Ustica sape

Una memorabile visita al Giornale di Sicilia con i giovani redattori “Ustica dei ragazzi”


[ id=21135 w=320 h=240 float=left] Il gruppo che sta seguendo il Corso scolastico di giornalismo è stato accolto nella redazione del quotidiano, dove ha potuto rendersi conto direttamente del ciclo produttivo di un giornale.

Alla scuola media di Ustica ne avevamo già parlato: come si diventa giornalisti, come si scrive un articolo, come si costruisce, pagina dopo pagina, un intero giornale quotidiano… Ma potete immaginare che differenza fa, per i ragazzi, trovarsi dentro la sede di un autentico giornale, il più antico e importante quotidiano siciliano, e rendersi conto direttamente di come funziona un organismo redazionale vivo e palpitante! Cronisti sguinzagliati in città alla ricerca di fatti rilevanti, sia di “nera” che di “bianca”; notisti che riferiscono le novità della politica; collaboratori illustri che inviano i loro articoli e commenti. Poi la quotidiana riunione redazionale in cui il direttore e lo staff dei capiredattori e dei capiservizio valutano i numerosi contributi e scelgono i “pezzi” da pubblicare. Ancora, la preparazione del “menabò”: il progetto necessario alla realizzazione delle pagine del giornale, con le indicazioni del rilievo da dare ai vari fatti, con titoli per riassumerli, con le immagini per valorizzarli. E, per concludere il ciclo, l’impaginato definitivo che si trasforma in lastre da inserire nella rotativa per dare vita al giornale cartaceo.

FULL IMMERSION NELLA FABBRICA DI UN GIORNALE

Eravamo tutti emozionati: studenti, insegnanti e accompagnatori, la mattina di mercoledì 5 febbraio 2014, quando abbiamo varcato la soglia del Giornale di Sicilia, per una full immersion in una “fabbrica” di giornalismo multimediale. Proprio così, multimediale, perchè in quella sede si producono non solo lo storico quotidiano stampato su carta, ma anche svariate edizioni del Giornale di Sicilia online, consultabili su internet da tutto il mondo, oltre a un classico telegiornale.

All’appuntamento eravamo accorsi in tanti. C’era il nucleo dei circa venti giovanissimi redattori della testata “Ustica dei ragazzi”, costituita a ottobre del 2013 presso l’Istituto Comprensivo “Saveria Profeta” di Ustica, per iniziativa degli studenti delle scuole medie che hanno aderito al Corso di giornalismo scolastico. E c’erano anche diversi studenti delle elementari e delle superiori di Ustica che, pur non partecipando al Corso di giornalismo, seguono con interesse e affetto questa iniziativa assolutamente innovativa per la scuola dell’isola. L’ occasione era troppo ghiotta e anche loro volevano partecipare. A guidare tutto il gruppo, arrivato di buon ora con l’aliscafo da Ustica, la professoressa di Lettere Nicoletta Gualdasaio, coordinatrice del Corso di giornalismo, coadiuvata dalle colleghe Maria Pina Panepinto, Antonella Savalla e Miriam D’Aleo. E, per finire c’ero io, venuto apposta da Roma, che tentavo di impersonare più di un ruolo: consulente del Corso di giornalismo, rappresentante del Centro Studi di Ustica che lo ha promosso, e non ultimo -ci tengo a ricordarlo, anche se questa storia appartiene alla mia più remota storia professionale-, ex redattore del Giornale di Sicilia, dove ho iniziato la mia carriera giornalistica alla metà degli anni ’60, prima come collaboratore scientifico, quindi come praticante e, dopo gli esami di abilitazione professionale, come redattore.

UNA GUIDA ESPERTA E SQUISITA

Ad accoglierci nella sede del Giornale di Sicilia, in via Lincoln 21, il giornalista Angelo Meli, abilissimo nello svolgere opera di didattica del giornalismo, anche per la pratica che gli deriva dall’essere stato docente della Scuola di giornalismo dell’Università di Palermo. Il collega Meli merita più di una veloce presentazione. Egli è un cronista di razza, figlio di una scuola di giornalismo da inchiesta che in Sicilia vanta gloriose tradizioni. Angelo ha firmato numerosi articoli di denuncia di radicate pratiche mafiose, come quella del cosiddetto “pizzo”, ed è anche direttore della testata “A Sud d’Europa”, il settimanale del “Centro Studi e Iniziative Culturali Pio La Torre”. (Detto per i giovanissimi: Pio La Torre è stato il politico e sindacalista ucciso dalla mafia nel 1982, dopo che aveva proposto la legge sulla confisca dei patrimoni ai mafiosi).

