Ustica sape

Aforisma, Citazione, Proverbio… del giorno


La cosa che tollero meno al mondo è la maleducazione.
Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta.

Aforisma, Citazione, Proverbio… del giorno


So solo che la vita è fatta di scelte e bisogna saperle fare nell’ordine giusto.”
JOËL DICKER

Su richiesta e per maggiori chiarimenti riproponiamo l’intervista al Prof. Silvano Riggio – R.M. Ustica


Il Prof. Silvano Riggio, docente all’’Università di Palermo, considerato in quel  momento uno dei massimi esperti di Ecologia Marina,  è colui il quale nel 1986, contro il parere di molti isolani (capofila Camillo seguito da molti pescatori) ha “voluto” l’istituzione della Riserva Marina – successivamente AMP.
Nell’intervista rilasciata ad Usticasape nel 2013 dichiarava che per la Riserva Naturale Marina di Ustica: “Lo Spalmatore è stata una scelta sbagliata…”

D. Secondo la Sua esperienza la zona dello Spalmatore era la più adatta per delimitare l’Area di Riserva Marina?

R. Da quello che sapevo, da quello che si vedeva senza ulteriori studi e ricerche si desumeva la zona più adatta per fare l’area di riserva integrale non fosse quella di Punta Spalmatore, che è una bassa spianata di scogli abbastanza accessibile al pubblico, un pubblico anche non adatto, ma fossero piuttosto le falesie che c’erano a nord e a sud che si proteggevano da sole a causa dell’asperità dei fondali e per la caduta massi e inoltre erano probabilmente le più interessanti perché le più ricche di anfrattuosità e di buchi, dove trovava rifugio la grande fauna marina dell’Isola.

D. Come mai la scelta è caduta nella zona più bella e accessibile per la balneazione dell’Isola?

R. Io ero poco convinto di questa riserva integrale allo Spalmatore, dove fu fatta, per alcuni motivi che posso elencare brevemente:

1. Questa spianata di rocce era abbastanza uniforme e piatta e non riservava quegli scoscendimenti e quelle cadute dove si trova la fauna più rappresentativa dei fondali usticesi.

2. Perché l’attuale area era molto utile, si prestava molto, alla balneazione per i turisti e per i visitatori dell’Isola che intendevano andarsi a fare il bagno, in quanto non trovavano posti altrettanto idonei.[ id=15402 w=320 h=240 float=right]

3. Perché ci sono state delle forti pressioni anche da parte degli stessi padri fondatori della Riserva che lì avevano messo la sede dell’Associazione della pesca sportiva , la pesca diportistica, che era importante e anche agguerrita, e c’era poi la prima sede della Riserva – la Torre.

La torre, appunto era vista come la naturale sede della Riserva.

Il tratto di mare prospiciente la torre si riteneva il più ideale per salvaguardare quell’oasi .

Io ero dell’avviso che queste scelte non potessero suffragare una scelta che per altri versi era penalizzante. Il turista arriva ad Ustica cerca di farsi il bagno e trova la parte migliore dell’Isola, la più accessibile, interdetta alla balneazione.

Io ritengo che per il rilancio, nonché per la buona riuscita della riserva, bisogna assolutamente avere un pubblico che apprezzi l’Isola e la sua riserva. L’Isola è anche una sede di educazione ambientale.

D. Chi ha fatto pressione per indirizzare la riserva in quel posto?

R. Santoro è stato il padre della Riserva ed il troppo amore di Santoro per Ustica che ha generato/indirizzato questa scelta, ma non possiamo fargliene una colpa ma, se mai, riconoscenza…

D. Cosa  suggerisce per il futuro?

R. Per il futuro io vedrei di buon occhio una revisione di tutta la geografia dell’Isola soprattutto la location dei vari punti notevoli della riserva. In tutto questo vedrei bene l’apertura di altre zone “A” compensate dalla chiusura di quelle attuali dopo aver fatto un preciso censimento della situazione.

Bisognerebbe capire se questa zona “A” ha avuto degli effetti sulla presenza di Flora e Fauna e se questi effetti sono duraturi, di grande portata o effetti minimi.

Occorrerebbe fare una ricerca seria, del resto la Riserva nasce per la ricerca, e dopo di che provare altre zone di riserve integrali che andrebbero situate nella costa sud-est (Punta Cavazzi e Cala Galera) o verso il Passo della Madonna che sono punti scoscesi, difficilmente frequentabili ma che possono dare della grandi sorprese dal punto di vista scientifico.

D. Qualcuno potrebbe obbiettare che le zone che indica Lei non sono facilmente accessibili via terra.

R. Questo non è uno svantaggio anzi è un vantaggio perché, se la zona “A” deve essere una zona assolutamente protetta, cioè una zona interdetta a tutto lo sfruttamento, a tutto l’uso di qualsiasi tipo bisogna andare a scegliere una zona impervia una zona che precipita scoscese e quindi non facilmente accessibile. La zona “A” di Ustica è facilmente accessibile e si presta a continue violazioni delle disposizioni e le continue violazioni si ripercuotono sul riassetto naturalistico.

Io ritengo che tutto questo si possa fare dopo aver fatto una analisi, uno studio essenziale. Siccome i ricercatori ci sono e le cifre richieste non sono enormi, anzi sono abbastanza modeste.

Ringraziamo il Prof. Riggio per la Sua chiarezza e disponibilità
PB

Aforisma, Citazione, Proverbio… del giorno


Oggi è la giornata mondiale dei codardi che preferiscono la sicurezza di un rifiuto alla complessità di una scelta

Su richiesta e per maggiori chiarimenti riproponiamo l’intervista al Prof. Silvano Riggio – R.M. Ustica


Il Prof. Silvano Riggio, docente all’’Università di Palermo, considerato in quel  momento uno dei massimi esperti di Ecologia Marina,  è colui il quale nel 1986, contro il parere di molti isolani (capofila Camillo seguito da molti pescatori) ha “voluto” l’istituzione della Riserva Marina – successivamente AMP.
Nell’intervista rilasciata ad Usticasape nel 2013 dichiarava che per la Riserva Naturale Marina di Ustica: “Lo Spalmatore è stata una scelta sbagliata…”

D. Secondo la Sua esperienza la zona dello Spalmatore era la più adatta per delimitare l’Area di Riserva Marina?

R. Da quello che sapevo, da quello che si vedeva senza ulteriori studi e ricerche si desumeva la zona più adatta per fare l’area di riserva integrale non fosse quella di Punta Spalmatore, che è una bassa spianata di scogli abbastanza accessibile al pubblico, un pubblico anche non adatto, ma fossero piuttosto le falesie che c’erano a nord e a sud che si proteggevano da sole a causa dell’asperità dei fondali e per la caduta massi e inoltre erano probabilmente le più interessanti perché le più ricche di anfrattuosità e di buchi, dove trovava rifugio la grande fauna marina dell’Isola.

