Ustica sape

Fantastica Isola del nostro mare Italico, odierna terra bruna oramai pacata da quel lontano foco vulcanico, oggi circondata da splendenti sogni e da sfide perenni della realtà, da sempre artigiana di segreti misteri e di dominanti magie, impareggiabile nel riconoscere le degne anime solitarie e gentili, purtroppo a volte sei sferzata da riprovevoli venti umani.

Perennemente avvolta da quelle Tue precise grazie, ricavate fra l’azzurro mare e quel limpido cielo incorrotto. A sua volta attendi serena queste notti d’estate in rilassata attesa, e sarai così pronta a contemplare il Sublime, dopo l’apparir del luccicante tremolio della prima stella.

In verità sei stata creata con selvaggi elementi, ma raffinata con singolari forme, dove il Divino si divertì non lasciando nulla al caso, ed in seguito, e senza fretta, Ti plasmò con tanta passione e completezza.

Piena di meraviglie e di tesori mai nascosti, e non per niente disposta MEDIANA fra due mondi inversamente vivibili per l’uomo come: “Acqua e Aria”.

Il trasparente specchio del Tuo mare lo destini a quegli umani, che galleggiano sulla superficie della vita di ogni giorno con poche emozioni; di contro, la tua intimità la riservi soltanto a chi è capace di scrutare la profondità della propria anima in maniera chiara e poetica.

Ed è per questo che solo a pochi concedi le tue meraviglie, e permetti di farti scrutare nei più reconditi meandri della tua esistenza, regalando loro immagini fantastiche di Te uniche al mondo.

Mentre sono gli egoistici umani e gli apatici dell’arte pura che si rivolgono senza scrupoli a quei tuoi figli Cantori, che sono rei solo del loro poetare, poiché Ti hanno amata ed apprezzata con il totale rispetto della propria passione.

Adesso in una mera tristezza meditano quel sentimento di malessere in solitudine, apprezzando parimenti i benefici del terapeutico silenzio.

È nell’immensità dell’infinito che molti uomini cercano inutilmente di quantificare la propria agiatezza, che si trova fra loro e il Divino, e senza rendersi conto si ritrovano alla fine: “ciechi, sordi e muti”, poiché la vera opulenza è proprio lì, dentro il cuore di ognuno di noi, ed è capace assieme alla ragione di apprezzare con gioia le bellezze del mondo.

Pietro Fiorito