Ustica sape

Famiglia di navigatori votata al mare.


Caro comandante della Liberty Lines lascia sbigottiti ,perplessi ed amareggiati la sua risposta insolente e, soprattutto, sprezzante nei confronti di Calogero Pitruzzella!  Se prima di scrivere si fosse informato di chi si  stava occupando probabilmente non sarei qui a replicare. Chi scrive è quasi coetaneo di Calogero (qualche anni di più sul groppone) e conosce perfettamente la storia dei Pitruzzella. La storia dei Pitruzzella è legata al glorioso motoveliero SAN GIUSEPPE che dagli anni 40 agli anni 80 solcava il mar tirreno in lungo ed in largo quando i piroscafi e successivamente la nave Nuova Ustica collegava Ustica con Palermo. Pitruzzella non è comandante ma, mi creda, potrebbe insegnare a chiunque l’arte di navigare: quando i valorosi comandanti della società che gestiva i trasporti da e per Ustica se ne stavano rintanati nel porto di Palermo Giuseppe Pitruzzella papà di Calogero, salpava per Ustica per guadagnare tempo e tener fede agli impegni presi e per guadagnare da vivere per sé e per l’equipaggio. Molte volte arrivava ad Ustica tra lo stupore di tutti con mare forza sette e con condizioni meteo che lei suppongo non ha mai visto: non poteva ripararsi neanche sottovento e doveva rimanere alla “cappa” per molto tempo, se necessario anche di notte! E Calogero era a bordo con suo fratello ed altri due marinai il motorista ed un marinaio. Il San Giuseppe aveva una stazza di poche tonnellata e viaggiava con la stiva completamente piena che lasciava solo mezzo metro di fiancata sopra l’acqua.  

Ci voleva tanto coraggio a viaggiare su quel glorioso guscio di noce  di non più di 25 metri eppure Calogero e tutti affrontavano quel mare col sorriso sulle labbra. Mi raccontavano che nelle traversate notturne  – viaggiavano sempre di notte -a volte ondate di più di 2 metri si abbattevano su quel piccolo scafo che si frangevano sulla coperta, ma lui indomito le squarciava e proseguiva nella sua navigazione . Mi raccontavano che più di una volta il vento era talmente forte da rompere una sartìa ed in mezzo alla tempesta con acqua e vento e con una cabina minuscola dove ripararsi, tutto l’equipaggio rimediò come potette. E PENSARE CHE NESSUNO, DICO NESSUNO, AVEVA UNO STRACCIO DI  DIPLOMA CAPITANO e nemmeno il supporto di Windfinder, del LAMMA ecc.! A Milano direbbero: che Pirla. E che dire di quella volta di due ragazze Usticesi che si dovevano recare a Palermo per partecipare ad un concorso per l’assunzione  in  una struttura pubblica e che disperate in mancanza della nave “la nuova Ustica” che guarda caso quel giorno rimase a Palermo, Peppino Pitruzzella il comandante e mio eroe, si offrì di accompagnarle a Palermo col mare grosso. Mi risulta che una delle due vinse il concorso. Le iniziali di esse sono P. N. e  L. B. che gli sono state per sempre riconoscenti. Conoscevano tutti il tempo ed il mare come nessuno e nemmeno mille diplomi di capitano avrebbero potuto eguagliare la loro bravura e soprattutto, il loro coraggio: altro che comodo catamarano o aliscafo! Carichi di pozzolana da Napoli, carichi di massetti da Favignana per le costruzioni che all’epoca fervevano ad Ustica. Giuseppe Pitruzzella il padre di Calogero comandava questo veliero ed  aveva un coraggio sovrumano: mi ricordo che ad una mia domanda sui pericoli che correvano – ero un ragazzino – mi rispose sorridendo, non preoccuparti conosco il San Giuseppe e so di cosa è capace ma, soprattutto, il mio equipaggio, sono dei grandi marinai. Non aggiungo altro gli Usticesi conoscono la famiglia Pitruzzella ma non conoscono lei e le sue prodezze rinchiuso semprenei suoi epici viaggi transoceanici in un ambiente caldo e confortevole che l’equipaggio Pitruzzella nemmeno si immaginava!.

dott. Giuseppe Giuffria

PS Non ricordo esattamente quando, forse due anni fa quando in collegamento con la webcam perpendicolare alla banchina, osservai il catamarano fino alla partenza e con il vento di scirocco che aumentava d’intensità e mi chiedevo cosa aspetta il comandante a salpare, perché sta per danneggiare la nave: evidentemente aspettava l’orario di partenza. Ricordo con apprensione che ebbe qualche difficoltà ad uscire indenne dal cosiddetto porto e mi ripromisi di informarmi sul nominativo del comandante: era il comandante Bertolino! PER ME UNA DELUSIONE CARO COMANDANTE

G. G.

2 risposte

  1. Ognuno ha i suoi meriti. I Pitruzzella grandi navigatori e Bertolini , per quanto mi riguarda un grande Comandante e un uomo di umanita’. Direi a questo punto di deporre le armi e andare avanti.

  2. Caro Sig. Pino,
    da usticese non posso che condividere quanto da Lei scritto e reso pubblico, oltre che ringraziarla.
    Una mancanza di rispetto che meriterebbe piu’ di un rimprovero.
    Così come Lei e’ legato ai “Vecchi Pitruzzella” io lo sono in particolare con la figlia primogenita del COMANDANTE Calogero Pitruzzella, in quanto compagni di Scuola dalle elementari fino alla Terza media e prim’ancora all’Asilo.
    Con Pino, figlio di Salvatore “Turillino” Pitruzzella, ho iniziato a lavorare nel suo primo ristorante, il “Mamma Lia”; e la presenza ru zu’ Toto’ era quotidiana.

    Siamo una piccola Comunita’, e’ ovvio che ognuno di noi usticesi porta un Caro ricordo di uno/a o piu’ nostri Compaesani.
    Spero che la sua “Lettera aperta” venga recapitata al destinatario e che questi non tardi a scusarsi tempestivamente.
    In questa triste vicenda, oltre per il luogo dove si e’ consumata, cio’ che la rende preoccupante sono il silenzio, i “Mi piace”, i “Sorrisini” e i “Cuoricini” (emoticon) che sono stati messi da usticesi; addirittura da una stessa Pitruzzella.
    Cosa aggiungere di altro se non fare il possibile affinche la nostra Comunita’ ritrovi un po’ di sano orgoglio, senso di appartenenza, la propria identita’.
    E’ oltremodo irrispettoso ad un vecchio (come età e come lunga navigazione) lupo di mare di esibire il “curriculum vitae” ………. bene, sempre a titolo personale, da usticese orgoglioso di esserlo, ricordo che la “Pratica spesso batte la grammatica”. A proposito…. Mi viene in mente il corposo curriculum del comandante Schettino…..

    Un Abbraccio ad entrambi.
    Jose’ figlio di Crozza,
    usticese non residente.

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