D. Come mai la scelta è caduta nella zona più bella e accessibile per la balneazione dell’Isola?

R. Io ero poco convinto di questa riserva integrale allo Spalmatore, dove fu fatta, per alcuni motivi che posso elencare brevemente:

1. Questa spianata di rocce era abbastanza uniforme e piatta e non riservava quegli scoscendimenti e quelle cadute dove si trova la fauna più rappresentativa dei fondali usticesi.

2. Perché l’attuale area era molto utile, si prestava molto, alla balneazione per i turisti e per i visitatori dell’Isola che intendevano andarsi a fare il bagno, in quanto non trovavano posti altrettanto idonei.[ id=15402 w=320 h=240 float=right]

3. Perché ci sono state delle forti pressioni anche da parte degli stessi padri fondatori della Riserva che lì avevano messo la sede dell’Associazione della pesca sportiva , la pesca diportistica, che era importante e anche agguerrita, e c’era poi la prima sede della Riserva – la Torre.

La torre, appunto era vista come la naturale sede della Riserva.

Il tratto di mare prospiciente la torre si riteneva il più ideale per salvaguardare quell’oasi .

Io ero dell’avviso che queste scelte non potessero suffragare una scelta che per altri versi era penalizzante. Il turista arriva ad Ustica cerca di farsi il bagno e trova la parte migliore dell’Isola, la più accessibile, interdetta alla balneazione.

Io ritengo che per il rilancio, nonché per la buona riuscita della riserva, bisogna assolutamente avere un pubblico che apprezzi l’Isola e la sua riserva. L’Isola è anche una sede di educazione ambientale.

D. Chi ha fatto pressione per indirizzare la riserva in quel posto?

R. Santoro è stato il padre della Riserva ed il troppo amore di Santoro per Ustica che ha generato/indirizzato questa scelta, ma non possiamo fargliene una colpa ma, se mai, riconoscenza…

D. Cosa  suggerisce per il futuro?

R. Per il futuro io vedrei di buon occhio una revisione di tutta la geografia dell’Isola soprattutto la location dei vari punti notevoli della riserva. In tutto questo vedrei bene l’apertura di altre zone “A” compensate dalla chiusura di quelle attuali dopo aver fatto un preciso censimento della situazione.

Bisognerebbe capire se questa zona “A” ha avuto degli effetti sulla presenza di Flora e Fauna e se questi effetti sono duraturi, di grande portata o effetti minimi.

Occorrerebbe fare una ricerca seria, del resto la Riserva nasce per la ricerca, e dopo di che provare altre zone di riserve integrali che andrebbero situate nella costa sud-est (Punta Cavazzi e Cala Galera) o verso il Passo della Madonna che sono punti scoscesi, difficilmente frequentabili ma che possono dare della grandi sorprese dal punto di vista scientifico.

D. Qualcuno potrebbe obbiettare che le zone che indica Lei non sono facilmente accessibili via terra.

R. Questo non è uno svantaggio anzi è un vantaggio perché, se la zona “A” deve essere una zona assolutamente protetta, cioè una zona interdetta a tutto lo sfruttamento, a tutto l’uso di qualsiasi tipo bisogna andare a scegliere una zona impervia una zona che precipita scoscese e quindi non facilmente accessibile. La zona “A” di Ustica è facilmente accessibile e si presta a continue violazioni delle disposizioni e le continue violazioni si ripercuotono sul riassetto naturalistico.

Io ritengo che tutto questo si possa fare dopo aver fatto una analisi, uno studio essenziale. Siccome i ricercatori ci sono e le cifre richieste non sono enormi, anzi sono abbastanza modeste.

Ringraziamo il Prof. Riggio per la Sua chiarezza e disponibilità
PB

Giorgia Butera e la sua “scelta”. Ne parlerà il 7 Agosto alle ore 18,30 all”HUPS.


Palermitana, laureata in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi “Carlo Bo” di Urbino con ambiti di competenza professionale nella comunicazione istituzionale, sportiva e di impresa, pubbliche relazioni, produzione audiovisuale e analisi sociale, Giorgia Butera domenica 7 Agosto alle 18,30 al Villaggio Letterario dell’HUPS presenterà il suo libro “per quanto mi riguarda ho fatto la mia scelta”. Per l’occasione è cortesemente intervenuta in sull’argomento ……

Dott.ssa Butera, il suo libro racconta la donna, la sua importanza in ogni aspetto della vita, il suo protagonismo determinante nella costruzione del progresso e che altro  ?4

” Inserito all’interno del ” Progetto Unesco Scuole” è un mio testo umanista uscito qualche mese fa in seconda edizione. Il titolo richiama la celebre frase di Wangari Maathai, la prima donna africana ad avere ricevuto nel 2004  il “Premio Nobel per la Pace” per il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace. In questo lavoro affronto la Donna nella sua completezza; negli ultimi tempi sta avvenendo una presa di coscienza maggiore per tutto ciò che riguarda la dimensione femminile ma sono troppe ancora le conquiste da fare. In alcune zone del mondo si registra ancora una ristrettezza culturale; questo colloca la donna in una condizione subalterna all’interno della società” 

In appendice lei presenta dieci storie di famose donne-simbolo; unico uomo che trova spazio è Nelson Mandela; in un contenuto prevalentemente al femminile la sua “intrusione” sembrerebbe decontestualizzata e invece ?

