Ustica sape

Riceviamo e pubblichiamo – Le ultime lettere di Jacopo Ortis


Dopo l’intervento del gestore della pagina, signor Pietro Bertucci, che si e’ assunto l’onere di offrire una spazio di confronto all’isola, nel silenzio assordante delle “forze politiche” e persino di quelle “sociali” e di “opinione”, ormai ridotte a cicaleccio di cortile sui social, in cui si scambiano contumelie senza alcun costrutto e senza alcuna analisi dei fatti aldila’ del “noi siamo i buoni e voi i cattivi”, sento la necessita’ di esporre sinteticamente ( visto che qualcuno non gradisce ne’ approfondimenti, ne’ disegnini ne’ “elucubrazioni”) il mio pensiero su quello che sta accadendo in quest’isola che si avvicina, sempre di piu’ ad un luogo che alcuni sono stati capaci di rendere un inferno in terra, un luogo di ricatti, prevaricazioni, insipienza, supponenza, alterigia ed incapacita’ congenita ( e per famiglie…) di ascoltare le ragioni dell’altro.

E stato deliberato il dissesto del comune. Era un atto dovuto, deciso soltanto perche’ si temeva che venisse dichiarato dal commissario già nominato con ulteriori sgradevoli conseguenze per il consiglio in carica.

Sulle conseguenze ho scritto diffusamente e chi aveva l’onere di informare la cittadinanza non ha capito, ponendosi, su queste pagine, il quesito: cosa c’e’ da capire se non che il piano di riequilibrio bocciato, che ha portato al dissesto, e’ quello approvato dalla amministrazione precedente all’attuale?

Con questo banale quesito, si intendeva scaricare in capo alla amministrazione precedente responsabilita’ che, nella situazione attuale, oggettivamente non ha.

E’ fuor di dubbio che ne’ 10 anni fa, ne’ 5 anni fa ed ancora adesso vi siano ad Ustica competenze in grado di affrontare le problematiche che assillano l’isola da tempo.

Cio’ sia per la complessita’ oggettiva dei problemi, sia per la mancanza di specifica qualificazione del personale.

In una grande citta’ la rappresentanza amministrativa può’ benissimo essere composta da soggetti che oltre ad interpretare le istanze dei propri elettori non abbiano alcuna competenza tecnico- amministrativa ( contabile, legale, urbanistica) perché ci sono uffici dotati di specifiche competenze.

Ad Ustica e’ l’amministrazione politica che deve dare le “dritte” agli uffici e verificarne anche tecnicamente i risultati perché’ per ragioni esclusivamente numeriche le risorse di competenze sono pochissime

Giusto per fare nomi, ne’ l’amministrazione Licciardi ne’ quella Militello, hanno avuto assistenza tecnico-giuridica adeguata ad affrontare le numerose problematiche agitate dai tempi, dalla scarsita’ di risorse e dalla specifica insularita’ dai loro referenti politici.

Questi referenti sono stati utili per passerelle e mancette più’ o meno disastrose, vedi appalto scuola da una parte e stazione marittima dall’altra, oppure piazza armeria per andare addirittura all’amministrazione Messina solo a titolo di esempio.

Il personale “politico” oltre ad essere costituito da soggetti  dotati di personale buona volonta’ comprende anche numerosi tappabuchi per necessita’ e specifico valore riproduttivo delle rispettive famiglie di appartenenza.

Ogni tanto si inserisce qualche soggetto che frequenta l’isola da un po’ e che ha acquisito una qualche visibilità’ connessa ai “favori” fatti, di tipo sanitario, generalmente professionali, spesso trasversali, dalla pratica accelerata, alla prenotazione, alla visita, alla questione giudiziaria, eccetera eccetera.

Tutto cio’ ovviamente non ha alcuna refluenza sulla capacita’ di amministrare, di avere una visione del futuro, di essere persone corrette e ragionevolmente disposte ad assumere un atteggiamento equidistante verso tutti gli amministrati ma spinge, sovente, a differenziare gli amministrati tra elettori fedeli e nemici ed avversari, anzi, nemici giurati semplicemente perche’ non approvano un modi di fare in cui il diritto diventa favore e si possono travolgere leggi, regolamenti e Giustizia in genere.

L’atteggiamento generalizzato e’ quello di non esporsi per -non sia mai!- nel caso di vittoria di una fazione diversa dalla propria non dover subire quello che si era fatto subire agli “avversari”.