Torniamo alla nostra visita. Dopo le parole di benvenuto, Angelo Meli ci ha condotti al primo piano, nella saletta dedicata a Mario Francese (cronista di punta del Giornale di Sicilia, assassinato dalla mafia nel 1979), dove ci ha illustrato i vari aspetti dell’organizzazione redazionale, rispondendo alle curiosità dei ragazzi. Poi Meli ci ha invitato ad assistere a un cortometraggio che racconta la storia del giornale, a partire dalla sua fondazione, avvenuta nel 1860, all’indomani dello sbarco di Garibaldi in Sicilia, per iniziativa dell’editore palermitano Girolamo Ardizzone. Da notare che gli Ardizzone sono tutt’ora gli editori del giornale e Antonio Ardizzone, pronipote di Girolamo, ne è il direttore; mentre Giovanni Pepi riveste da diversi anni il ruolo di condirettore. Insomma, una vicenda, quella del Giornale di Sicilia, che ha accompagnato tutta la storia unitaria dell’Italia, dall’impresa dei Mille, fino ai nostri giorni.

LA LINOTYPE, UN CIMELIO DI UN SECOLO FA

Esaurita la parte introduttiva e quella storica, abbiamo lasciato il primo piano dell’edificio, che ospita gli uffici della direzione, della segreteria di direzione e dei capiredattori, per scendere al vasto pianoterra, dove si sviluppano i locali in cui il giornale, dopo essere stato progettato, prende le sue diverse forme fruibili ai lettori: cartaceo e online. Nel passaggio da un piano all’altro, abbiamo incontrato un oggetto davvero memorabile: la linotype. Detto in parole povere: un’enorme macchina da scrivere, in uso fino ai primi anni ’70, che trasformava le righe di un articolo in listelli di piombo da inserire, poi, in un telaio che rappresentava l’immagine speculare della pagina di un giornale. Devo precisare che, ai tempi del mio apprendistato giornalistico, noi redattori scrivevamo gli articoli su fogli di carta, con le normali macchine da scrivere; a ricopiarli con le linotype ci pensavano i “linotipysti”, in una sala colma di queste macchine, dominata da un fracasso infernale e satura di vapori di piombo, certamente non salutari a respirarsi per tante ore consecutive. La linotype esposta nell’androne del Giornale di Sicilia, ovviamente, oggi non è più in funzione: è soltanto un cimelio che serve a ricordare i tempi della cosiddetta “composizione a caldo”, poi sostituita da quella “a freddo” con i computer.

Il passaggio degli studenti davanti al vecchio cimelio è servito a introdurre l’ambiente open space dove un tempo si trovavano schierate una dozzina di linotypes, mentre oggi ci sono dei semplici tavoli, ciascuno dotato di un computer in cui confluiscono i testi e le immagini, in forma digitale, da collocare all’interno della pagina cui sono destinati. Si compie così il lavoro di “impaginazione digitale”, svolto con appositi programmi di grafica.

DOVE NASCONO LE PAGINE

A questo punto del ciclo produttivo le pagine dell’edizione del giornale sono complete, presenti nella memoria del computer in versione digitale, pronte per essere utilizzate. Se sono destinate al giornale online, rimarranno come pagine virtuali, accessibili ai lettori dotati di computer, di tablet e degli altri moderni supporti multimediali. Se, invece, le pagine sono destinate a diventare carta stampata, dovranno subire la trasformazione dalla forma digitale a quella analogica. Questa metamorfosi avviene in una sala attigua, dove si può assistere alla nascita di una specie di bassorilievo di ogni pagina, realizzato su un polimero plastico flessibile. Ma, attenzione, se volete decifrare quella sottile scultura plastica, dovete essere bravi come Leonardo da Vinci, che aveva imparato a scrivere e a leggere al contrario! Infatti, i bassorilevi in plastica delle pagine non sono altro che la versione speculare di una pagina stampata. Perchè mai questa complicazione?