1“Le dieci storie di donne e simboli riguardano: la Statua della Libertà, Frida Kahlo, la Storia di Maria narrata dai Vangeli, Franca Viola, Aung San Suu Kyi Rita Levi Montalcini, Rebecca West, Wangari Maathai, Piccola Rawan (la sposa bambina morta dopo la prima notte di nozze per le lesioni causate dal rapporto), Anna Frank e poi un unico uomo: Mandela che rappresenta l’umanità, la lotta concreta per gli ideali per la difesa di chi vive in uno stato di discriminazione” 

Dott.ssa, la conduco in anticipo a Ustica.  Riprendo da FB una dichiarazione di Elisabetta Iorio che non ha dubbi in proposito <il futuro è delle donne>; che immancabilmente ha dato il via ad alcuni commenti dall’Isola; citando le fonti le riporto testualmente i contenuti: Salvo Giò Tranchina afferma sconsolato < ni stati asciucannu a tutti > (libera traduzione: non c’è più spazio per noi uomini) … Vittoria Salerno è perentoria < le donne hanno una marcia in più > … Valeria Ajovalasit non è tenera < loro (gli uomini) lo sanno bene per questo quando possono ci provano ancora a rimettere in discussione diritti che per noi donne non sono mai conquiste definitive > … Pasquale Palmisano la butta in arte culinaria < ma i migliori chef sono uomini >… Calogero Petruzzella  provoca < le donne hanno una marcia in più, peccato che non sanno camminare >… Mariangela Licciardi “non se la tiene” < noi non camminiamo, corriamo ! > … Patrizia Bardò sentenzia < un giorno il mondo sarà in mano alla donne e tutto andrà in modo diverso ! > … all’insegna del “volemose bene” la conclusione di  Angela D’Angelo < nell’antico Egitto comandavano le donne; gli uomini erano usati per i lavori pesanti; poi tutto è cambiato. Ci vorrebbe più rispetto reciproco ! >. Dott.ssa Butera, un suo …  commento ai commenti.

“Io sono una donna che non difende2 ad ogni costo le donne, anzi, ne sono piuttosto critica. Esistono delle peculiarità di genere ed è attraverso la complementarità che può realizzarsi equilibrio all’interno della società. L’uomo non ha accettato integralmente l’evoluzione della donna, la sua indipendenza economica e sociale e soprattutto l’identificazione di ruoli e status di alto valore acquisiti. Tutto questo ha portato ad uno sgretolamento del sistema vitale. Bisogna riportare ordine nell’alchimia dei ruoli sociali ed identitari”.

Alla Dott.ssa Butera i nostri ringraziamenti per la cortese disponibilità riservata e doppi auguri: di buona presentazione del libro e di buon compleanno; per una singolare coincidenza infatti i due eventi cadono nello stesso giorno. Buon compleanno ! quanti ? alle donna non si chiede mai; diciamo che a partire da quel numero, si dice, cominci la vita …
Ancora AUGURI !

Mario Oddo 3 (2)Intervista di Mario Oddo

 

 

Riproponiamo l’intervista al Prof. Silvano Riggio effettuata nel 2013


 

Riserva Naturale Marina di Ustica: “Lo Spalmatore una scelta sbagliata…”

Alcune domande a Silvano Riggio, professore ordinario di Ecologia alla Facoltà di Scienza dell’Università di Palermo.

D. Secondo la Sua esperienza la zona dello Spalmatore era la più adatta per delimitare l’Area di Riserva Marina?

R. Da quello che sapevo, da quello che si vedeva senza ulteriori studi e ricerche si desumeva la zona più adatta per fare l’area di riserva integrale non fosse quella di Punta Spalmatore, che è una bassa spianata di scogli abbastanza accessibile al pubblico, un pubblico anche non adatto, ma fossero piuttosto le falesie che c’erano a nord e a sud che si proteggevano da sole a causa dell’asperità dei fondali e per la caduta massi e inoltre erano probabilmente le più interessanti perché le più ricche di anfrattuosità e di buchi, dove trovava rifugio la grande fauna marina dell’Isola.

D. Come mai la scelta è caduta nella zona più bella e accessibile per la balneazione dell’Isola?

R. Io ero poco convinto di questa riserva integrale allo Spalmatore, dove fu fatta, per alcuni motivi che posso elencare brevemente:

1. Questa spianata di rocce era abbastanza uniforme e piatta e non riservava quegli scoscendimenti e quelle cadute dove si trova la fauna più rappresentativa dei fondali usticesi.

2. Perché l’attuale area era molto utile, si prestava molto, alla balneazione per i turisti e per i visitatori dell’Isola che intendevano andarsi a fare il bagno, in quanto non trovavano posti altrettanto idonei.[ id=15402 w=320 h=240 float=right]

3. Perché ci sono state delle forti pressioni anche da parte degli stessi padri fondatori della Riserva che lì avevano messo la sede dell’Associazione della pesca sportiva , la pesca diportistica, che era importante e anche agguerrita, e c’era poi la prima sede della Riserva – la Torre.

La torre, appunto era vista come la naturale sede della Riserva.

Il tratto di mare prospiciente la torre si riteneva il più ideale per salvaguardare quell’oasi .

Io ero dell’avviso che queste scelte non potessero suffragare una scelta che per altri versi era penalizzante. Il turista arriva ad Ustica cerca di farsi il bagno e trova la parte migliore dell’Isola, la più accessibile, interdetta alla balneazione.

Io ritengo che per il rilancio, nonché per la buona riuscita della riserva, bisogna assolutamente avere un pubblico che apprezzi l’Isola e la sua riserva. L’Isola è anche una sede di educazione ambientale.

D. Chi ha fatto pressione per indirizzare la riserva in quel posto?

R. Santoro è stato il padre della Riserva ed il troppo amore di Santoro per Ustica che ha generato/indirizzato questa scelta, ma non possiamo fargliene una colpa ma, se mai, riconoscenza…

D. Cosa  suggerisce per il futuro?

R. Per il futuro io vedrei di buon occhio una revisione di tutta la geografia dell’Isola soprattutto la location dei vari punti notevoli della riserva. In tutto questo vedrei bene l’apertura di altre zone “A” compensate dalla chiusura di quelle attuali dopo aver fatto un preciso censimento della situazione.

Bisognerebbe capire se questa zona “A” ha avuto degli effetti sulla presenza di Flora e Fauna e se questi effetti sono duraturi, di grande portata o effetti minimi.

Occorrerebbe fare una ricerca seria, del resto la Riserva nasce per la ricerca, e dopo di che provare altre zone di riserve integrali che andrebbero situate nella costa sud-est (Punta Cavazzi e Cala Galera) o verso il Passo della Madonna che sono punti scoscesi, difficilmente frequentabili ma che possono dare della grandi sorprese dal punto di vista scientifico.