Cio’ detto, veniamo al dunque:

1)in ordine al quesito posto dal dottor D’Arca: il piano di riequilibrio e’ stato predisposto dall’amministrazione Licciardi. Non era il meglio che si potesse fare, conteneva diversi errori, alcuni, come il mancato accantonamento di somme per il contenzioso in itinere, rivendicati su queste pagine dall’allora revisore poi assessore al bilancio nella giunta Militello ( dottor D’Arca, il dottore Bruno l’ha preceduta nello sfidarmi ad una pubblica discussione. Attendo ancora, e non so se il dibattito non ci sia stato perche’ le spese di vitto ed alloggio non erano rimborsabili o perche’ la Corte dei Conti, nella determinazione di bocciatura del piano di riequilibrio, ha ribadito in almeno 4 passaggi che una delle -numerose- cause del dissesto era proprio il mancato accantonamento – da parte di entrambe le amministrazioni- delle somme probabilmente necessarie per affrontare le sentenze di condanna di la’ da venire ma certamente preventivabili).

L’amministrazione Militello, come statuito dalla Corte dei Conti e confermato dal revisore che si e’ da poco dimesso, dottor Bologna, non solo non ha accantonato le somme necessarie ad evitare le conseguenze di pesanti condannatori ma ha addirittura aggravata l’esposizione debitoria, non approvato debiti fuori bilancio per ben  1.669.000,98 ed omesso di attuare il piano decennale di riequilibrio dell’amministrazione Licciardi, che pur nelle sue manchevolezze, aveva tentato di affrontare il problema.

La Corte dei Conti scrive che l’amministrazione Militello ha cominciato ad occuparsi del riequilibrio solo nel febbraio 2022, al fine di far passare dal Cosfel le sue richieste di assunzioni ex art. 110 del TUEL, omettendo di utilizzare il personale interno e dichiarando-contro il vero- di non avere personale interno da poter adibire ai ruoli apicali delle finanze e dell’ufficio tecnico. La circostanza e’ stata rilevata dagli ispettori dell’assessorato agli Enti Locali.

Quindi, dottore D’Arca, la responsabilita’ del dissesto e’ tutta dell’amministrazione Militello. Appare pertanto del tutto inconcepibile che un’amministrazione fallimentare, che ha ordinariamente  pretermesso le modalita’ piu’ ovvie, tipiche del “buon padre di famiglia” per risanare il bilancio abbia la sfacciataggine di ripresentarsi dopo aver tentato di occultare il  dissesto di cui, ad oggi, non ha informato la cittadinanza delle conseguenze, minimizzando l’accaduto come se fosse ordinaria amministrazione, facendo da mesi campagna elettorale con iniziative propagandistiche e su cui si abbatterà’ la -lentissima- scure dei controlli.

2)Riguardo all’idea di candidare, in condizioni cosi’difficili, un giovanissimo di bellissime speranze, senza una squadra di persone capaci di affrontare i principali problemi dell’isola che, oltre il bilancio, riguardano la gestione anomala, pluridecennale, del territorio, decenni in cui sono stati commessi abusi gravissimi in spregio al piano paesistico ed al piano di recupero del centro storico, chiudendo gli occhi per gli amici ed accanendosi contro coloro che appena manifestavano un principio di dissenso, mi sembra un’iniziativa altrettanto sconsiderata quanto quella di ricandidare il sindaco uscente od uno qualsiasi dei suoi sodali, tutti allineati nella gestione fallimentare e tutti corresponsabili del clima mefitico di prevaricazione che si respira sull’isola.

Senza la base, scordatevi le Altezze …

Evidentemente gli errori-volutamente ! -commessi nella gestione dei 5 stelle non hanno insegnato niente a nessuno.

Filippo Pittarello, il “reclutatore”  della Casaleggio & Associati prima che decidessero di affidarsi ai provini cinematografici, soleva dire che il candidato ideale dovesse avere “attitudini, non competenze”, giacche’ doveva essere un pupo molto manovrabile nelle mani dei controllori esterni. Un ragazzo sveglio, che impara presto come ci si comporta ma – Dio non voglia!- che non abbia competenze, senno’ non potrebbe consentire di subire pressioni e indicazioni sul da farsi.

Ad Ustica serve altro. Serve un Sindaco che sappia cosa e’ necessario fare, che abbia contatti con le istituzioni da tempo e che non sia confuso con suo fratello, come qualcuno poco informato sta cominciando a veicolare in giro al solo scopo di screditarlo. Parlo di Vincenzo Geloso, vice presidente vicario della CNA.

Accanto a questo candidato Sindaco devono esserci persone in grado di ricoprire ruoli tecnici, con competenze in materia di contabilita’ diritto, urbanistica, lavori pubblici, cultura.

Guardate la composizione delle giunte degli ultimi 20 anni e le persone che hanno offerto supporto e sostegno alle tre amministrazioni che si sono succedute nel ventennio.

Sono state all’altezza del compito? Ustica e’ andata avanti od e’ inesorabilmente arretrata sino all’attuale situazione di dissesto in cui la gente ha persino paura ad esprimere il proprio pensiero? Ultimamente ho sentito qualcuno che ha riesumato il vecchio pensiero di Mario Oddo, che spero ne abbia, nel frattempo, fatto ammenda :il pastore deve avere l’odore delle sue pecore addosso.

