Gent.Le Direttore,
approfitto brevemente della Sua cortesia per rispondere a quanto contenuto nel resoconto dell’ultimo Consiglio Comunale pubblicato su Buongiorno Ustica a firma di Frances Barraco per precisare alcune cose ed analizzarne altre cominciando dal fatto che le convocazioni sono due e non tre poiché il mancato raggiungimento del numero legale in prima convocazione determina il rinvio di una ora allo scadere della quale, se non raggiunto il quorum previsto, il Consiglio viene rinviato in “seconda convocazione” di 24 ore senza ulteriore avviso e con una maggioranza richiesta, ai fini della validità della seduta, di 2/5 dei componenti l’assemblea.
Non c’è bisogno di scomodare il diritto amministrativo, né il TUEL per comprendere che tale procedura è prevista dalla normativa per evitare di piegare, al ricatto, sia l’azione amministrativa che chi pro-tempore né esercita le funzioni.
Rimango, pertanto, sbigottito nel leggere quanto riportato dalla corrispondente di Buongiorno Ustica la quale non solo non si felicita per l’approvazione del bilancio, strumento necessario a potere amministrare correttamente (chi legge sa a cosa e a chi faccio riferimento), ma critica il modo attraverso il quale lo stesso è stato approvato quasi ad avere un senso di rabbia per il risultato conseguito. Mi verrebbe da pensare che l’assenza combinata dei consiglieri di minoranza e del consigliere indipendente fosse finalizzata al conseguimento di un obiettivo diverso da quello ottenuto ed è proprio l’articolo a farlo capire specialmente quando vengo accusato di un uso “disinvolto” della convocazione del Consiglio, in presenza e da remoto, per permettere a chi né è realmente interessato di potere partecipare. L’aggettivo “disinvolto” avrebbe trovato un impiego più consono se all’ordine del giorno fossero stati posti argomenti non impattanti sulla vita di tutta la comunità come è l’approvazione del bilancio. Ma come sempre devo constatare che la filosofia della minoranza, e di chi la fiancheggia, è quella del marito che si evira pur di fare un dispetto alla moglie.
In democrazia tutto è consentito ma nei limiti imposti dalla legge, pertanto mi preme ulteriormente precisare che questa Presidenza non ha mai fatto un uso disinvolto della Legge, dello Statuto e del Regolamento comunale diversamente da quanto abbiamo dovuto assistere nel passato. Mi permetto quindi, sommessamente, di suggerire di pesare bene gli aggettivi prima di usarli anche se comprendo che l’avvicinarsi del rinnovo del Consiglio scalda gli animi e chiama i “militanti” ad un “serrate le fila”.
Francesco D’Arca
Presidente del Consiglio Comunale