Il motivo diventa evidente passando in un grande capannone situato nel cortile interno del Giornale di Sicilia, dove i ragazzi hanno fatto la conoscenza della mitica “rotativa”, la macchina capace di stampare centinaia di migliaia di copie del giornale in poche ore. Quelli che prima abbiamo definito i bassorilievi in plastica di ogni pagina, vengono fissati sui rulli della rotativa e inchiostrati automaticamente, in modo che quando un lungo nastro di carta gli passerà sopra, potrà essere stampato, questa volta per il verso giusto, in maniera leggibile. Alcune sezioni della grande rotativa sono occupate da meccanismi accessori che servono a piegare, tagliare e ordinare le varie pagine, trasformandole nel giornale pronto per essere venduto in edicola o spedito agli abbonati.

Alla conclusione del tour abbiamo appreso una novità legata più a fattori di “economia di scala”, che a esigenze tecniche. La grande rotativa del Giornale di Sicilia è a riposo da diversi mesi. Allo scopo di risparmiare sui costi di produzione, infatti, alcune testate nazionali e regionali, fra cui il Giornale di Sicilia, invece di stampare ciascuna con i propri macchinari, stanno sperimentando la stampa per mezzo di una grande rotativa comune, che possa soddisfare le esigenze di tutti, riducendo sensibilmente le spese. La scelta se converrà andare avanti con questa soluzione consortile sarà fatta dopo un adeguato periodo di valutazione.

UN OMAGGIO DEL CENTRO STUDI DI USTICA

Francamente non ci aspettavamo che il tempo scorresse così rapidamente, e verso la fine della mattinata ci siamo resi conto con rammarico che era giunto il momento del commiato. Ma, prima di concludere la visita, abbiamo voluto manifestare la nostra gratitudine lasciando un tangibile ricordo dell’isola di Ustica ai rappresentanti del Giornale di Sicilia. A nome dell’Istituto scolastico Comprensivo e del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica, la professoressa Gualdasaio ed io, abbiamo consegnato al bravo e paziente Angelo Meli e al dottor Piero Giallanza della segreteria di direzione, la guida “Ustica” di Maria Grazia Barraco e la copia di una stampa settecentesca dell’isola: entrambe frutto del lavoro di ricerca e divulgazione svolto dallo stesso Centro Studi.

A questi omaggi ne ho voluto aggiungere uno personale che richiede una breve premessa esplicativa. Nel 1969, alla vigilia dello storico sbarco dell’Apollo 11 sulla Luna, fui incaricato dagli allora capi redattori Roberto Ciuni e Giuseppe Geraci (due validi professionisti e maestri di giornalismo, purtroppo entrambi scomparsi) di curare da tre a cinque pagine speciali al giorno, per tutta la durata dell’impresa, descrivendo non solo la cronaca puntuale della missione, ma anche i presupposti scientifici e politici (la gara spaziale fra Usa e Urss) che l’avevano resa possibile. A gratificazione di questo impegno straordinario, avrei ottenuto la firma nella testata di ognuna di queste pagine speciali: un’opportunità unica per un apprendista-giornalista di 23 anni quale ero allora. La sera dell’allunaggio, quando il modulo di escursione lunare scese indenne nelle lande desolate del Mare della Tranquillità con due uomini a bordo (Armstrong e Aldrin), si decise di uscire con un’edizione straordinaria la cui prima pagina era interamente occupata da un titolo a caratteri cubitali: “Sulla Luna l’impronta dell’uomo”. Appena la rotativa si mise in moto scendemmo al piano di sotto a vedere il risultato del nostro lavoro. Io presi la prima copia fresca di stampa e chiesi ai due capiredattori-maestri di apporre la loro firma sulla prima pagina. Ho custodito con affetto, per più di mezzo secolo, quella prima copia dell’edizione straordinaria; ora mi è sembrato giusto restituirla all’Archivio del giornale da cui è stata prodotta, tanto più che è impreziosita dalla firma di due indimenticabili protagonisti della sua storia.

ASPETTANDO “USTICA DEI RAGAZZI”

La visita della redazione “Ustica dei ragazzi” è stata coronata da un promettente epilogo: il collega Angelo Meli ha chiesto ai ragazzi del Corso di giornalismo di informarlo non appena sarà pronto il primo numero della testata scolastica in corso di elaborazione, con la promessa che ne sarà dato risalto sulle pagine del Giornale di Sicilia. Un motivo di più per continuare il nostro lavoro di gruppo con impegno e passione.

franco Foresta MartinFranco Foresta Martin
9 Febbraio 2014

(Nella galleria di immagini allegate, vari momenti della visita degli Studenti usticesi al Giornale di Sicilia)

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