D. Qualcuno potrebbe obbiettare che le zone che indica Lei non sono facilmente accessibili via terra.

R. Questo non è uno svantaggio anzi è un vantaggio perché, se la zona “A” deve essere una zona assolutamente protetta, cioè una zona interdetta a tutto lo sfruttamento, a tutto l’uso di qualsiasi tipo bisogna andare a scegliere una zona impervia una zona che precipita scoscese e quindi non facilmente accessibile. La zona “A” di Ustica è facilmente accessibile e si presta a continue violazioni delle disposizioni e le continue violazioni si ripercuotono sul riassetto naturalistico.

Io ritengo che tutto questo si possa fare dopo aver fatto una analisi, uno studio essenziale. Siccome i ricercatori ci sono e le cifre richieste non sono enormi, anzi sono abbastanza modeste.

Ringraziamo il Prof. Riggio per la Sua chiarezza e disponibilità
PB

Riserva Naturale Marina di Ustica: “Lo Spalmatore una scelta sbagliata…”

[ id=20607 w=320 h=240 float=left] Per chi ha la memoria corta e non ricorda che la rotazione della Riserva Naturale Marina (poi diventata AMP) era prevista sin dall’atto istitutivo e per chi da lontani lidi crede che Ustica sia la “vigna dei minchioni” pubblichiamo il parere di chi l’ha visto nascere e seguito per lunghi tempi, come uno dei massimi esperti.

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Silvano-RiggioAlcune domande a Silvano Riggio, professore ordinario di Ecologia alla Facoltà di Scienza dell’Università di Palermo.

D. Secondo la Sua esperienza la zona dello Spalmatore era la più adatta per delimitare l’Area di Riserva Marina?

R. Da quello che sapevo, da quello che si vedeva senza ulteriori studi e ricerche si desumeva la zona più adatta per fare l’area di riserva integrale non fosse quella di Punta Spalmatore, che è una bassa spianata di scogli abbastanza accessibile al pubblico, un pubblico anche non adatto, ma fossero piuttosto le falesie che c’erano a nord e a sud che si proteggevano da sole a causa dell’asperità dei fondali e per la caduta massi e inoltre erano probabilmente le più interessanti perché le più ricche di anfrattuosità e di buchi, dove trovava rifugio la grande fauna marina dell’Isola.

D. Come mai la scelta è caduta nella zona più bella e accessibile per la balneazione dell’Isola?

R. Io ero poco convinto di questa riserva integrale allo Spalmatore, dove fu fatta, per alcuni motivi che posso elencare brevemente:

1. Questa spianata di rocce era abbastanza uniforme e piatta e non riservava quegli scoscendimenti e quelle cadute dove si trova la fauna più rappresentativa dei fondali usticesi.

2. Perché l’attuale area era molto utile, si prestava molto, alla balneazione per i turisti e per i visitatori dell’Isola che intendevano andarsi a fare il bagno, in quanto non trovavano posti altrettanto idonei.

3. Perché ci sono state delle forti pressioni anche da parte degli stessi padri fondatori della Riserva che lì avevano messo la sede dell’Associazione della pesca sportiva , la pesca diportistica, che era importante e anche agguerrita, e c’era poi la prima sede della Riserva – la Torre.

La torre, appunto era vista come la naturale sede della Riserva.

Il tratto di mare prospiciente la torre si riteneva il più ideale per salvaguardare quell’oasi .

Io ero dell’avviso che queste scelte non potessero suffragare una scelta che per altri versi era penalizzante. Il turista arriva ad Ustica cerca di farsi il bagno e trova la parte migliore dell’Isola, la più accessibile, interdetta alla balneazione.

Io ritengo che per il rilancio, nonché per la buona riuscita della riserva, bisogna assolutamente avere un pubblico che apprezzi l’Isola e la sua riserva. L’Isola è anche una sede di educazione ambientale.

D. Chi ha fatto pressione per indirizzare la riserva in quel posto?

R. Santoro è stato il padre della Riserva ed il troppo amore di Santoro per Ustica che ha generato/indirizzato questa scelta, ma non possiamo fargliene una colpa ma, se mai, riconoscenza…

D. Cosa suggerisce per il futuro?

R. Per il futuro io vedrei di buon occhio una revisione di tutta la geografia dell’Isola soprattutto la location dei vari punti notevoli della riserva. In tutto questo vedrei bene l’apertura di altre zone “A” compensate dalla chiusura di quelle attuali dopo aver fatto un preciso censimento della situazione.

Bisognerebbe capire se questa zona “A” ha avuto degli effetti sulla presenza di Flora e Fauna e se questi effetti sono duraturi, di grande portata o effetti minimi.

Occorrerebbe fare una ricerca seria, del resto la Riserva nasce per la ricerca, e dopo di che provare altre zone di riserve integrali che andrebbero situate nella costa sud-est (Punta Cavazzi e Cala Galera) o verso il Passo della Madonna che sono punti scoscesi, difficilmente frequentabili ma che possono dare della grandi sorprese dal punto di vista scientifico.

D. Qualcuno potrebbe obbiettare che le zone che indica Lei non sono facilmente accessibili via terra.

R. Questo non è uno svantaggio anzi è un vantaggio perché, se la zona “A” deve essere una zona assolutamente protetta, cioè una zona interdetta a tutto lo sfruttamento, a tutto l’uso di qualsiasi tipo bisogna andare a scegliere una zona impervia una zona che precipita scoscese e quindi non facilmente accessibile. La zona “A” di Ustica è facilmente accessibile e si presta a continue violazioni delle disposizioni e le continue violazioni si ripercuotono sul riassetto naturalistico.

Io ritengo che tutto questo si possa fare dopo aver fatto una analisi, uno studio essenziale. Siccome i ricercatori ci sono e le cifre richieste non sono enormi, anzi sono abbastanza modeste.

Ringraziamo il Prof. Riggio per la Sua chiarezza e disponibilità

Pietro Bertucci

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COMMENTO

Dalla California Marlene Robershaw Manfrè

This is a very good start to changing the Reserve area at some other point where the people are not wanting to use, and one of the few places on the shores of Ustica that are really good for swimmers.
Thank you Pietro for starting this conversation with someone of authority and background of this problem.
I remember when I first, with son Tom, thought of going to Ustica. My one Palermotane friend in San diego said, “you don’t want to go to Ustica, nothing to do, no beach or fun.”
I listened to him, but went anyway because of the possible link to our ancestors. Now I see that there is many great things for tourists in Ustica, but just alot of politics and rhetoric keeping Ustica from blossoming into a desireable location for travelors.
Carry on !!!

