Auguri a Papa Francesco – Colpiti dalla Sua semplicità.
Gesuita, figlio di emigranti piemontesi
era arcivescovo di Buenos Aires
Da stasera per il nuovo Pontefice Jorge Mario Bergoglio sarà difficile soprattutto lasciare la sua diocesi di elezione Buenos Aires quella che lui ama chiamare l’«Esposa» retta per quasi 15 anni e vivere tra le mura della città leonina.
Un distacco che significherà per il Papa italo-argentino lasciare i luoghi a lui più cari i preti e i poveri dei barrios di Buenos Aires visitati tante volte e raggiunti a bordo di un autobus o in metropolitana e proseguire lungo il cammino tracciato dal suo predecessore Benedetto XVI.
Famoso per la sua austerità e per la sua reticenza a concedere interviste proprio nei giorni che hanno preceduto il conclave Bergoglio, – come aveva evidenziato il quotidiano di Bueonos Aires Clarin aveva sottolineato del suo predecessore «il coraggio di spazzare la sporcizia dentro la Chiesa».
E proprio su questo fronte il nuovo Pontefice oltre a portare la ventata di novità del primo latino-americano sul Soglio di Pietro metterà al centro le stesse preoccupazioni e la medesima tensione pastorale che hanno animato e contraddistinto lo stile di Joseph Ratzinger.
Figlio di emigranti piemontesi, quattro fratelli, Bergoglio è nato a Buenos Aires il 17 dicembre del 1936. Il padre Mario era un funzionario delle ferrovie, la madre, Regina Sivori, una casalinga con sangue piemontese e genovese. Jorge viene descritto come un ragazzo semplice e schivo, studia da perito chimico, ha un lavoro e una fidanzata.
A 22 anni la svolta religiosa: l’11 marzo del 1956 entra nel noviziato dei gesuiti a di Villa Devoto, si laurea in filosofia al Collegio Massimo San José de San Miguel e pochi giorni prima del suo trentatreesimo compleanno, nel 1969, viene ordinato sacerdote. Nel 1973 viene eletto provinciale della Compagnia di Gesù, un incarico che eserciterà per sei anni.
Si tratta di un periodo molto turbolento per (altro…)