l’ultima volta che ci siamo sentiti stavi partendo per l’America. Spero che la tua trasferta oltreoceano sia piacevole come la immaginavi e, se lo è stata di più, ancora meglio…
La cosa strana di Ustica è che, per uno strano effetto ottico del cuore, più ti allontani e più la vedi grande…
Ti scrivo due righe per raccontarti come certi legami con luoghi speciali si tramandino a livello genetico: dalla bisnonna Bertucci, alla nonna Martin fino alle ultime generazioni (sparse da Milano a Cerignola, da Genova a Roma…), il senso di “appartenenza” con la nostra piccola isola non solo rimane ma cresce.
Come sai ho un figlio cresciuto a latte e Ustica. L’ho presentato all’isola, venendo da Roma, quando aveva appena 6 mesi; ha cominciato a sguazzare nell’acqua a Cala Sidoti (come tutti noi da generazioni); ha mangiato a Ustica il suo primo ficodindia, il suo primo piatto di lenticchie, la sua prima brioches con il gelato. A Ustica ho comprato le sue prime scarpette da scoglio, la sua prima maschera e le sue prime pinne.
E adesso che è adulto, quel mare continua ad affascinarlo e a fare parte della sua vita.
Lo scorso anno, con un gruppo di amici conosciuti a Ustica (ma tutti residenti a Roma), ha creato un piccolo gruppo musicale. Sono tutti ragazzi musicalmente preparati e hanno composto alcune canzoni in inglese, genere indi rock. Ogni tanto fanno qualche esibizione in qualche pub o qualche discoteca: fanno le prove, registrano, si trovano per comporre, si divertono…
E indovina un po’?
Quando si sono riuniti per scegliere il nome del gruppo…Ustica è tornata “a galla” in ciascuno di loro…
Si chiamano THE BLENNIES (i nostri amici in America sapranno di cosa si tratta!): è il nome di quei pesciolini intraprendenti che vivono sulla battigia con granchi e paguri e che a Ustica spesso salgono sulle mani senza paura…insomma, le bavose.
E così le nostre nuove generazioni crescono….
Con gli impegni di tutti i giorni (lo studio, le lezioni, gli esami, il lavoro…) e con un gancio “arroccato” sullo scoglio più bello del Mediterraneo.
E non solo loro…
Un caro abbraccio e buona giornata a te e a tutti gli Amici usticesi in America.
Patrizia
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Da Roma Patrizia Polizzi
Caro Pietro,
l’ultima volta che ci siamo sentiti stavi partendo per l’America. Spero che la tua trasferta oltreoceano sia piacevole come la immaginavi e, se lo è stata di più, ancora meglio…
La cosa strana di Ustica è che, per uno strano effetto ottico del cuore, più ti allontani e più la vedi grande…
Ti scrivo due righe per raccontarti come certi legami con luoghi speciali si tramandino a livello genetico: dalla bisnonna Bertucci, alla nonna Martin fino alle ultime generazioni (sparse da Milano a Cerignola, da Genova a Roma…), il senso di “appartenenza” con la nostra piccola isola non solo rimane ma cresce.
Come sai ho un figlio cresciuto a latte e Ustica. L’ho presentato all’isola, venendo da Roma, quando aveva appena 6 mesi; ha cominciato a sguazzare nell’acqua a Cala Sidoti (come tutti noi da generazioni); ha mangiato a Ustica il suo primo ficodindia, il suo primo piatto di lenticchie, la sua prima brioches con il gelato. A Ustica ho comprato le sue prime scarpette da scoglio, la sua prima maschera e le sue prime pinne.
E adesso che è adulto, quel mare continua ad affascinarlo e a fare parte della sua vita.
Lo scorso anno, con un gruppo di amici conosciuti a Ustica (ma tutti residenti a Roma), ha creato un piccolo gruppo musicale. Sono tutti ragazzi musicalmente preparati e hanno composto alcune canzoni in inglese, genere indi rock. Ogni tanto fanno qualche esibizione in qualche pub o qualche discoteca: fanno le prove, registrano, si trovano per comporre, si divertono…
E indovina un po’?
Quando si sono riuniti per scegliere il nome del gruppo…Ustica è tornata “a galla” in ciascuno di loro…
Si chiamano THE BLENNIES (i nostri amici in America sapranno di cosa si tratta!): è il nome di quei pesciolini intraprendenti che vivono sulla battigia con granchi e paguri e che a Ustica spesso salgono sulle mani senza paura…insomma, le bavose.
E così le nostre nuove generazioni crescono….
Con gli impegni di tutti i giorni (lo studio, le lezioni, gli esami, il lavoro…) e con un gancio “arroccato” sullo scoglio più bello del Mediterraneo.
E non solo loro…
Un caro abbraccio e buona giornata a te e a tutti gli Amici usticesi in America.
Patrizia
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