemica” ma muove critiche, segnala inefficienze e disservizi  accompagnati sempre da inconfutabili documenti e/o immagini, che non sono “fotosciop…”, al solo scopo di vedere un’Isola sempre più bella e accogliente.

Ora, come allora concludo con la stessa considerazione:
“Ovviamente, occorre riconoscere che sono altri i problemi seri di Ustica, ma se non si riescono a risolvere piccoli problemi di ordinaria amministrazione come possiamo pensare di risolverne altri molto più delicati ed importanti come: – trasporti, scuole, cimitero ecc. ?” 

Pietro Bertucci

 

Centro Velico: Un’altra occasione persa


[ id=10547 w=320 h=240 float=left]Caro Pietro,

ho letto con molta attenzione gli interrogativi posti da Josè che affettuosamente saluto e gli invio anche i miei auguri per il suo compleanno ed ho anche letto la tua risposta. Non sono in condizioni di soddisfare la tua curiosità di conoscere che fine abbia fatto il “Centro Velico”, in quanto vorrei saperlo anch’io, sono, però, in condizione di farti conoscere la storia dell’edificio che, forse tu non sai, si trascina da oltre un trentennio..

In sintesi la struttura portante in cemento armato nasce a metà degli anni settanta, su progetto redatto dall’ing. Salvatore Almanza, oggi deceduto, con lo scopo di realizzare una ampia terrazza sulla Cala Santa Maria denominandola “Lungomare Cristoforo Colombo”.

Al di sotto del lungomare, venne a formarsi un ampia area coperta, rimasta per molti anni inutilizzata. All’inizio degli anni ottanta , consapevoli che il settore trainante per lo sviluppo socio-economico dell’isola era il turismo, si pensò di dare una destinazione a tale area con la realizzazione di un centro polivalente connesso alle attività sportive nautiche.

Bisognava attirare gente sull’isola, si intuì che, soprattutto in bassa stagione, un ottimo bacino di utenza era rappresentato dagli amanti del mare in tutte le sue sfaccettature.

Si diede incarico all’Arch: Franco Lima, anch’esso deceduto, allora presidente del CONI, di predisporre un progetto che prevedesse il recupero e l’utilizzazione dell’area di che trattasi insediandovi una scuola di vela e attività connesse. Il progetto venne prontamente redatto ma, soltanto nel 1986, si riuscì ad appaltare l’opera in quanto precedentemente si era verificata una ripetuta diserzione delle gare. Nel corso dei lavori si ebbe a constatare l’insufficienza dei fondi per il completamento dei lavori, riuscendosi a realizzare soltanto le strutture in acciaio (all’interno della struttura in c.a.) per la realizzazione di un piano soppalco

Nel 1989 venne conferito l’incarico all’arch. Laura Galati per la redazione del progetto di completamento del centro sportivo e scuola di vela e canottaggio. Trascorrono dieci anni senza che il progetto riuscisse a trovare adeguato finanziamento .Finalmente grazie al “Patto Territoriale Pantelleria ed Isole del Mediterraneo” il progetto viene finanziato il cui costo era lievitato a lire due miliardi di cui lire 1.441.400.000 per lavori a base d’asta e lire 558.600.000 per somme a disposizione.

Tale progetto prevedeva la conservazione globale e il completamento dell’esistente struttura e l’inserimento di uno scalo di alaggio, inizialmente non previsto.
L’edificio, che ha un fronte di circa 80 metri, si sviluppa longitudinalmente secondo un andamento curvilineo che segue l’antistante arenile.

Secondo le previsioni progettuali i locali relativi alle prime cinque campate si articolano su due livelli .Dalla sesta alla dodicesima campata l’edificio è su un unico livello.

Al primo piano erano previste le aule i laboratori ed un ufficio per l’amministrazione del centro .Al piano terra avrebbero dovuto trovare posto

1. Un magazzino per il deposito delle attrezzature connesse all’attività del centro;
2. Una vasta area per il rimessaggio delle barche;
3. Un locale per l’impianto di climatizzazione;
4. Un locale per il rimessaggio dei windsurf;
5. Un locale per il rimessaggio delle canoe;
6. Un’officina;
7. Un deposito ricambi.

Dalla pianta sottostante è facile comprendere la distribuzione dei locali:

Il progetto è stato regolarmente finanziato dal Patto Territoriale “Pantelleria ed Isole del Mediterraneo “ per l’importo di lire due miliardi. I lavori sono stati regolarmente appaltati , ma si sconosce se gli stessi siano stati completati o meno, se i fondi sono stati sufficienti o no.

L’opera completata e utilizzata con la sua originaria destinazione potrebbe senz’altro dare nuova linfa all’occupazione giovanile e potrebbe attrarre , grazie alle favorevoli condizioni climatiche dell’isola, nuovi segmenti di mercato con una conseguente destagionalizzazione della domanda.

Ci si augura che l’amministrazione comunale, a breve, come tu chiedi, ci faccia conoscere lo stato dell’arte dell’opera ed eventualmente se sia stata variata l’originaria destinazione.

Salvatore Compagno

 

 

^^^^^^^^^^^^

COMMENTO:

Da Palermo Marco Daricello

Un centro velico sarebbe un meraviglioso spunto per l’isola, in cui può mancare di tutto, ma il vento c’è sempre. Mi chiedo solo una cosa: la Capitaneria di Porto autorizzerà l’uscita e l’ingresso dal porto dei mezzi con propulsione a vela? Da velista ho più volte affrontato questo problema nel porto della Cala a Palermo; per motivi di manovrabilità nonchè prestazionali è vietato transitare a vela all’interno dei porti… Poi vorrei capire come dovrebbero fare i mezzi non dotati di motore a uscire dal porto se c’è vento di grecale, levante o scirocco, quando si dovrebbe procedere di bolina (cioè a zig-zag) per l’uscita….

  • CONTATTAMI


  • WEBCAM - USTICA PORTO

  • WEBCAM SPALMATORE


  • WEBCAM USTICA PORTO


  • WEBCAM USTICA PORTO


  • WEBCAM PORTO PALERMO


  • VENTI


  • VENTI


  • NAVI


  • Privacy

    Licenza Creative Commons
    Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported. DMCA.com
  • TRADUTTORE

  • COME RAGGIUNGERE USTICA

  • Il Libro per tutti i genitori!

  • Hanno detto sul blog

  • Aprile 2024
    L M M G V S D
    1234567
    891011121314
    15161718192021
    22232425262728
    2930  
  • ASD Ustica

    ASD Ustica