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DOMENICO DRAGO premiato alla 33éme Fête Européenne de L’Image Sous-Marine et de l’Environnement de Strasbourg.


“Bonsoir mesdames et messieurs.
Le grand poète français Victor Hugo a écrit :
« Il y a quelque chose de plus grand que l’Âme et c’est l’intériorité de l’Âme ».
 C’est dans cet état d’esprit que j’ai écrit le texte de la multivision  LE BATEAU DE L’ABÎME.
Un merci intense à Christine Bossè qui, avec sa précieuse image de bateau enveloppé d’algues, a inspiré la rédaction du texte, écrit avec mon âme”.

Con queste parole fatte leggere nel Teatro  de la Cité de la Musique et de la Danse di Strasburgo, Domenico Drago, cittadino onorario di Ustica, ha salutato i presenti ed ha ringraziato il Presidente della Fête di Strasbourg Léo Barkate per il premio assegnato.

Si conclude così la 33éme Fête Européenne de L’Image Sous-Marine et de l’Environnement de Strasbourg, svoltasi dall’11 al 13 Marzo 2022.

Un po’ in tono minore è stata l’edizione di quest’anno perché contemporaneamente si svolgeva a Parigi il Salon International de la Plongée, rinviato precedentemente per il Covid e così molti hanno dovuto fare la spola da Strasburgo a Parigi.

Come sempre numerose le Categorie della competizione: Stampe Colore, B/N, Foto Master, Foto Acque Dolci, Serie Master, Video, Video Master, Diaporama.

Pochi gli italiani premiati quest’anno: Pasquale Vassallo 3°nella Categoria Foto Master, Claudio Zori  nella Categoria Foto Acque Dolci,  Alessandro e Camilla Tommasi nella Categoria Video con l’opera “Emotion”  vincono il Primo Premio.

Nel Diaporama, Domenico, Mimmo, Drago, viene premiato per l’undicesima volta consecutiva e tutta la Redazione di Ustica Sape è orgogliosa di questi successi che si ripetono ormai da numerosi anni.

Vince la Categoria il belga Luc Roman con “Seven Seas”, al secondo posto si piazza il belga Philipp Staes con “Planète Lembech” ed al terzo posto Domenico Drago con l’opera “Le Beteau de l’Abîme”, realizzata con Francesco Lopergolo e con i contributi fotografici ed i frammenti video, oltre a quelli dello stesso Drago anche con quelli di: Christine Bossè, Pietro Cremone, Piergranco Dilenge, Immacolata Moccia, Giovanni Smorti, Francesco Turano, Francesco Rastrelli e Alessandro Tommasi.

Il Presidente della Giuria AV Bernard Le Saout, coadiuvato da cinque giudici, ha scritto:

“Cher Domenico, maintenant, venons-en à ton œuvre « Le Bateau de l’Abîme » que j’ai personnellement classée première. Tu as beau dire que tu n’es pas poète mais ta réalisation transpire la poésie et la tendresse.

 Je t’ai souvent fait part de mon inquiétude de te voir dériver vers la mélancolie voire même une tristesse exacerbée qui je pense a affecté le jury cette année,  je dois te le préciser ont applaudi généreusement ton spectacle à chaque diffusion”.

(Caro Domenico, veniamo ora al tuo lavoro “La Barca dell’ Abisso” che personalmente ho classificato al primo posto. Tu dici che non sei un poeta, ma la tua realizzazione trasuda poesia e tenerezza.

Ti ho spesso detto della mia preoccupazione di vederti andare verso una  deriva  malinconica o addirittura verso una tristezza esacerbata che penso abbia colpito la giuria quest’anno non in modo favorevole, ma devo dirti che ad ogni proiezione  hanno applaudito generosamente la tua opera).

Anche Marcelle Studer, dello staff de la Fête, ha espresso il suo pensiero: “Bravo et félicitations Domenico pour “La Beteau de l’Abime” magnifique diaporama et en plus une magnifique photo de Christine Bossé de notre belle gravière”.

