“Siamo stanchi- afferma Giovanni Palmisano, imprenditore agricolo- di vedere il nostro lavoro mortificato e l’habitat modificato dall’enorme numero di conigli che mangiano continuamente i nostri raccolti”. “ Non vogliamo contributi economici- prosegue Palmisano- elemosine che offendono noi e le nostre famiglie che hanno da sempre sudato su questi terreni”
I conigli non erano presenti ad Ustica ma sono stati “ importati” diversi anni fa ed oggi, sia per la mancanza di specie competitive che per le limitazioni di caccia dovute alla realizzazione della riserva terrestre questi animali si sono moltiplicati in modo abnorme.
“La legge 12 del 2008 – interviene il sindaco di Ustica, Aldo Messina- consente alla Regione, a protezione della Natura, specialmente nelle Aree Protette, di attivare, anche avvalendosi dei proprietari e dei conduttori dei fondi, piani di cattura ecologica dei conigli con metodi ecologici, come le reti ed il loro successivo trasferimento nei territori che ne faranno richiesta. Il problema è che tutto questo ha un costo ed i fondi non ci sono. E mentre la Regione studia.. il danno ambientale diventa irreversibile”.
Qualora i piani di cattura non risultassero idonei la legge prevede che la Regione possa autorizzarne la caccia anche per l’intero periodo dell’anno ed in zone dove esiste il divieto. La fauna abbattuta dovrebbe essere donata ad orfanatrofi ed a centri di prima accoglienza.
“ Preoccupazione esprimono prosegue Messina, anche le locali autorità sanitarie che temono il moltiplicarsi di zecche con conseguente pericolo di rickettsiosi. E non dimentichiamo il danno ecologico provocato dai volatili , colombi, taccole o “ ciavole”, cornacchia grigia, animali che oggi ad Ustica sono diventati stanziali, divorando tutto”:
Per combattere quest’ultimo fenomeno la legge prevede solo l’uso di gabbie..
ma non ci sono fondi.