Ustica sape

Approdi di Ustica di Agostino Caserta


Salvatore, voglio ringraziarti per la dettagliata spiegazione sulla portualita’ di Ustica anche a nome di chi ,come me, non era al corrente della reale situazione.

Capisco che nella Cala S. Maria si poteva fare meglio per renderla piu’ agibile, che il Molo Sailem ha bisogno di essere rinforzato all’esterno con massi frangionde e che la banchina barresi e’ pressocche’ inutile ed eliminandola o riportandola alle dimensioni originali, lasciando solo l’attuale frangionde, ridarebbe piu’ spazio di mare alla Cala. ll parcheggio si potrebbe ottenere scavando la roccia proprio sotto la ex casa Mattaliano e di questo ne abbiamo gia’ parlato. Questa e’ solo una considerazione e suggerimento e non e’ “piangere sul latte versato” che, come tutti sappiamo non serve a niente.

Quello che non capisco e’ come mai lo scalo Cimitero non e’ stato usato per tanti anni ( non so quanti ) ma e’ stato tentato di usarlo solo l’altro ieri…..

Quando il mare non consente l’attracco a Cala S. Maria, il molo Cimitero “come atracco alternativo” puo’ assorbire solo il 25% del traffico per i motivi dei venti di cui sappiamo. Quando si potenziera’ potrebbe assorbire, opinatamente, il 35% del traffico e aiuterebbe un po’, ma per realizzarne il potenziamento ci vorra’ molto tempo. Come mai non si e’ pensato a questo molto tempo fa ?

Lo stesso vale per la Cala S. Maria la possibilita’ di renderla piu’ agibile esiste ( sulla carta ) ma e’ di difficile realizzazione, costosissima. La diga foranea non puo’ neanche uscire dalla Punta Mezzaluna perche’ e’ contro motivi tecnici, logistici e ambientali, lo ha detto il Sindaco in giugno su questo sito, e allora si dovra’ costruire un braccio di ripiego che non darebbe la protezione necessaria per gli attracchi ma darebbe primariamente protezione alle barche ormeggiate nel porto. Inoltre la realizzazione di questo progetto richiederebbe anni.

Con la situazione attuale la Cala S. Maria in inverno garantisce solo il 66% degli attracchi ( Ogni mese su 30 giorni in 10 giorni al porto non si puo’ fare operazione e questo e’ un fatto ). Di questi 10 giorni 3 potrebbero essere assorbiti dal Molo Cimitero quando le condizioni del vento lo permettono. Rimangono 7 giorni al mese senza collegamenti e sono troppi.

Quando la portualita’ alla Cala S. Maria sara’ migliorata con un nuovo braccio, per me, potra’ garantire, invece del 66% degli attracchi, solo il 75% garantendo quindi solo 1 viaggio in piu’ al mese in inverno. Non ci siamo….. Anche con il molo Cimitero rinforzato e il Porto Cala S. Maria “migliorato” con un altro braccio di ripiego uscente dalla zona Mezzaluna, come diceva il Sindaco, invece di 10 giorni al mese senza collegamenti avremmo ugualmente 6 ( sei ) giorni al mese senza collegamenti ! ! ( 3 assorbiti dal Cimitero e 1 dalla nuova struttura portuale). Ricordo che per realizzare queste opere potrebbero passare 3-5 anni o piu’.

A mali estremi rimedi estremi, dicevano gli antichi. Vedo come te lo scalo Spalmatore riattivato. Bisogna sacrificarsi e trovare la soluzione per “coprire” questi 7 giorni al mese senza collegamenti, OGGI ! Non c’e’ il tempo per aspettare anni per la realizzazione nel migliorare Cala S. Maria e Cimitero e alla fine avere ugualmente 6 giorni al mese invece degli attuali 7 senza collegamenti. In verita’ lo scalo Spalmatore risolverebbe quasi tutto e presto. La posidonia per soli 6 attracchi al mese in inverno non sarebbe in pericolo. Il cemento si puo’ colorare con il colore della roccia e si risolve il problema cemento ( lo fanno in Liguria,negli usa ecc..) . La Riserva Marina non verrebbe per niente dannegiata perche’ il Molo sarebbe usato solo 24 volte all’anno e in inverno soltanto.

Ma anche se tutti questi presupposti non fossero praticabili bisogna andare avanti guardando alle priorita’. Cosa e’ piu’ importante la posidonia, il cemento, la Riserva Marina o la vera esistenza, incolumita’ fisica ecc…di tutti gli abitanti di Ustica, dei turisti e di chi va nell’isola per lavoro ?

Le isole minori sono “territorio speciale”, non si puo’ guardare solo alle regole scritte, che sono a volte troppo generiche e scritte per tutto il territorio nazionale, nelle isole minori si deve badare alla sopravvivenza alla convenienza, praticita’ e al buon senso.

Agostino Caserta

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