“…questa Amministrazione ha scelto di non celebrare la consueta manifestazione del 25 Aprile ancorché possibile in modo sobrio e consono alla circostanza”. Firmato: Salvatore Militello, Sindaco del Comune di Ustica.
Malgrado il Sindaco, gli Assessori ed i Consiglieri Comunali di Maggioranza abbiano volutamente scelto di non celebrare la consueta manifestazione del 25 Aprile — pur essendo assolutamente possibile farlo in modo sobrio e rispettoso della circostanza — questa mattina, alle ore 10:30, si è comunque svolta la commemorazione degli 80 anni dalla Liberazione, quest’anno indetta dai Consiglieri Comunali del Gruppo Consiliare di minoranza “Tutti insieme per Ustica”.
È gravissimo che, chi rappresenta le istituzioni, scelga deliberatamente di disertare un momento così fondamentale per la storia democratica del nostro Paese. Il 25 Aprile non è una celebrazione “opzionale” od ideologica: è la festa di tutti gli italiani, il simbolo della riconquista della libertà e dei diritti grazie al sacrificio di chi ha combattuto contro il nazifascismo.
Rinunciare volutamente a ricordare, equivale a mancare di rispetto alla nostra Costituzione e a chi ha dato la vita per consegnarci un Paese libero, democratico e costituzionale.
Chi governa una comunità non può permettersi di ignorare la memoria collettiva della nostra Italia. La democrazia si difende, anche e soprattutto, con i gesti.
Buon 25 aprile a tutta la comunità!
I Consiglieri Comunali del Comune di Ustica,
Gruppo Consiliare “Tutti insieme per Ustica”§
Diego Altezza, Martina Natale e Maria Ailara.
Una risposta
Mi chiedo, con disagio morale, se tutto il resto della popolazione usticese, quella che crede nella propria autonomia di pensiero e di azione, non meritasse di essere rappresentata dalla propria Amministrazione e con essa avesse potuto vivere una celebrazione civile che non è e non deve essere patrimonio di una parte ed i cui protagonisti sono, in ogni contrada, tutti gli Italiani. Quel popolo che dopo 80 continua a godere della libertà sancita da una Costituzione scritta da uomini di diversa cultura politica ma uniti in un comune disegno di solidarietà nazionale che, purtroppo, ancora oggi, molte menti hanno cancellato.