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Questo è un buon inizio per cambiare l’area di riserva in qualche altro punto in cui la gente non può utilizzare, e uno dei pochi posti sulle coste di Ustica che è veramente buono per i bagnanti.
Grazie Pietro per aver iniziato questa conversazione con qualche autorità e il retroscena di questo problema.
Mi ricordo quando ho, con il figlio Tom, pensato di andare a Ustica. Un mio amico palermitano a San Diego mi ha detto, “non andare a Ustica, non c’è niente da fare, nessuna spiaggia o divertimento.”
Lo ascoltavo, ma siamo andati lo stesso a causa del possibile collegamento ai nostri antenati. Ora vedo che ci sono molte grandi cose per i turisti in Ustica, ma anche un sacco di politica e retorica mantenendo Ustica da sbocciare come luogo desiderabile per i viaggiatori.
Proseguire!

 

 

 

 

Indispensabile lo spostamento dell’Area Marina Protetta di Ustica in altro sito

[ id=18128 w=320 h=240 float=left]Caro Claudio,

La problematica della rotazione dell’Area Marina Protetta, come da Te suggerita, è stata più volte portata all’attenzione dell’amministrazione Messina, che mai ha ritenuto di dar seguito alle nostre richieste.

Confidando in una maggiore sensibilità/attenzione della nuova amministrazione, in considerazione, tra l’altro, che da qualche mese la gestione dell’AMP è di competenza comunale, riproporremo alla giunta e al consiglio comunale di valutare la possibilità di prospettare, agli organi competenti, lo spostamento in altro sito dell’Area Marina Protetta per i motivi ben evidenziati dal Prof. Riggio in una intervista esclusiva già pubblicata su usticasape e che riproponiamo a seguire.

Riteniamo fondamentale, per l’economia dell’Isola, detto spostamento in quanto la zona Spalmatore è la più accessibile alla balneazione per via terra.

Qualora le nostre richieste dovessero rimanere, ancora una volta, inascoltate, proporremo una petizione popolare o un referendum per sondare la volontà della popolazione residente.

Pietro Bertucci

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Riserva Naturale Marina di Ustica: “Lo Spalmatore una scelta sbagliata…”

 

 Alcune domande a Silvano Riggio, professore ordinario di Ecologia alla Facoltà di Scienza dell’Università di Palermo.

D. Secondo la Sua esperienza la zona dello Spalmatore era la più adatta per delimitare l’Area di Riserva Marina?

R. Da quello che sapevo, da quello che si vedeva senza ulteriori studi e ricerche si desumeva la zona più adatta per fare l’area di riserva integrale non fosse quella di Punta Spalmatore, che è una bassa spianata di scogli abbastanza accessibile al pubblico, un pubblico anche non adatto, ma fossero piuttosto le falesie che c’erano a nord e a sud che si proteggevano da sole a causa dell’asperità dei fondali e per la caduta massi e inoltre erano probabilmente le più interessanti perché le più ricche di anfrattuosità e di buchi, dove trovava rifugio la grande fauna marina dell’Isola.

D. Come mai la scelta è caduta nella zona più bella e accessibile per la balneazione dell’Isola?

R. Io ero poco convinto di questa riserva integrale allo Spalmatore, dove fu fatta, per alcuni motivi che posso elencare brevemente:

1. Questa spianata di rocce era abbastanza uniforme e piatta e non riservava quegli scoscendimenti e quelle cadute dove si trova la fauna più rappresentativa dei fondali usticesi.

2. Perché l’attuale area era molto utile, si prestava molto, alla balneazione per i turisti e per i visitatori dell’Isola che intendevano andarsi a fare il bagno, in quanto non trovavano posti altrettanto idonei.[ id=15402 w=320 h=240 float=right]

3. Perché ci sono state delle forti pressioni anche da parte degli stessi padri fondatori della Riserva che lì avevano messo la sede dell’Associazione della pesca sportiva , la pesca diportistica, che era importante e anche agguerrita, e c’era poi la prima sede della Riserva – la Torre.

La torre, appunto era vista come la naturale sede della Riserva.

Il tratto di mare prospiciente la torre si riteneva il più ideale per salvaguardare quell’oasi .

Io ero dell’avviso che queste scelte non potessero suffragare una scelta che per altri versi era penalizzante. Il turista arriva ad Ustica cerca di farsi il bagno e trova la parte migliore dell’Isola, la più accessibile, interdetta alla balneazione.

Io ritengo che per il rilancio, nonché per la buona riuscita della riserva, bisogna assolutamente avere un pubblico che apprezzi l’Isola e la sua riserva. L’Isola è anche una sede di educazione ambientale.

D. Chi ha fatto pressione per indirizzare la riserva in quel posto?

R. Santoro è stato il padre della Riserva ed il troppo amore di Santoro per Ustica che ha generato/indirizzato questa scelta, ma non possiamo fargliene una colpa ma, se mai, riconoscenza…

D. Cosa  suggerisce per il futuro?

R. Per il futuro io vedrei di buon occhio una revisione di tutta la geografia dell’Isola soprattutto la location dei vari punti notevoli della riserva. In tutto questo vedrei bene l’apertura di altre zone “A” compensate dalla chiusura di quelle attuali dopo aver fatto un preciso censimento della situazione.

Bisognerebbe capire se questa zona “A” ha avuto degli effetti sulla presenza di Flora e Fauna e se questi effetti sono duraturi, di grande portata o effetti minimi.

Occorrerebbe fare una ricerca seria, del resto la Riserva nasce per la ricerca, e dopo di che provare altre zone di riserve integrali che andrebbero situate nella costa sud-est (Punta Cavazzi e Cala Galera) o verso il Passo della Madonna che sono punti scoscesi, difficilmente frequentabili ma che possono dare della grandi sorprese dal punto di vista scientifico.

D. Qualcuno potrebbe obbiettare che le zone che indica Lei non sono facilmente accessibili via terra.

R. Questo non è uno svantaggio anzi è un vantaggio perché, se la zona “A” deve essere una zona assolutamente protetta, cioè una zona interdetta a tutto lo sfruttamento, a tutto l’uso di qualsiasi tipo bisogna andare a scegliere una zona impervia una zona che precipita scoscese e quindi non facilmente accessibile. La zona “A” di Ustica è facilmente accessibile e si presta a continue violazioni delle disposizioni e le continue violazioni si ripercuotono sul riassetto naturalistico.

