Ustica sape

Rivolgere particolare attenzione al decadimento del patrimonio culturale e ambientale.


angelo-longo (3)Caro Giovanni (tacco)

il 6 luglio 2012, tuo figlio GIORGIO, a me caro nipote, che apprezzo per la vivacità ma nel contempo per la pacatezza dei suoi interventi, per la correttezza e fluidità del suo scrivere, ebbene il 6 LUGLIO CON GRANDE CHIAREZZA ha scritto (vado a memoria): AMMINISTRARE e’ un compito serio e difficile, va assolto con impegno totale e chi non e’ capace deve essere “licenziato”. Io aggiungo e non essere più rieletto!

Ustica ha vissuto un ventennio di orrori amministrativi che sono sotto gli occhi di tutti. Gli sprechi sono stati enormi, l’abusivismo esiste solo per qualche piccolo” pirla” i “baciati” da DIO fanno quello che vogliono.

L’affaire CENTRO STUDI- COMUNE e’ stato non una bufala come ho scritto tempo fa ma una GRANDE B U F A L A

Intanto mi chiedo e ribadisco : al di la delle stupidità relative alle piccole spese, mentre si sbattono via somme ben più consistenti, il VECCHIO-COMUNE appartiene alla disponibilità dell’AMP pertanto va utilizzato per quest’ultima CHE NON E’ CERTO MENO IMPORTANTE. Mi risulta tra l’altro che nel programma dei finanziamenti europei IL SETTEBELLO sia stato indicato come sede del Centro Studi. Non creiamo quindi falsi problemi. Intanto il CENTRO STUDI riprenda quella grande proposta che il suo ILLUMINATO PRESIDENTE ha predisposto nel lontano 2000 (che per aiutare la memoria allego) e che misteriosamente non e’ mai venuta a galla. Il SILINZIO, del CENTRO STUDI, a fronte del decadimento del patrimonio culturale e ambientale non può non essere valutato se non complicità, quanto meno omissione.

Con Affetto zio Angelo

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PROPOSTA DI REGOLAMENTAZIONE DELLE FUNZIONI DI VIGILANZA SUI BENI CULTURALI E AMBIENTALI DELL’ISOLA DI USTICA CHE POSSONO ESSERE SVOLTE DAL CENTRO STUDI.

(Presentata da Prendente del Centro Studi e documentazione Isola di Ustica alla riunione del Direttivo di lunedì 17 luglio 2000.

Secondo un’interpretazione allargata dell’articolo 3 dello Statuto, il nostro Centro Studi può svolgere funzione di vigilanza-proposta-stimolo- censura-eccetera relativamente ai beni culturali e ambientali dell’Isola di Ustica.

Di fatto tali funzioni, fino a questo momento, sono state svolte in maniera episodica, come nel caso della richiesta fatta all’amministrazione comunale di accelerare i lavori di restauro del busto bronzeo del Capitano Vito Longo.

Poiché nelle ultime riunioni del direttivo, nelle mie qualità di presidente del Centro, sono stato sollecitato da alcuni soci a rendere più incisiva questa funzione, intraprendendo altre specifiche iniziative (segnatamente quella di batterci per impedire la destinazione del Vecchio Municipio a usi non consoni alla sua importanza storica e simbolica), ho pensato che sia giunto il momento di regolamentare tutta la materia, per non lasciarla in balia dell’occasionalità e dell’emergenza.

CAMPO D’AZIONE. Personalmente ritengo che, innanzitutto si debba decidere quale debba essere il campo d’azione della nostra opera di vigilanza. Intendo dire: dobbiamo limitarci alle questioni archeologiche, storiche, urbanistiche e architettoniche, oppure estendere l’attenzione anche al campo ambientale? Io personalmente propendo per questa ipotesi per due motivi. Primo perché, secondo i più recenti orientamenti, la tutela ambientale di Ustica va estesa dal mare all’intero territorio, considerando l’Isola non solo come una Riserva marina ma come un parco di terra e di mare. Secondo perché, in questa ottica, i motivi di degrado e di offesa al territorio e al paesaggio sono così numerosi e gravi che non si può farli passare in seconda linea.

