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Il Mediterraneo e la sostenibilità, da Ustica parte il progetto che rimette al centro il Mare Nostrum


Da Redazione BlogSicilia.it

A Ustica il progetto che mira alla “sostenibilità aumentata” attraverso robotica, biologia marina, architettura, scienza, ambiente, economia. Grazie al patenariato tra Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, CNR, Università di Palermo e Area Marina Protetta dell’Isola di Ustica prende il via il progetto d’inclusività e valorizzazione della diversità nei tre pillar di Ambiente e territorio, Sport e sfide e Ricerca scientifica, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.

Riportiamo l’attenzione sul Mediterraneo

“E’ un progetto, che ha preso forma nella manifestazione Ustica Blue Days, che mira a riportare attenzione sul nostro Mediterraneo, ecosistema di fondamentale importanza per gli equilibri climatici dell’intero pianeta e bacino di scambi, integrazioni, culture e di attraversamento di importanti flussi migratori”, spiega Enza Spadoni, ingegnera e autrice del progetto, Innovation Manager della Scuola Superiore Sant’Anna e del Centro di Competenza nazionale sulla Robotica avanzata ARTES 4.0, oltre che nuotatrice.

Palermo-Ustica a nuoto

“Per questo ho previsto di organizzarne insieme a Giulia Noera, campionessa nuoto master palermitana in rappresentanza del mondo dello sport, e a Cristina De Tullio, già atleta paralimpica, in rappresentanza del mondo dell’inclusione, anche l’attraversamento a nuoto – in 18 ore tra il 23 e il 24 luglio scorsi da Palermo a Ustica –, sia come strumento innovativo di divulgazione scientifica sia per portare simbolicamente con una staffetta a nuoto di 15 nuotatori esperti di nuoto in acque libere un messaggio di rispetto per la Natura, ambientale e umana, e di riflessione su una necessità di sostenibilità “aumentata”: non solo sull’ambiente, ma anche su diritti, tecnologie, nuovi assetti urbani, economia, con alcune keyword che sono: Mediterraneo e piccoli borghi”.

Nel Mediterraneo difficile la transizione energetica

Il Mediterraneo è infatti anche sede di tantissime isole in cui la transizione energetica non sempre è tecnologicamente sostenibile. “Verso un’industria europea sostenibile, incentrata sull’uomo e resiliente, dobbiamo forse poter e saper tornare ai villaggi, per ripensare l’umanità. E come “consentire” ai cittadini di vivere in un piccolo ambiente intelligente senza servizi e tecnologie? Anche i piccoli borghi devono essere interessati da una grande trasformazione, smart e digitale: aspetti di grande complessità in territori spesso marginali, al centro del Mediterraneo che necessita di grande attenzione anche dal punto di vista ambientale e non solo”, spiega Paolo Dario, Prorettore all’Innovazione della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa con cui l’ing. Spadoni lavora da lungo tempo su questi temi.

L’importanza della robotica sottomarina

L’ingegnere Giovanni Massari della multinazionale SAIPEM, rappresentata anche da Davide Scavuzzo, coordinatore della sede di Trieste e nella rosa dei nuotatori, si sofferma sull’importanza delle tecnologie sottomarine e in particolare delle nuove frontiere della robotica sottomarina: “La tecnologia in supporto ad un mondo che cambia. La robotica sottomarina si sta evolvendo passando dai tradizionali ROV e AUV a Droni subacquei intelligenti in grado di svolgere autonomamente compiti molto complessi senza la necessità di complessi mezzi di supporto. Questo apre una nuova era per le attività nel mondo sottomarino, un pilastro chiave per garantire la fattibilità e la sostenibilità delle nuove attività legate agli oceani”.

L’incontro tra diversi ricercatori

Di questo se ne è parlato il 24 luglio scorso in un incontro che ha chiamato a raccolta alcuni dei più rilevanti ricercatori italiani per dialogare sulle potenzialità offerte da nuove tecnologie, nuove forme di organizzazione e di tessuto urbano e possibili forme di economia sostenibile. Presente anche Roberto Buizza, docente della Scuola Superiore Sant’Anna dove sta lavorando a una nuova iniziativa sul clima e a un nuovo dottorato inter-universitario e inter-disciplinare sul clima e la sostenibilità. “Il Mediterraneo è una delle aree più a rischio dell’impatto del cambiamento climatico” spiega il Professor Buizza, “Il cambiamento climatico sta accelerando, e questo sta avendo un impatto particolarmente evidente in alcune regioni come il Mediterraneo, dove vengono sempre più frequentemente osservati eventi più estremi. Per esempio, ondate di calore sempre più intense e prolungate stanno avendo impatti negativi sempre più sostanziali sull’agricoltura e l’accesso al cibo, e quindi sulle migrazioni. Azioni concrete e immediate che portino a una riduzione sostanziale delle emissioni di gas serra sono necessarie, se si vuole evitare che le condizioni diventino sempre più critiche e ingestibili”.

Cosa accadrà dopo?

I follow up dell’evento riguarderanno la periodicità dell’incontro su questi temi, che vuole diventare un appuntamento annuale per far leva anche sulle istituzioni su argomenti e risposte. “Da sempre considerata un paradiso naturalistico per habitat ed ecosistemi particolarmente ricchi di specie, vorremmo che da Ustica partisse una nuova narrazione di ‘benessere’ in cui, dopo che per decenni lo si è inteso come risultato finale di una economia della crescita, si metta al centro l’ambiente in cui viviamo. Solo attraverso il benessere dell’ambiente, sia naturale che sociale, si può arrivare al benessere dell’uomo. Una economia sostenibile non è un sogno ma un sistema che funziona ed è capace di ridurre le disuguaglianze”, conclude Davide Bruno, Direttore dell’Area marina protetta Isola di Ustica.

Fonte: BlogSicilia.it

 

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