Beh forse e’ il caso che questo odore, per un po’, non ci sia, almeno finche’ l’isola non sara’ in grado di tornare ad esprimere una classe dirigente degna di questo nome che non sia solo capace di promettere posti di lavoro temporaneo e di bassa qualifica o di cambiare le lampadine fulminate dell’illuminazione pubblica, magari spremendosi le meningi per rendere Ustica un po’ piu’ vivibile per gli usticesi. Come diritto, non come favore…

Io attendo ancora l’assessore Bruno,l’ex presidente del consiglio D’Arca, dimissionario dopo il consiglio a cui ha partecipato da dimissionario e- dulcis in fundo- il sindaco uscente Militello al solo fine di contribuire – visto che loro da soli non l’hanno voluto fare-ad informare gli usticesi della situazione di degrado peggiore dell’attuale che li attende se non si decidono a mettere in piedi una squadra di personale competente nelle materie cruciali che ho ricordato sopra (contabilita’, diritto, urbanistica, cultura ).

Dopo, non dite che non eravate informati del rischio che state correndo.

Ustica, 24 aprile 2023

Francesco Menallo

2 risposte

  1. Salve,
    Trovo in parte condivisibile quanto scritto da uno che frequenta Ustica da anni, e che per lavoro conosce anche fatti che riguardano il Comune di Ustica (nel suo insieme), specie quando fa riferimento alle Giunte e componenti delle amministrazioni degli ultimi 30 anni circa (e non 20).
    La prima amministrazione Licciardi e’ stata eletta infatti, il 12 Giugno 1994.
    Di chi ne ha fatto parte, ed in base a cosa venivano scelti.

    Queste elezioni ci danno l’opportunita’ di chiudere definitivamente una espereienza politica FALLIMENTARE in tutti i sensi.
    Che sia la volta buona per presentare UNA lista, con una candidata a Sindaca,
    composta da Donne Uomini, Giovani competenti, capaci, motivati da un unico obiettivo : il benessere degli usticesi, e di chi ha scelto di frequentare, vivere ad Ustica per vari motivi.

    Personalmente vedrei l’Avv. Menallo far parte di questa, sperando di poter dare il proprio contributo e favorire l’ancora tanta attesa “Tregua” tra le due note FAZIONI… premessa per permettere la riappacificazione tra tantissimi usticesi.
    Auspicabile a questo punto, sarebbe un Comizio !

    Chi lo convoca, e quando?

    Con Spirito collaborativo,
    Jose’ Zagame usticese non residente.

  2. Egregio signor Zagame, anch’io sono un fautore della pace nel mondo. Non ritengo, però, che tale pace si possa raggiungere mettendo assieme vittime ed aguzzini e neppure trasformando il comune in una scuola materna. Più che un comizio, che è caratterizzato dal fatto che c’è chi parla e chi ascolta, vedrei bene un dibattito, in cui si possano ascoltare, con un autorevole moderatore, più posizioni.
    Però, ad Ustica, un’amministrazione fallita che ha la tracotanza di ripresentarsi ricompattata esclusivamente dal Dio potere (comandare é notoriamente più gradevole dell’accoppiarsi, recita un noto detto…) e un gruppo di persone unite solo dal comune disprezzo per gli esponenti della prima senza alcuna idea di come porre rimedio ai guasti prodotti nei due decenni passati, cosa possono dire al passante anche mediamente bendisposto all’ascolto?
    Non sarà un caso che le riunioni siano state solo “casalinghe” e che io attenda ancora di conoscere, nell’ordine, cosa pensa di fare Salvatore Militello che non ha mai partecipato ad un dibattito pubblico, l’assessore al Bilancio Bruno, già revisore dei conti della precedente mministrazione, che mi doveva spiegare quello che la Corte dei Conti ha recentemente spiegato a lui e, da ultimo e non per ultimo, l’ottimo Francesco D’Arca, presidente del consiglio comunale che mi doveva spiegare – pubblicamente-come la colpa del dissesto dichiarato da questa amministrazione sia da attribuire a chi ha amministrato prima, ignorando che 5 anni sono un’eternità, amministrativamente parlando, e che se gli errori sono tutti di chi li ha preceduti andava Immediatamente fatta una ricognizione delle finanze del comune in modo da separare le responsabilità dell’attuale gestione da quella precedente Separazione mai avvenuta.
    Sarebbe ora che questi personaggi, nonché l’avvitatore di lampadine, il giovane implume ed il baffo per ogni stagione facessero conoscere ai loro concittadini qual’é la loro idea di futuro, se ne hanno una, e con quali mezzi intellettivi intendono realizzarla.
    E che tutti gli indifferenti comprendano che se non si occuperanno di cura della città, a politica, quella peggiore, continuerà ad occuparsi di loro.

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