“Adesso però l’opera premiata, ci ha detto Mimmo, arresta la sua corsa: dopo le partecipazioni ai Festival Internazionali41 éme Festival de l’Image Projetée di Chelles – ParigiThe IAC Peter Coles International Audio Visual Competition, Caernarfon – Galles; International Audio Visual Festival Competition,  Cheltenham – England e Festival Sublimage Noumea Nuova Caledonia, necessita di una pausa, ha bisogno di ritrovare silenzio”.

Mimmo ha continuato:

“Le ombre dei miei amici a quattro zampe Attheman e Real a cui l’opera è dedicata, sono stanche di luci, devono fermarsi per ritrovare tranquillità dopo tanto stress, a cui le ho sottoposte.

Guardo le pietre davanti al mare e penso che non ho alcun diritto di sacrificare ancora le loro assenze per soddisfare il mio stupido ego in cerca di un premio.

Se ne sono andati per sempre i miei amati compagni, sono volati in cielo come uccelli marini, vivono ormai nel mondo dei morti, si specchiano nel silenzio e nella penombra ovattata di misteri! Ed io non ho fatto nulla per lasciarli indisturbati nel sonno. Perché ho fatto accendere per loro le luci della ribalta, che non volevano?  Ho forse barattato la sacralità della loro mancanza per una medaglia?

No, volevo soltanto farli ricordare  a chi li aveva conosciuti e amati, desideravo lasciare un segno eterno nella mia Anima, con la creazione di una vibrazione che restasse duratura, per  trovare forse  consolazione!

I miei cani non hanno mai amato le coccarde che appuntavo con orgoglio sul mio petto, come fossi stato un Generale, perché i riconoscimenti che mi donavano mi costringevano ad allontanarmi da casa; mi preoccupavo però di lasciarli nel loro tiepido focolare, sotto scrupolose attenzioni sia di giorno che di notte, ma a loro questo non bastava, volevano continuare a guardarmi con i loro occhi innamorati.

Mi chiedo allora perché la malinconia, con cui ormai convivo, mi aveva richiesto un’estensione esterna da raccontare? Forse perché la sua struttura comporta una dilatazione, forse perché pretende un’amplificazione che può creare un abisso in cui non si possono fissare confini?

Chi mi può rispondere? Io non ho repliche da darmi!

So che la sensazione di vuoto che mi aveva invaso per la loro sofferenza fisica e la successiva scomparsa, avevano trovato l’origine più profonda, nella stanchezza che avevo accumulato negli strati negativi della mia anima.

La fatica mi aveva separato dal mondo e da tutte le cose positive che amavo.

L’esaurimento, lo sfinimento, erano  stati quindi le prime cause organiche che mi avevano condotto verso l’abisso, facendomi vivere al di sotto del livello normale della vita, diventata per me ormai priva di quel sostegno necessario alle grandi tensioni vitali che, un tempo mi appartenevano.

Con questo stato d’animo mi comparve per caso la visione di una barca nera inabissata  nel fondo di un piccolo lago, era tutta ricoperta da una fitta vegetazione verde, limacciosa che aumentava, in quel momento, la mia inquietudine.

La fissai per più giorni, poi una notte cedetti e cominciai a narrare su un foglio il mio dolore, che raccolsi ne: La Barca dell’Abisso.

“Date parole al vostro dolore altrimenti il vostro cuore si spezza”. (William Shakespeare)

Continuo ad essere certo, di non essere nulla, ma sento ancora la mia sofferenza come qualcosa di reale che esiste nei miei sentimenti.

Certo non ho dimenticato il Mare, l’Isola, così come le sue trasparenze e il dolce oscillare delle alghe, ma in questi frangenti, ho bisogno di ritrovare luce, come fosse pane e mi risuona ossessiva la voce di Victor Hugo che dice: “C’è qualcosa più grande del Mare ed è l’interiorità dell’Anima”.

La Redazione di Ustica Sape

 

Una risposta

  1. Credo che quest’ultima multivisione abbia fissato i sentimenti nell’ eterno e premio o non premio, la consolazione fa la sua parte dentro la condivisione della sofferenza e della memoria. Congratulazioni Mimmo Drago. Rossella Di Gregorio

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