Io ritengo che tutto questo si possa fare dopo aver fatto una analisi, uno studio essenziale. Siccome i ricercatori ci sono e le cifre richieste non sono enormi, anzi sono abbastanza modeste.

Ringraziamo il Prof. Riggio per la Sua chiarezza e disponibilità
PB

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Da Palermo Marco Daricello

Gentile sig. Iovane, non mi sembra assolutamente il caso di interdire alla navigazione il tratto di mare compreso tra l’isola e la secca; infatti, in tal modo, come farebbero le piccole imbarcazioni a circumnavigare l’isola? dovrebbero spostarsi IN QUALUNQUE CONDIZIONE METEOMARINA oltre la secca che, ricordo, essere a tramontana. Oltre tutto mi sa che così facendo la zona di riserva integrale avrebbe un’estensione elevatissima. Forse sarebbe più opportuno che la riserva non avesse alcuna zona di riserva integrale, che sinceramente non ha prodotto alcun risultato, ad oggi e che in un’isola piccola come Ustica leva risorse ai fruitori, anziché fornirle…. Tanto vale lasciare le zone B e C intensificando i controlli… Non capisco perché si insista a voler mantenere una zona di riserva integrale in un posto che non ne ha bisogno.

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Da Palermo Marco Daricello

Gentile sig. Iovane, non mi sembra assolutamente il caso di interdire alla navigazione il tratto di mare compreso tra l’isola e la secca; infatti, in tal modo, come farebbero le piccole imbarcazioni a circumnavigare l’isola? dovrebbero spostarsi IN QUALUNQUE CONDIZIONE METEOMARINA oltre la secca che, ricordo, essere a tramontana. Oltre tutto mi sa che così facendo la zona di riserva integrale avrebbe un’estensione elevatissima. Forse sarebbe più opportuno che la riserva non avesse alcuna zona di riserva integrale, che sinceramente non ha prodotto alcun risultato, ad oggi e che in un’isola piccola come Ustica leva risorse ai fruitori, anziché fornirle…. Tanto vale lasciare le zone B e C intensificando i controlli… Non capisco perché si insista a voler mantenere una zona di riserva integrale in un posto che non ne ha bisogno.

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Da Roma Claudio Iovane

Caro Pietro, vista la possibilitá di poter chiedere pareri all’illustre Prof. Riggio, sottoponiamogli la possibile nuova area A che andrebbe dal “Passo della Madonna” a tutto il “Corruggio” comprendente la “Secca della Colombaia”, dove la presenza di relitti risulterebbe utile alle ricerche scientifiche di biologia marina. Tale area a forma triangolare con base sulla costa e vertice sulla secca, farebbe sì che sulle carte nautiche comparirebbe questa zona di interdizione alla navigazione e incidentalmente potrebbe evitare qualche altro speronamento della secca, fermo restando che dietro permesso i diving autorizzati dopo un periodo adeguato potrebbero fare delle visite guidate sempre sotto la tutela dei biologi marini, a questo proposito da cittadino mi piacerebbe che ogni anno, preferibilmente nel mese di agosto, ci fosse una conferenza con relative pubblicazioni, sullo stato della riserva con tanto di immagini e tanto di risultati scientifici emessi da cattedre universitarie convenzionate con il Comune di Ustica coinvolgendo quest’ultimo in ogni iniziativa.

Sono sicuro che il Sindaco di Ustica, nella persona di Attilio Licciardi, che ha dedicato una vita all’Università, si fará promotore di queste istanze.

Claudio Iovane

 

Riceviamo e pubblichiamo


Egregio Dott. Rizzuto, ho l’impressione e credo non sia semplicemente impressione che vuole aggiungere l’ultimo condimento ad ogni pietanza.. Si occupi a tempo pieno di notizie giornalistiche vere e proprie, se vuole dare un servizio a chi sta lontano ed essere aggiornato sulle vicende dell’Isola. Lasci all’intelligenza e alla scelta del prossimo Sindaco agli usticesi al momento opportuno, cioè nel momento che ci si trova nella cabina elettorale. Questi sondaggi, come altri proposti dalla testata lasciano il tempo che trovano e la invito a non proseguire sugli stessi,ribadisco lasci decidere agli usticesi in tranquillità. Ritengo, non essendo all’interno di nessuna coalizione di poter esprimere questo giudizio al di sopra delle parti. La invito anch’io a togliere quanto da lei postato, in quanto mi sembra essere un gioco di scuola di prima infanzia.

P.S Stesso testo è stato inviato a Usticasape.

Angelo Tranchina

 

Perché non scegliamo il candidato Sindaco tutti insieme?


Cara Gabriella,

giusto, assolutamente giusto quanto hai scritto: il futuro Sindaco o Sindaca di Ustica deve “odorare” di LEGALITA’.
Ma questa “DOTE”, indispensabile, non e’ sufficiente.
Nei giorni scorsi ho scritto che il futuro SINDACO o SINDACA deve essere una PERSONA NORMALE, che possieda alcune caratteristiche:
AMARE Ustica ed essere consapevole che si tratta di SERVIZIO, che occorre un grande impegno e quindi grande disponibilita’ di tempo ,predisposizione a UNIRE. Grandi sono le responsabilita’ del Sindaco, deve essere ben collaborato e nel contempo deve Amministrare in stretta sintonia con i Cittadini, con il Consiglio, con la Giunta.
Massima la collaborazione con i dipendenti, comprensione per le necessita’ di ognuno in relazione ai bisogni che l’insularita’ comporta ma nel contempo ognuno deve assolvere con impegno e professionalita’ i propri compiti.
Non e’ tollerabile che disattenzioni di Amministratori o dipendenti provochino danni incommensurabili alla Comunita’ e al Patrimonio COMUNE. Volutamente evito, al momento citare casi specifici, ma e’ insopportabile assistere all’abbandono del BENE COMUNE. Un documento non trasmesso al destinatario interno o esterno puo’ provocare danni immensi e irreversibili.
Oggi il COMUNE corre seri pericoli di default.
Nessuno si illuda di andare a gestire un….GIOCATTOLO.
Sprechi immensi sono stati compiuti, beni di immenso valore nell’abbandono piu’ totale, e chi avrebbe avuto l’obbligo almeno etico di intervenire ha preferito restare nell’ombra.
Abbiamo un PATRIMONIO immenso, che nessun’altra isola possiede in modo cosi completo come Ustica.
Cara Gabriella, lo sai che abbiamo anche un CENTRO VELICO che organizzato con scuola di vela, officina di riparazioni nautiche, regate veliche, quindi possibilita’ di lavoro e turismo, possibile che non interessi nessuno?
GABRIELLA RIBADISCO QUANTO GIA’ PROPOSTO in una mia precedente:
SCEGLIAMO IL CANDIDATO SINDACO TUTTI ASSIEME. ABBIAMO SCOPERTO LE PRIMARIE! PERCHE’ NON FARLE A USTICA?UOMO o DONNA SCIEGLIAMOLO TUTTI INSIEME