PROGRAMMA D’AZIONE. Una volta concordato il campo d’azione,va stabilita una metodologia degli interventi. A seguire le scelte, infatti, non possono essere solo le emergenze del momento e le sensibilità individuali di alcuni soci, altrimenti le azioni potrebbero essere governate più dalla casualità che da una logica rigorosa. Intendo dire che se oggi io mi batto per il ripristino della statua Longo e domani per la tutela del Vecchio Municipio, ci può essere sempre qualcuno dei soci che mi mette in mora perché ho trascurato di protestare, tanto per fare qualche esempio, per la rimozione dell’acciottolato storico nella strada di Piano cardoni, per il degrado di alcuni Vurni, o per la persistenza di discariche abusive in diversi luoghi dell’Isola. Dunque, io proporrei di dare vita ad una programmazione degli interventi che sia il risultato di approfondite analisi, indagini e documentazioni.

COMMISSIONE PER LA TUTELA DEI BENI CULTURALI E AMBIENTALI . In pratica, per evitare improvvisazioni e occasionalità all’azione del Centro in questo delicato settore, io propongo che il Direttivo, sempre che sia concorde nel portare avanti questa funzione di vigilanza, dia vita a una Commissione per la tutela dei beni culturali e ambientali dell’Isola di Ustica, composta da un certo numero di Soci (valorizzandone le professionalità) che si riuniscano periodicamente per analizzare i vari settori d’intervento, svolgere le necessarie istruttorie e, d’accordo con il Direttivo, al quale, comunque, spetta la decisione finale, dare vita all’azione pubblica di protesta, censura, proposta, eccetera. In maniera del tutto analoga, d’altra parte, a quanto, in campo nazionale vanno facendo associazioni come Italia Nostra, WWF e Legambiente.

Grazie per l’attenzione

Franco Foresta Martin.

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COMMENTO

Da Palermo Francesco Menallo

Chiunque solleciti l’attenzione della pubblica amministrazione sulla tutela dei beni pubblici (culturali,ambientali, paesaggistici, ecc.) e’ benemerito, sia singolo od associazione.

Il problema,come sempre, riguarda l’insularita’, nel bene e nel male. Chi, senza peccato,può scagliare la prima pietra? Ad Ustica e’difficile che ciò possa avvenire se un uomo saggio e d’esperienza, come dimostra di essere con le sue parole il sig. Angelo, scrive : “ad Ustica l’abusivismo esiste solo per qualche piccolo pirla, i baciati da Dio fanno quel che vogliono”.

Forse sarebbe ora di usare le pietre per costruire una casa comune, smettendo di scagliarsele vicendevolmente senza costrutto.

È’ ammissibile che ci siano sanatorie inesitate da trent’anni? Ed avrebbe senso esitarle negativamente dopo tanto tempo? Di questo e d’altro si parlerà il 7 pv in IV commissione ( territorio) all’ars.

 

 

Una risposta

  1. Chiunque solleciti l’attenzione della pubblica amministrazione sulla tutela dei beni pubblici (culturali,ambientali, paesaggistici, ecc.) e’ benemerito, sia singolo od associazione.
    Il problema,come sempre, riguarda l’insularita’, nel bene e nel male. Chi, senza peccato,può scagliare la prima pietra? Ad Ustica e’difficile che ciò possa avvenire se un uomo saggio e d’esperienza, come dimostra di essere con le sue parole il sig. Angelo, scrive : “ad Ustica l’abusivismo esiste solo per qualche piccolo pirla, i baciati da Dio fanno quel che vogliono”.
    Forse sarebbe ora di usare le pietre per costruire una casa comune, smettendo di scagliarsele vicendevolmente senza costrutto.
    È’ ammissibile che ci siano sanatorie inesitate da trent’anni? Ed avrebbe senso esitarle negativamente dopo tanto tempo? Di questo e d’altro si parlerà il 7 pv in IV commissione ( territorio) all’ars.

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