Buona sera signor Pietro, ormai è da tanti anni che manco dalla mia amata isola per lavoro. Onestamente non l’ho mai vista tanto disastrata come quest’anno. Sono rimasto letteralmente esterefatto dal totale abbandono in cui versa. Col suo consenso stasera vorrei appellarmi a tutti gli usticesi, sia quelli che vivono in loco, sia quelli che non ci vivono, assumendomi tutte le responsabilità del caso.ALLA COMUNITA’ USTICESE; Certo, siamo bravi a dare la colpa a questa o quella ammistrazione comunale quando le cose vanno male: nessuno si è mai chiesto il perché di questa autodistruzione? Io si e vi invito con il cuore in mano a riprendere le redini dell’Isola che a quanto pare vi sono sfuggite di mano (in senso metaforico, s’intende). Usticesi, svegliatevi, guardatevi intorno, state mandando a pezzi la nostra terra, la nostra storia le nostre usanze, la nostra dignità solo per ignoranza e ingordigia dando in pasto al menefreghismo e a l’assoluta incopetenza tutto ciò che i nostri predecessori hanno costruito con tanto amore e tanto lavoro più di mezzo secolo fa. Sapete, dall’esterno le cose appaiano più nitide e comprensibili quindi, ecco alcuni punti che io propongo per far ritornare Ustica ai livelli in cui si trovava 25-30 anni addietro: 1. Ustica dovrebbe essere governata e gestita solo da usticesi con un grado di cultura appropriato alle manzioni per i quali vengono preposti; 2. Tutti sappiamo che l’economia usticese è basata principalmente sul turismo e quindi per incentivare quest’ultimo serve gente con idee innovative e al passo con i tempi, capace di organizzare servizi strutture e intrattenimenti che vanno almeno dal periodo primaverile a quello autunnale (e non c’è solo la caccia, fidatevi) che sappiano lottare per il benessere della nostra Isola; 3. Commercianti e albergatori: abbassate questi maledetti prezzi, sono troppo esorbitanti per le tasche del turista medio, tanto, il riccone non viene certo ad Ustica a spendere i suoi soldi preferisce mete appropriate alle sue esigenze e poi se lavora l’albergatore, lavora il ristoratore, il bottegaio, il fornaio, il pescatore ecc….è una catena. Basta che un solo anello si spezzi la catena va in frantumi.Chi legge questo messaggio non me ne voglia se ho usato parole forti. Ho espresso semplicemento quello che penso senza un filo di ipocrisia, lo giuro e poi…… sono un Usticese amereggiato, deluso e…..lasciatemelo dire, incazzato nero per come vanno le cose a casa. Si, perché casa mia è Ustica.
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Commento di Angelo D’Angelo (Sciabica)
Certo, siamo bravi a dare la colpa a questa o quella ammistrazione comunale quando le cose vanno male: nessuno si è mai chiesto il perché di questa autodistruzione? Io si e vi invito con il cuore in mano a riprendere le redini dell’Isola che a quanto pare vi sono sfuggite di mano (in senso metaforico, s’intende). Usticesi, svegliatevi, guardatevi intorno, state mandando a pezzi la nostra terra, la nostra storia le nostre usanze, la nostra dignità solo per ignoranza e ingordigia dando in pasto al menefreghismo e a l’assoluta incopetenza tutto ciò che i nostri predecessori hanno costruito con tanto amore e tanto lavoro più di mezzo secolo fa. Sapete, dall’esterno le cose appaiano più nitide e comprensibili quindi, ecco alcuni punti che io propongo per far ritornare Ustica ai livelli in cui si trovava 25-30 anni addietro:
1. Ustica dovrebbe essere governata e gestita solo da usticesi con un grado di cultura appropriato alle manzioni per i quali vengono preposti;
2. Tutti sappiamo che l’economia usticese è basata principalmente sul turismo e quindi per incentivare quest’ultimo serve gente con idee innovative e al passo con i tempi, capace di organizzare servizi strutture e intrattenimenti che vanno almeno dal periodo primaverile a quello autunnale (e non c’è solo la caccia, fidatevi) che sappiano lottare per il benessere della nostra Isola;
3. Commercianti e albergatori: abbassate questi maledetti prezzi, sono troppo esorbitanti per le tasche del turista medio, tanto, il riccone non viene certo ad Ustica a spendere i suoi soldi preferisce mete appropriate alle sue esigenze e poi se lavora l’albergatore, lavora il ristoratore, il bottegaio, il fornaio, il pescatore ecc….è una catena. Basta che un solo anello si spezzi la catena va in frantumi.Chi legge questo messaggio non me ne voglia se ho usato parole forti. Ho espresso semplicemento quello che penso senza un filo di ipocrisia, lo giuro e poi…… sono un Usticese amereggiato, deluso e…..lasciatemelo dire, incazzato nero per come vanno le cose a casa. Si, perché casa mia è Ustica.
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