Angelo Longo

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Da Palermo Angelo Longo

GENTILE ANGELA,

Dai tuoi commenti, che esprimi con frequenza,ho tratto il convincimento che possiedi a iosa i requisiti per …partecipare! Sei Figlia del Mare, possiedi il giusto senso dell’ironia, sinonimo di intelligenza, hai tempo e disponibilita’ intellettuale da spendere al servizio della nostra comunità. Non abbiamo il tempo di aspettare che qualcuno debba mangiare le due famose “salme di sale” per convincerci e conoscerlo…

PROVIAMO a spezzare e spazzare quella “nube tossica” che ormai da troppi anni avvelena la nostra comunita’, con gli abusi e i privilegi che taluni si consentono, con un grande disordine amministrativo che ha condotto la nostra Isola e la sua gente sull’orlo (se non oltre!) del baratro.

Dai il buon esempio e fatti avanti per dare il tuo valido contributo…

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Da Cosenza Salvio Foglia

primarie per sindaco e magari …lista unica (Odori di Ustica), perchè no?

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Da Ustica Gabriella Bertacci

Carissimo Angelo, è sempre un piacere leggere le sue lettere.
E’ vero, il futuro sindaco deve odorare anche di tutto quello che Lei ha scritto. Leggere una sua lettera è per me motivo di studio.
Un Sindaco Donna? Niente male!!!

Con Affetto e Stima
by Gabry

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Da Ustica Angela D’Angelo

Questa idea delle primarie mi piace!
Però mancano i candidati!
Come si potrebbe fare?

Riserva Naturale Marina di Ustica: “Lo Spalmatore una scelta sbagliata…”


 Alcune domande a Silvano Riggio, professore ordinario di Ecologia alla Facoltà di Scienza dell’Università di Palermo.

D. Secondo la Sua esperienza la zona dello Spalmatore era la più adatta per delimitare l’Area di Riserva Marina?

R. Da quello che sapevo, da quello che si vedeva senza ulteriori studi e ricerche si desumeva la zona più adatta per fare l’area di riserva integrale non fosse quella di Punta Spalmatore, che è una bassa spianata di scogli abbastanza accessibile al pubblico, un pubblico anche non adatto, ma fossero piuttosto le falesie che c’erano a nord e a sud che si proteggevano da sole a causa dell’asperità dei fondali e per la caduta massi e inoltre erano probabilmente le più interessanti perché le più ricche di anfrattuosità e di buchi, dove trovava rifugio la grande fauna marina dell’Isola.

D. Come mai la scelta è caduta nella zona più bella e accessibile per la balneazione dell’Isola?

R. Io ero poco convinto di questa riserva integrale allo Spalmatore, dove fu fatta, per alcuni motivi che posso elencare brevemente:

1. Questa spianata di rocce era abbastanza uniforme e piatta e non riservava quegli scoscendimenti e quelle cadute dove si trova la fauna più rappresentativa dei fondali usticesi.

2. Perché l’attuale area era molto utile, si prestava molto, alla balneazione per i turisti e per i visitatori dell’Isola che intendevano andarsi a fare il bagno, in quanto non trovavano posti altrettanto idonei.[ id=15402 w=320 h=240 float=right]

3. Perché ci sono state delle forti pressioni anche da parte degli stessi padri fondatori della Riserva che lì avevano messo la sede dell’Associazione della pesca sportiva , la pesca diportistica, che era importante e anche agguerrita, e c’era poi la prima sede della Riserva – la Torre.

La torre, appunto era vista come la naturale sede della Riserva.

Il tratto di mare prospiciente la torre si riteneva il più ideale per salvaguardare quell’oasi .

Io ero dell’avviso che queste scelte non potessero suffragare una scelta che per altri versi era penalizzante. Il turista arriva ad Ustica cerca di farsi il bagno e trova la parte migliore dell’Isola, la più accessibile, interdetta alla balneazione.

Io ritengo che per il rilancio, nonché per la buona riuscita della riserva, bisogna assolutamente avere un pubblico che apprezzi l’Isola e la sua riserva. L’Isola è anche una sede di educazione ambientale.

D. Chi ha fatto pressione per indirizzare la riserva in quel posto?

R. Santoro è stato il padre della Riserva ed il troppo amore di Santoro per Ustica che ha generato/indirizzato questa scelta, ma non possiamo fargliene una colpa ma, se mai, riconoscenza…

D. Cosa  suggerisce per il futuro?

R. Per il futuro io vedrei di buon occhio una revisione di tutta la geografia dell’Isola soprattutto la location dei vari punti notevoli della riserva. In tutto questo vedrei bene l’apertura di altre zone “A” compensate dalla chiusura di quelle attuali dopo aver fatto un preciso censimento della situazione.

Bisognerebbe capire se questa zona “A” ha avuto degli effetti sulla presenza di Flora e Fauna e se questi effetti sono duraturi, di grande portata o effetti minimi.

Occorrerebbe fare una ricerca seria, del resto la Riserva nasce per la ricerca, e dopo di che provare altre zone di riserve integrali che andrebbero situate nella costa sud-est (Punta Cavazzi e Cala Galera) o verso il Passo della Madonna che sono punti scoscesi, difficilmente frequentabili ma che possono dare della grandi sorprese dal punto di vista scientifico.

D. Qualcuno potrebbe obbiettare che le zone che indica Lei non sono facilmente accessibili via terra.

R. Questo non è uno svantaggio anzi è un vantaggio perché, se la zona “A” deve essere una zona assolutamente protetta, cioè una zona interdetta a tutto lo sfruttamento, a tutto l’uso di qualsiasi tipo bisogna andare a scegliere una zona impervia una zona che precipita scoscese e quindi non facilmente accessibile. La zona “A” di Ustica è facilmente accessibile e si presta a continue violazioni delle disposizioni e le continue violazioni si ripercuotono sul riassetto naturalistico.

