Ustica sape

Una serata da incorniciare con il cantastorie Paolo Zarcone


 

Cantastorie Paolo Zarcone all'ArsenaleOrganizzata dal Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica con la collaborazione della Soprintendenza del Mare, si è riproposto a Palermo nei locali dell’Arsenale della Regia Marina la versione del cantastorie Paolo Zarcone la novella Lu principi Gerbinu tratta dal Decameron.

La prima sensazione che hanno provato quanti non hanno voluto mancare all’appuntamento all’interno dei suggestivi locali dell’Arsenale è stata quella di una bella rimpatriata, di un piacevole ritrovarsi “fuori stagione”.

L’arch. Alessandra De Caro, in rappresentanza del Soprintendente Sebastiano Tusa, ha dato il saluto iniziale dicendosi felicissima di ospitare l’evento proposto dal Centro Studi, molto apprezzato per la sua lunga e prestigiosa attività e si è detta certa che l’evento contribuirà alla valorizzazione di un bene che molti legami ha avuto con la storia di Ustica e che ora è destinato per vocazione a ospitare il primo museo regionale di archeologia subacquea.

Successivamente un auditorio qualificato, numeroso ed attento ha ascoltato le parole di introduzione del Presidente del Centro Studi Vito Ailara che ha inquadrato la serata come “la verifica di un obiettivo, quello di intensificare le relazioni tra soci attraverso una serie d’incontri”. Rivolto il saluto ai soci e agli ospiti convenuti ha sottolineato la presenza di Giovanni Mannino che, oltre a scoprire il villaggio preistorico dei Faraglioni, ha ricostruito la preistoria dell’isola; aggiunge che Mannino va anche ricordato come “padre” dei due altri archeologi che tanto hanno dato all’isola, Sebastiano Tusa e Francesca Spatafora, che ha ringraziato per l’ospitalità e per la presenza, a cui si devono il museo di Torre Santa Maria e lo splendido Museo “Gaetano Seminara”, un vero scrigno dell’archeologia usticese. 

I riflettori sono stati quindi puntati su Paolo Zarcone giovane e bravissimo cantastorie che accompagnandosi con la sua chitarra si è prodotto prima in struggenti ballate tradizionali siciliane per poi raccontare in parole e musica nella sua particolare ed apprezzata versione la tragica storia d’amore e morte di Gerbino e dell’amata. Per lui alla fine applausi scroscianti e meritati.

È seguito il dotto intervento di Giovanna Fiume, docente di storia moderna all’Università di Palermo che ha subito calamitato l’attenzione dei presenti. La Professoressa si è dichiarata in premessa “amica del Centro Studi” del quale ha apprezzato l’attività ed in particolare il periodico Lettera, a cui deve il suo approccio iniziale all’isola. Ha quindi tenuto viva l’attenzione dei convenuti con un’articolata e puntigliosa analisi della novella del Decameron offrendone  una lettura arricchita da sagaci riflessioni ben oltre la storia di un amore infelice. Si è soffermata a descrivere l’ambiente familiare e storico in cui è maturata la formazione del Boccaccio, figlio di mercanti e dal padre addestrato alla professione mercantile, la cui formazione è ben rispecchiata nella sua opera animata più da ideali mercantili che cavallereschi; sull’ampio contesto geografico entro cui si muove questa novella; sul guanto metafora della mano cioè della lealtà della parola data; sulla ragion di stato sopra ogni sentimento; sulla guerra di corsa nel Mediterraneo con corsari “patentati”; sugli aspetti mercantili, di politica economica degli Stati e sulle relazioni internazioni; sulla “lingua dei corsari”; sulla distinzione tra corsari e  pirati; su come il Mediterraneo fosse una mare vissuto intensamente e intensamente condiviso dai popoli rivieraschi.

Al termine complimenti all’unanimità alla Prof.ssa Fiume.

Ospiti e padroni di casa si lasciano con l’impegno che in futuro altre occasioni di incontro e confronto saranno sicuramente ricercate.

All’evento sono stati presenti molti soci ed altri ospiti, tra cui la dott.ssa Francesca Spatafora, il signor Mannino, Mario Genco,  Ivana Mancino, Marcello Scalisi, Marco Sajeva, Lucio Messina, la pittrice Maria Grazia Bertucci, 

Particolarmente gradita la presenza di padre Alessandro Manzone  e il dott. Aldo Messina, già rispettivamente parroco e sindaco dell’isola. Assente incolpevole il sindaco Attilio Licciardi impossibilitato a raggiungere Palermo per l’interruzione dei collegamenti per avverse condizioni meteomarine.

 A cura di Mario Oddo

 

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