Domenica 11 Luglio alle ore 1030, nella zona “Belvedere” del Calvario, si è tenuta, la cerimonia di intitolazione del Belvedere Giuseppe Scalarini.
A seguire, nell’Antico Palazzo Municipale, l’inaugurazione della mostra – “Una Matita alla Dinamite” – con le vignette satiriche di Giuseppe Scalarini, confinato politico antifascista ad Ustica tra storia e attualità.
La prefazione al catalogo, “una matita alla dinamite”, che riportiamo integralmente, è stata curata dal Presidente del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica Franco Foresta Martin.
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“ Con una mostra dedicata ai disegni prodotti da Giuseppe Scalarini nel corso dei primi tre decenni del ‘900 (Vecchio Municipio di Ustica 10 Luglio – 10 Settembre 2010), il Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica ha voluto celebrare quello che viene considerato il padre della satira politico-sociale italiana: il precursore dei Forattini, dei Giannelli, degli Altan, dei Vauro e dei tanti artisti che oggi illustrano con le loro graffianti vignette le pagine di quotidiani e periodici. Ma intende anche rendere omaggio a un figlio adottivo di Ustica che, in appena un anno e mezzo di confino politico trascorso nella nostra isola, dal 15 marzo 1927 al 7 novembre 1928, si legò affettivamente alla terra, al mare, all’ambiente alla gente, riuscendo a distillare dalla sofferenza della reclusione i più puri sentimenti di ammirazione e di fratellanza.
Accompagnato da un approfondito saggio di Giovanna Delfini, una delle maggiori studiose del confino ad Ustica, che delinea oltre alle qualità artistiche e morali anche l’attività politica di Scalarini in quanto oppositore del regime fascista, questo catalogo riproduce la maggior parte dei disegni ottenuti in copia dal nostro Centro Studi direttamente dai nipoti dell’illustre confinato. Sono vignette che, da sole, valgono quanto un saggio di storia, ciascuna di esse riassumendo con pochi tratti e brevi diciture la malvagità, l’ingiustizia e l’arroganza del potere che agisce in spregio alla democrazia; e la sofferenza degli inerti e dei perseguitati.
La mirabile matita di Scalarini si è offerta più di una volta a icastiche metafore. Si tramanda che Mussolini, o qualunque dei suoi gerarchi, abbia ordinato:”Fermate quella matita”: imperioso comando che fu subito attuato a suon di mazzate e olio di ricino, come usava a quei tempi. Noi, per il titolo della mostra, abbiamo preferito scegliere un epiteto coniato apposta per l’artista da uno dei suoi amici all’”Avanti” (il giornale socialista che pubblicava le vignette di Scalarini), il quale lo definì: “Una matita alla dinamite”. Una matita che continua a esplodere, pacificamente, a distanza di tanti decenni, squarciando il velo che nasconde le malefatte di ieri e di oggi.”
Franco Foresta Martin.
[nggallery id=138]Il Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica è particolarmente grato ai nipoti di Giuseppe Scalarini che hanno donato le riproduzioni oggetti di questa mostra: Bianca e Anna Chiabov, Nando e Carlo Levi , Nerina Porta , Noela Levi.
In questa occasione, il Centro studi desidera rivolgere un affettuoso pensiero alla memoria della moglie di Giuseppe Scalarini, Carolina Pozzi, e a tutte le figlie: Virginia, Francesca, Giuseppina, Rainera e Claudia detta Nani, che lo seguirono nell’esperienza confinaria a Ustica.
Un particolare ringraziamento a Giovanna Delfini, a Massimo Caserta e a Vito Ailara per le ricerche storiche e archivistiche; a Gilda Corvaja Barbarito, a Giuseppe Giacino e a Costantino Tranchina per la collaborazione nella preparazione della mostra; non ultimi ai curatori della mostra Mariella Barraco Picone e Giulio Calderaro che ne hanno realizzato l’eccellente allestimento.
