Ustica sape

Franco Foresta Martin: Ringraziamenti e considerazioni sulle varie attività svolte


 

Franco Foresta Martin: Ringraziamenti e considerazioni sulle varie attività scolteE LONTANO, LONTANO NEL TEMPO …
A conclusione di numerose giornate dense d’impegni: dall’inaugurazione della mostra ‘Ustica prima dell’uomo’ (visitabile ogni pomeriggio-sera nei locali del Centro Studi, presso l’Antico Municipio), alle escursioni geologiche guidate per amici e illustri ospiti, fino alle serate astronomiche in varie parti dell’Isola, desidero ringraziare quanti mi hanno rivolto messaggi scritti e verbali di apprezzamento e incoraggiamento.
In primo luogo ringrazio la professoressa Antonella Carrubba (posso osare dire, la mia amichevole consulente per la lingua inglese?!) e il caro cugino Mario Oddo, che dalla più giovane età partecipa emotivamente alle mie avventure professionali. Entrambi, pur non essendo presenti per ora ad Ustica, mi hanno fatto sentire dalle pagine di Usticasape la loro affettuosa vicinanza. Per entrambi, e per altri amici non ancora giunti ad Ustica, ho pronta una presentazione personalizzata alla mostra: affrettatevi perché lunedì prossimo partirò!
Ma vorrei approfittare dell’ospitalità di Usticasape per sviluppare un discorso più ampio sulle attività di volontariato culturale cui mi dedico da anni.
Mai come in questi giorni ho provato la sensazione che ci sono progetti culturali i quali necessitano di un lungo percorso, prima di prendere corpo e diventare patrimonio comune.
Già da molto tempo sentivo che un aspetto della storia e del patrimonio naturalistico di Ustica ė poco conosciuto, in quanto poco illustrato e divulgato. Mi riferisco alla geo-vulcanologia dell’isola, all’origine di Ustica e alla sua evoluzione. Storia questa che, a mio modo di vedere, precede e alimenta tutte le altre storie usticesi, ed è quindi degna di essere approfondita e raccontata.
Così, fin dagli anni ‘90, ho cominciato a fare sintesi di tutta la copiosa letteratura scientifica esistente su Ustica, spesso prendendo contatto diretto con i ricercatori che l’hanno prodotta, con il proposito di trasformarla da ostica trattazione per soli addetti ai lavori, in narrazione accessibile a tutti.
In primo luogo ho pensato agli studenti della scuola di Ustica, di ogni grado, per i quali ho sviluppato una serie di lezioni-presentazioni-escursioni. Ma è stato inevitabile, parallelamente, offrire la stessa materia a quelle parti della popolazione residente e dei visitatori interessate all’argomento, attraverso eventi organizzati nell’ambito delle attività del Centro Studi.
Poi, grazie alla sensibilità di insegnanti della scuola di Ustica che, nonostante le ben note difficoltà organizzative e strutturali dell’Istituto Comprensivo, si sono dedicati e continuano a dedicarsi con slancio e passione alla formazione dei ragazzi, ho potuto trasformare le episodiche lezioni scolastiche in progetti più organici, realizzando un Piano dell’Offerta Formativa (POF) centrato sulla geo-vulcanologia usticese.
Così, a partire dall’Istituto Comprensivo di Ustica, sono nati itinerari, raccolte di campioni, laboratori e mostre, tutti compresi nel POF: “Ustica un vulcano da scoprire”.
Era inevitabile, a questo punto, tentare di coinvolgere nei progetti di didattica e divulgazione un’importante istituzione di ricerca e di formazione come l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che ha sempre avuto grande attenzione alle realtà geologicamente significative del nostro territorio, per quanto piccole e distanti.
E finalmente il progetto didattico si è trasformato nell’attuale mostra pubblica “Ustica prima dell’Uomo”, sponsorizzata dall’INGV, che ha fatto il suo esordio a Palermo, presso il Museo ‘Gemmellaro’ dell’Università, per poi tornare nell’isola in una veste graficamente elegante, accompagnata da un libro-catalogo bilingue (italiano e inglese) edito dal Centro Studi.
Ora, con un’iniziativa unanime del Consiglio Comunale, si riparla del proposito di destinare un locale della Falconiera, da troppi anni abbandonato all’oblio e al degrado, in Laboratorio-Museo di Scienze della Terra. Il progetto aleggia da alcuni anni, ma non prende il volo. Sarà questa la volta buona?
Me lo auguro perché, con una mostra permanente e un punto di riferimento saldo, si potrebbe dare vita a un’istituzione che si occupi sia di portare avanti, organicamente, i progetti didattici e divulgativi per gli studenti (non solo usticesi), per i cittadini residenti e per i turisti; sia di fornire consulenza e supporto logistico ai ricercatori interessati agli studi su Ustica, incrementando la loro presenza e produttività.
Come si dice: se son rose fioriranno!
La mia gratitudine va a tutti i soggetti che hanno contribuito, in vari modi, alla realizzazione e al successo delle varie tappe del progetto culturale che ho qui riassunto: il Centro Studi e i suoi soci; i Sindaci, le Amministrazioni e i Consigli Comunali che si sono succeduti in questi anni; l’Istituto Comprensivo con i suoi insegnanti e studenti; l’AMP; l’INGV; il Museo Gemmellaro dell’Università di Palermo; la Parrocchia di Ustica (anche essa, sapete perchè? Ha messo a disposizione per le analisi dei piccoli reperti vulcanologici raccolti da Padre Carmelo!); e, non ultima, la cittadinanza usticese tutta.

FRANCO FORESTA MARTIN

Ustica 8 agosto ’14

 

 

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