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Ustica, una forte e irresistibile attrazione


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Le cose sono cambiate, con il passare degli anni, come inevitabilmente accade quando si cresce e la vita si fa più complicata. Cambia la prospettiva con cui si guardano le cose, cambiano le abitudini, cambiano le persone che ci stanno accanto. Eppure una cosa non cambia mai: il senso di meraviglia, di profonda pace e serenità che riempie il cuore e gli occhi ogni volta che lo sguardo è rivolto a quest’isola così piccola, eppure così particolare e così affascinante, secondo me davvero unica.

Quest’anno ho avuto modo di restare qualche giorno in più rispetto a quanto sia stato possibile negli ultimi anni, l’intenzione era quella di vedere ciò che ancora non avevo visto e conosciuto, ma mi sono resa conto che ogni volta, anche visitando posti che già si pensava di conoscere bene, c’è qualcosa in più. In sostanza, nonostante oltre 3 decenni di vacanze usticesi, ho ancora molto da scoprire.

La prima cosa che ci fa rendere conto di essere arrivati ad Ustica, una volta scesi dal traghetto, è quell’inconfondibile odore di mare che bagna la pietra lavica…Non ho mai sentito in alcun posto un profumo così intenso di mare, viene voglia di respirare a pieni polmoni. I volti sono sempre gli stessi, con qualche segno del tempo in più scavato sul volto. Tutti quei volti segnati anche da una forte cordialità, e una semplicità unica nei modi, che fa sentire subito parte di quella comunità.

Le strade con i ciottoli sono un tratto caratteristico, soprattutto la strada del Calvario, che termina con la cappella che contiene il simulacro di Gesù Cristo con la testa coronata di spine. Da qui si protrae una strada che consente di salire in direzione Rocca Della Falconiera. Si tratta di uno dei posti secondo me più belli e suggestivi, da cui si vede, tra le altre cose, da una parte il paese, dall’altra il faro di Punta Homo Morto, villa Florio, e una casetta abbandonata scavata nella roccia (mi pare di ricordare che sia stata abitata fino agli anni ’50). Il posto è dominato da un senso di profonda pace, non si sente nulla se non il rumore del mare e del vento che si insinua tra le rocce. Più volte mi è capitato di sedermi lì, anche per ore, riuscendo a svuotare la mente del fardello di pensieri che la vita quotidiana impone, per sentire un profondo senso di appartenenza alla natura. Penso che non ci siano davvero parole per spiegare l’insieme delle sensazioni positive che questo posto è in grado di trasmettere.

Quest’anno a tutti i costi avrei voluto visitare la casetta scavata nella roccia a cui ho accennato prima, ma questo non è stato possibile perchè il percorso che conduce ad essa è completamente ricoperto da sterpaglie, e comunque da una vegetazione piuttosto fitta che non mi ha consentito nonostante tutta la buona volontà di raggiungere il mio obiettivo. Una cosa quindi che rimane in sospeso da anni, un desiderio che spero comunque di poter realizzare quanto prima. Ripongo tutta la mia fiducia nella volontà del Comune di Ustica di rendere accessibili in tutto e per tutto le bellezze che l’isola offre, magari rendendo visitabili anche ai turisti di settembre /ottobre come me, musei e aree di interesse storico e archeologico come il Villaggio Preistorico, al quale sarebbe bellissimo poter accedere anche nel corso di una passeggiata in solitaria senza dover per forza ricorrere a qualche tour organizzato e necessariamente articolato in più tappe.

Il centro abitato di Ustica è colorato dalla presenza di numerosi murales, dei colori più disparati, alcuni un po’ sbiaditi dal tempo, altri sempre vividi, ognuno con il suo significato, in ricordo di persone, avvenimenti, costumi e oggetti locali…il mare compare quasi ovunque anche nelle pitture sui muri delle case, quasi a voler ricordare che qui di mare si vive, e dal mare tutto viene condizionato. Nei negozietti del centro ho trovato come sempre le tradizionali ceramiche dipinte e i souvenir dell’isola, ma anche molte creazioni artigianali, stoffe variopinte che diventano animali, stelle marine, tappeti coloratissimi che prendono forma sotto gli occhi di tutti.

Quando penso alle case di Ustica mi viene in mente la loro storia e quella di chi ci ha vissuto, vedo mia madre bambina che camminava in quelle strade, immagino l’epoca dei confinati, i forni di pietra dove si preparava il pane, rivedo il vaporetto Ustica e i suoi passeggeri che arrivano sulla banchina tramite le barche, e gli asinelli carichi, con il passo stanco percorrere  la via della Pennina.

Il giro dell’isola a piedi è d’obbligo per me, ogni volta che mi trovo ad Ustica, ogni mattina, acquazzoni pre autunnali permettendo. Percorrendo a piedi il suo perimetro si possono assaporare colori e profumi che con le velocità di un mezzo a motore non si possono percepire. Al mattino, l’odoreimg_8892 dell’erba umida, della terra e della corteccia degli alberi, più avanti nella zona dello Spalmatore si aggiunge l’odore dell’aglio selvatico che punteggia la costa stagliandosi contro lo sfondo blu del mare. Il mare di Ustica…non ho mai visto niente di più cristallino, puro, limpido, anche quando è infuriato e si scaglia contro la roccia nera, già erosa dal vento e dalle onde; in quel caso il bianco della schiuma si aggiunge alla tavolozza. E resti a guardarlo affascinato dalla sua potenza. A Ustica la natura appare nella sua grandiosità, si avverte di più, è tutto un po’ più intenso.

Quest’anno ho ripercorso anche il mio sentiero preferito: quello di Mezzogiorno, che si dipana lungo la costa dalla Torre Santa Maria fino al faro dello Spalmatore. Qui il rumore del mare accompagna in tutto il tragitto, mentre si incontrano piante di ogni tipo, tra cui la bellissima Urginea Maritima con i suoi fiorellini bianchi che puntano verso il cielo, e piante di fichi d’india d’ovunque. Il sentiero di Tramontana, dalla parte opposta dell’isola, è meno fitto di vegetazione, e porta dal Villaggio Preistorico fino alla chiesetta del Passo della Madonna. Il terzo sentiero, che purtroppo quest’anno ho potuto percorrere solo parzialmente, per il divieto presente in alcune sue parti a causa del pericolo caduta massi, permette di muoversi tra gli alberi in un percorso che profuma di muschio e di corteccia di alberi; in cima si trova la croce che sovrasta illuminata il paese di notte e la necropoli preistorica della Culunnella; alla base invece ciò che resta della storica discoteca “Il Boschetto”.

Mi andava, con questo breve scritto, di esprimere almeno un briciolo delle sensazioni e delle emozioni che quest’isola da sempre è in grado di regalarmi, riportando qualche immagine, che mai renderà l’idea della bellezza del posto. Dovunque mi troverò nella mia vita, e finchè avrò da vivere, credo che sempre sentirò dentro di me questa attrazione forte e irresistibile, che mi porterà a voler toccare la sua pietra, sentire i suoi profumi, e a volermi immergere nel suo mare, ogni volta per ritrovare me stessa, e le mie radici.

Donatella Vargiu

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COMMENTO

Dalla Sardegna Donatella Vargiu

Grazie Pietro, per avere ospitato le mie riflessioni su Ustica su questo bellissimo sito.

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Una risposta

  1. Grazie Pietro, per avere ospitato le mie riflessioni su Ustica su questo bellissimo sito.

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