Ustica sape

Dichiarazione del gruppo consiliare Ustica Domani letta e allegata al verbale del consiglio comunale del 14 aprile 2023.


Ancora non riusciamo a comprendere fino in fondo come siamo arrivati a questa delibera di consiglio che ci impegna a dichiarare il dissesto. Un dissesto che in tutti i modi si è voluto evitare. Di certo qualcosa è successo nel 2016, ma oggettivamente ci sfugge. Certo il consuntivo 2015 è stato travagliato il revisore ha impiegato ben 4 mesi per emettere il parere FAVOREVOLE, ma è arrivato. Poi tutto si è complicato. Impossibile chiudere il rendiconto ad esempio per far fronte a prelievi forzosi per manifestazioni Rias “organizzate” senza impegni di spesa. Tutti i consiglieri, maggioranza e minoranza, del precedente consiglio si sono fatti carico di una decisione importante “Ricorrere al Piano di Riequilibrio pluriennale finanziario” per far fronte a debiti pregressi scaturiti da finanziamenti di opere pubbliche non completate secondo gli iter richiesti. In quell’occasione i consiglieri TUTTI, avevano espressamente incaricato: il segretario comunale, il capo ufficio finanziario e il revisore del conto, revisore fin dal 2012, a redarre il piano da approvare. Evidentemente non tutti hanno dato il giusto contributo, il revisore ad esempio è stato poco presente così si evince dalla delibera di consiglio del giugno 2017 di approvazione del piano in una dichiarazione dell’allora capo ufficio finanziario. La corte dei conti scrive che l’Ente, nell’ultimo incontro di febbraio 2023, dichiara che l’allora revisore non era al corrente che l’ente stava predisponendo il piano. Anche questa dichiarazione è un falso. L’allora revisore aveva addirittura inviato schemi di piani di riequilibrio di altri comuni da prendere come esempio. L’attuale organo di revisione nel suo parere chiarisce che fin dall’approvazione in consiglio comunale del piano del 2017 l’ente doveva, nelle more dell’istruttoria, mettere in campo tutti i criteri per il contenimento della spesa. Così è stato. Nella sentenza della corte si mette in luce che nel piano 2017 per il risanamento dell’ente erano previste 5 azioni che effettivamente sono state messe in atto dall’amministrazione Licciardi ancor prima del parere della corte. Adeguamenti tariffari servizio idrico integrato, incremento tariffe cosap, aggiornamento aliquote IMU-TARI-TASI, azioni di recupero crediti, accantonamenti per contenziosi potenziali. Tutte delibere approvate nel 2017 rese subito esecutive e noi tutti cittadini lo sappiamo. Da quell’approvazione nessuna nota interdittiva di chiarimenti arriva all’ente. Cosa succede dal 2018 con l’amministrazione Militello è la stessa Corte a dirlo e anche l’attuale revisore del conto. Nel 2018 vengono redatte nuove linee guida per la stesura dei piani di riequilibrio che tengono conto dei nuovi principi di gestione finanziaria armonizzata e l’ente, seppur su esplicita richiesta del ministero, non ottempera in modo puntuale alle richieste anzi prende tempo. La corte sottolinea che per ben 2 volte l’ente richiede una dilazione dei termini per fornire i chiarimenti richiesti. A luglio 2022 vengono concessi dalla corte 60 giorni, a settembre 2022 l’ente chiede un’ulteriore proroga e la corte concede ulteriori 40 giorni. Ma quel che è peggio è che nel rendiconto 2021 i responsabili dei servizi affermano l’inesistenza di debiti fuori bilancio. Dichiarazione falsa. Anche l’attuale revisore sostiene di essere stato tenuto all’oscuro. Così si legge nella sentenza l’ente era strutturalmente deficitario, ma tutto ciò non era dichiarato nei documenti finanziari. L’ente avrebbe potuto avvalersi della legge n.234 del 31 dicembre 2021 per rimodulare e/o riformulare il piano, ma l’organo di revisione constata la mancata volontà dell’ente espressa in una nota del 27 gennaio 2022. La corte dichiara che appare evidente che l’ente abbia avviato l’attuazione del piano solo a partire dal 2022. Senza mettere in campo alcuna politica di recupero crediti così come veniva messo in luce di volta in volta nei pareri ai rendiconti. Senza alcun contenimento sulla spesa del personale anzi assumendo personale con procedure illegittime così come emerso dall’indagine dell’assessorato degli enti locali e della funzione pubblica, pur avendo al suo interno figure atte a ricoprire i suddetti ruoli. Avrebbe potuto dare incarico come esperto del sindaco ad un consulente finanziario per seguire l’iter del piano ed invece si è preferito dare questo incarico ad un legale costato 7.500 euro l’anno. Ed ancora fino a qualche giorno fa si leggono delibere di giunta dove si incaricano legali per avere pareri “pro-veritate”. Incomprensibile sentire che dal 2018 al 2023 non siano stati prodotti e riconosciuti debiti fuori bilancio, questa affermazione non corrisponde al vero basta scorrere l’albo pretorio e vedere i debiti fuori bilancio relativi ad esempio alla gestione dell’area marina protetta. Nella delibera consiliare del 2022 l’ammontare dei debiti rispetto al piano del 2017 risulta triplicato aggravando la situazione di squilibrio. Tutto questo alla presenza costante del dott. Bruno che dal 2012 ad oggi, prima come revisore del conto e poi come assessore al bilancio era l’unico che potesse davvero dare una mano all’ente perché competente e a conoscenza della situazione finanziaria. Forse pecchiamo di ingenuità se pensiamo che questa delibera di stasera con una maggiore attenzione si sarebbe potuta evitare.

Con la dichiarazione di dissesto per gli usticesi comincia un brutto periodo.
Ustica 14 aprile 2023
I consiglieri comunali
Ustica Domani

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