Io ritengo che tutto questo si possa fare dopo aver fatto una analisi, uno studio essenziale. Siccome i ricercatori ci sono e le cifre richieste non sono enormi, anzi sono abbastanza modeste.

Ringraziamo il Prof. Riggio per la Sua chiarezza e disponibilità
PB

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COMMENTO

Dal Messico Nino Zanca

Ma attenzione a non fare altri errori….il bagno si fa anche dalla barca non solo da terra..e le barche si affittano….dunque abbiamo una statistica di quale zona e’ più praticabile nel periodo estivo,in relazione alle giornate di mare mosso o leggermente mosso? Quante calette rifugio nell’area eventualmente prescelta? Insomma bisogna anche decidere con criteri di utilità pragmatica,nell’interesse dell’economia dell’isola.

Cari saluti dal Messico

NINO

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Abbiamo dovuto attendere ben 26 anni per capire che la scelta della riserva marina allo spalmatore e’ stata una scelta sbagliata,ora quanti decenni dobbiamo attendere per spostarla in una zona irraggiungibile dall’uomo?

Giovanni

 

 

Minibus: Scelta sbagliata, in difficoltà gli autisti…


[ id=9096 w=320 h=240 float=left]Basta guardare le foto dell’autobus posteggiato in via Petriera per capire quanto sia stata azzeccata la scelta di orientarsi verso questa tipologia di mezzi che purtroppo sono gia’ in servizio. Credo che ogni ulteriore commento sia inutile e del resto, in meno di una settimana , i risultati non sono tardati ad arrivare e sono ampiamente visibili sul paraurti anteriore.

Speriamo che tutto questo servi a Qualcuno per cominciare a riflettere sul fallimento preannunciato. Disgraziatamente non sono piu’ presenti immobili a cui rifilare i cantonali .

Giancarlo Caserta

 

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COMMENTI:

Da Ustica Vincenzo Caserta

Capisco che gli autisti sono persone umane e non robot e si può anche sbagliare manovra,visto chè soluzioni immediate non ci sono per lo svincolo,dato che si sono smussati gli angoli delle case dei sig.Longo e Martucci,per cercare di evitare il meno danno possibile a mezzi (autobus),perchè non fare smussare anche l’angolo del terrazino Tranchina.Non credo che 30 cm. guasti l’entrata dell’abbitazione,almeno evitiamo di “scassare” tutti i paraurti dei bus,in fin dei conti il terrazo si trova su suolo publico!!!!!O no!!!!!!!!.

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Da Casada Julieta lizarraga Gutierrez

hola saludos a toda la isola de ustica io vivi casada un tiempo en esa isla con el señor Pietro Mancuso saludos

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Dalla Germania Domenico Giuffria

Scusatemi se dico cosa penso: dietro la rotonda, per capirci meglio sopra l’hotel grotta azzurra una stradina è gia esistente, so e capisco che darebbe fastidio ad alcuni miei COMPAESANI, ma forse darebbe anche dei piccoli privilegi. E’ una delle tante soluzioni che andrebbero valutate. Poi non credo sia corretto comprare dei bus a SCATOLA chiusa. Prima occorreva provarne la praticità e dopo confermare l’acquisto. Capisco che è facile parlarne dopo, ma le persone che percepiscono….. dei soldini per tutelare i NOSTRI interessi cosa FANNO???

Un cordiale saluto a tutto il consiglio MUNICIPALE, perchè sarà probabilmente L’ULTIMO.

ciao MIMI

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Da Ustica Luigi Palmisano

…e dire che l’arrivo dei suddetti bus era stata da qualcuno annunciata in pompa magna, stile “grandi eventi” con tanto di festeggiamenti, quasi da aspettarsi la fanfara allo sbarco al porto…senza dimenticarci che hanno lasciato turisti e isolani A PIEDI (taxi privati esclusi) per un’intera stagione!

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Dalla California Agostino Caserta

Mi permetto di ritornare su questo soggetto nuovamente, e per come detto prima, devo dire di nuovo, e ricordare a tutti che la soluzione esiste. La soluzione per come tutti sappiamo e’ LO SVINCOLO ma se ne parla ancora senza la necessaria convinzione perche’ tutti siamo presi, impegnati e ingolfati dai problemi conseguenziali derivanti dalla mancanza del benedetto suddetto “Svincolo”, e cioe’ problemi come traffico, rumori, polveri sottili, gas che danenggiano la salute, bus intrappolati, permessi di circolazione, orari di circolazione ecc….. che sono quasi impossibile risolvere, qualsiasi cosa fa l’Amm.ne lascia 50% di gente contenta e l’altro 50% no.

Invece di concentrarsi per risolvere il problema principale si stanno sciupando tutte le energie a lamentarsi e parlare dei derivati. Per inciso al bus si possono smussare i paraurti di plastica invece di fare il solletico alle ” cantuniere”. A mali strani rimedi strani. E per i bus per uscire ed entrare in paese ci sono strade alternative alla via Randaccio e via Di Bartolo……

La realta’ rimane solo una : si deve fare LO SVINCOLO che e’ la soluzione al 100% di tutti questi problemi primari e secondari, se non si realizza al piu’ presto per i prossimi 20 anni in estate saremo tutti sempre qui a fare ” u ballo ru cavallo “.

Il Sindaco lo svincolo vorrebbe farlo, ne ha parlato. Ma non basta. Il soggetto e’ delicato e si deve affrontare con tutte le forze o niente, non si puo’ rischiare di vederlo bocciato. Secondo me l’Amm.ne da sola potrebbe non farcela, e’ necessaria, per avallare la situazione di emergenza, anche dal punto di vista sanitario ( rumore, polveri sottili, gas ecc..) una raccolta in massa di firme di cittadini con la richiesta dello “SVINCOLO” indirizzata al Comune e alle Autorita’ Regionali. Ci dovremmo dare una mossa al piu’ presto.

 

 

Da Palermo Mario Oddo

Mi fate passare una provocazione ? : “basta abbattere gli immobili e il problema è risolto” semplice no ?

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Dalla Germania Josè Zagame

Giancarlo, osservatore attento ed acuto….. cio’ di cui l’isola necessita.