Ustica sape

Area Marina Protetta e Approdo alternativo


[ id=11074 w=320 h=240 float=left] Non risponde al vero che in Ustica è crescente il disinteresse nei confronti dell’area marina protetta, come afferma Mimmo Fontana-Presidente di Legambiente Sicilia. Egli affermando ciò dimentica che l’allora Riserva Marina è stata voluta dagli usticesi che, fin dall’inizio, hanno capito quali benefici avrebbe potuto apportare all’economia isolana, non gli è stata imposta da nessuno. La riserva marina è stata istituita su un progetto promozionale redatto dall’Ufficio Tecnico del Comune di Ustica ed il verbale di istituzione della stessa è stato firmato in Ustica nell’aula consiliare presenti i due ministri: Marina Mercantile (Ministero oggi soppresso) e Ambiente ed il Sindaco di Ustica pro tempore.

La Riserva di Ustica, è stata la prima ad essere stata istituita in Italia, se si esclude quella di “Miramare” che, essendo di limitata estensione più che di riserva trattasi di un parco.

Certamente un decennio di gestione commissariale che nulla o poco ha fatto, fa pensare che gli usticesi non sono più interessati alla riserva. Niente di tutto questo Ustica spera che la gestione della stessa possa tornare al più presto al Comune di Ustica e riprendere così quel cammino radioso, interrotto solo per la cocciutaggine di qualcuno-

Il Presidente di legambiente accusa ancora la comunità usticese di non mettere in campo alcun sforzo di creatività e, quindi suggerisce anziché realizzare un approdo alternativo, che consenta di evitare l’isolamento per diversi giorni, è meglio puntare sugli elicotteri.

Che ben venga un collegamento dell’isola a mezzo elicotteri ma, quest’ultimo, non può essere sostitutivo dei mezzi marittimi tradizionali, in quanto tutti gli approvvigionamenti sono assicurati dalla nave, potrà essere un collegamento integrativo, come quello aereo del quale già dispongono altre isole.

Occorre tenere presente che un eventuale collegamento, a mezzo elicotteri, richiederebbe la realizzazione di un eliporto in quanto non sarebbe sufficiente quello militare attualmente esistente, sia perché mancante di tutti i servizi a terra essenziali per un uso civile e sia perché troppo esposto a tutte le traversie. Si rammenta che già alla fine degli anni ottanta, a seguito l’emanazione di una legge regionale, che prevedeva il collegamento di tutte le isole minori a mezzo elicotteri, è stato redatto, sempre a cura della regione, un progetto per la realizzazione di un eliporto in contrada “Gorgo salato” non più realizzato, malgrado l’opera fosse stata finanziata, per l’opposizione degli ambientalisti, allora presenti anche in seno al consiglio comunale.

L’approdo alternativo di punta Spalmatore, l’abbiamo esplicitato in tutte le salse, si rende necessario al fine di evitare che ogni qualvolta l’isola viene investita dai venti del primo e secondo quadrante rimanga isolata per la mancata operabilità degli approdi oggi esistenti: Cala Santa Maria e Cala Cimitero.

Nessuna paura per la zona di riserva integrale (zona “A”) poiché l’approdo dei natanti non arrecherebbe alcun danno alla riserva in quanto sia il pontile che lo specchio acqueo interessato sono totalmente fuori dall’area di riserva .

A questo punto vale la pena ricordare che allorquando vennero fissati i limiti dell’area di riserva integrale, venne data assicurazione che tale area non sarebbe stata definitiva in quanto per favorire il ripopolamento ittico sarebbe stato necessario che questa area dopo (al massimo) un decennio ruotasse lasciando così libera la zona spalmatore che, come ben noto, è la sola che consente la balneazione nell’isola.

Sarebbe quindi auspicabile che tale previsione venisse rispettata facendo ruotare la zona di riserva integrale in altra località dell’isola, restituendo così lo spalmatore al libero uso balneare.

Con gioia ho appreso che il Sindaco ha cambiato opinione in merito a quest’ultimo approdo tanto è che ha chiesto che gli venga fornito, gratuitamente, il progetto all’uopo occorrente. Di ciò non avevo alcun dubbio, in quanto nei primi anni della sua sindacatura egli era d’accordo nella realizzazione di tale opera poiché, come ho già in precedenza riferito, fra le opere di messa in sicurezza degli approdi aveva inserito anche lo Spalmatore. Il Comune dispone di un ufficio tecnico con sufficiente personale abbastanza competente che potrebbe senz’altro far fronte alla progettazione dell’opera ma, in ogni caso rammento che esiste già, negli archivi comunali, il progetto di tale opera, redatto dall’ufficio tecnico comunale del tempo, progetto che aveva ottenuto l’approvazione ed il finanziamento da parte dell’Assessorato Regionale Lavoro, opera da realizzarsi mediante la istituzione di un ulteriore cantiere scuola, come erano state realizzate sia la strada di accesso che la prima parte del pontile, allora denominato “Solarium di Punta Spalmatore” ma, che non è andato a buon fine per mancanza di mano d’opera disoccupata (tempi felici per l’isola).

Essendo trascorsi quasi trent’anni il progetto, chiaramente, necessita di un aggiornamento sia nei prezzi che nelle modalità esecutive ed in ogni caso chi scrive sarà ben felice di coadiuvare l’organo tecnico comunale per l’approntamento e aggiornamento del progetto di che trattasi.

Tutto ciò che ho riferito è agli atti del Comune e quindi riscontrabile.

Salvatore Compagno

 

 

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COMMENTO:

Da Palermo Ing. Marco Daricello

Ho letto d’un fiato quanto scritto da Salvatore Compagno… Tecnico in gamba e, ormai, memoria storica degli aspetti legati alle vicende di carattere urbanistico dell’isola. Superfluo commentare ulteriormente quanto già scritto, forse è bene reiterare che la “Zona A” necessita di una “rotazione”, o uno spostamento, sia per motivi legati al turismo, sia perchè, come abbondantemente evidenziato in trasmissioni e studi in merito all’ambiente marino negli scorsi anni, il fatto di mantenere una zona di riserva oltre un certo termine provoca degli squilibri biologici. Nel caso di Ustica, l’abbondanza di cernie porta ad una drastica diminuzione del numero di polpi (che, appunto, sono predati dalle cernie). La mancanza di polpi provoca l’eccesso di ricci (che, appunto, vengono mangiati dai polpi). L’eccesso di ricci provoca la distruzione degli scogli, a causa di sostanze corrosive che i ricci stessi emettono. Mi scuso se la mia spiegazione non è stata particolarmente puntuale dal punto di vista tecnico, non sono un biologo. Invito chi conosce questo aspetto meglio di me a puntualizzare.

Marco Daricello

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Da Milano Giacomo Caserta

caro amico sei sempre un grande,purtroppo sei anche intelligente.un abbraccio

2 risposte

  1. caro amico sei sempre un grande,purtroppo sei anche intelligente.un abbaccio

  2. Ho letto d’un fiato quanto scritto da Salvatore Compagno… Tecnico in gamba e, ormai, memoria storica degli aspetti legati alle vicende di carattere urbanistico dell’isola. Superfluo commentare ulteriormente quanto già scritto, forse è bene reiterare che la “Zona A” necessita di una “rotazione”, o uno spostamento, sia per motivi legati al turismo, sia perchè, come abbondantemente evidenziato in trasmissioni e studi in merito all’ambiente marino negli scorsi anni, il fatto di mantenere una zona di riserva oltre un certo termine provoca degli squilibri biologici. Nel caso di Ustica, l’abbondanza di cernie porta ad una drastica diminuzione del numero di polpi (che, appunto, sono predati dalle cernie). La mancanza di polpi provoca l’eccesso di ricci (che, appunto, vengono mangiati dai polpi). L’eccesso di ricci provoca la distruzione degli scogli, a causa di sostanze corrosive che i ricci stessi emettono. Mi scuso se la mia spiegazione non è stata particolarmente puntuale dal punto di vista tecnico, non sono un biologo. Invito chi conosce questo aspetto meglio di me a puntualizzare.
    Marco Daricello

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