Ustica sape

Lettera Aperta

All’  On.  Stefania Prestigiacomo
Ministro dell’Ambiente della Tutela
del Territorio e del Mare

Al Sindaco di Ustica

Al Presidente del Consiglio di Ustica

Ai Consiglieri Comunali

Al Commissario dall’A.M.P.

UNA PROPOSTA PER IL RECUPERO DELL’ A.M.P. ISOLA DI USTICA

Sfogliando una brochure, datata 1992, la nostra memoria è tornata ai tempi in cui Ustica, prima riserva marina d’Italia possedeva una sede amministrativa presso gli uffici del comune ed un centro accoglienza a Cala Santa Maria.

Inoltre dopo una lunga battaglia burocratica, si era riusciti ad acquisire al patrimonio comunale i locali della Caletta detti anche Santoro, dove erano stati realizzati numerosi acquari ben curati e gestiti dal personale della riserva marina, acquari che avevano una importante funzione didattica perché ciascuno di essi mostrava una parte di habitat della riserva alle numerose scolaresche che visitavano Ustica soprattutto nel periodo primaverile.

Si precisa a riguardo che Il personale della riserva marina era stato formato attraverso il primo corso per guida naturalistica in riserva marina ideato dallo scrivente e realizzato con la collaborazione di un articolato gruppo di biologi dell’Università di Palermo guidati dal prof. Silvano Riggio.

Con impegno personale di alcuni componenti dell’ufficio tecnico del comune di Ustica erano stati recuperati e bonificati i locali della Torre dello Spalmatore, rendendoli agibili per il pubblico. La stessa torre, poi, è stata adottata quale sede storica della Riserva Marina con centro visite, proiezioni di documentari e diapositive e come sede di dibattiti e conferenze sui vari temi ambientali. Inoltre nella stessa torre era stata organizzata una sala di riunioni attrezzata con una biblioteca ed infine era stato realizzato un primo laboratorio scientifico.

Di quanto sopra e di molto altro ancora oggi non esiste quasi più nulla. La Torre da anni è chiusa ed inutilizzata, lasciata in totale abbandono e decadenza malgrado sia stata restaurata con una spesa di circa un miliardo delle vecchie lire. Il predetto finanziamento ci era costato parecchio impegno perché altri avrebbero voluto indirizzarlo verso altra riserva marina.

L’acquario della Caletta è stato dismesso e l’uso della Caletta stessa è stato dato in uso ad altri utenti.

Infatti, ogni anno parecchi progetti vengono finanziati per enti o associazioni estranee ad Ustica. La cara “mucca” della riserva marina dà ancora latte, ma non certamente per i cittadini di Ustica che ne sono stati emarginati.

Il Comune col suo magro bilancio ha dovuto farsi carico dell’assunzione di otto persone che certamente meritavano una collocazione a tempo indeterminato, ma che oggi gravano quasi completamente sul bilancio comunale, non essendo stata adottata quasi nessuna iniziativa per il recupero di fondi a seguito  della mancata attuazione del piano finanziario predisposto dal Consiglio Comunale per l’assunzione del personale necessario.

Tale personale negli anni di affidamento della gestione della riserva concesso da parte del Ministero al Comune di Ustica aveva espletato con professionalità  e competenza il proprio compito sia pure nello stato di precarietà del proprio rapporto di lavoro.

MALGRADO

diverse decine di miliardi siano passati attraverso il fiume degli sprechi, oggi ad Ustica non esiste quasi più nulla!

Per i suddetti motivi lo scrivente, primo responsabile della riserva marina dagli anni ‘87 al ’90 e , successivamente, nella qualifica di assessore comunale non ha ritenuto opportuno firmare la petizione popolare avanzata al signor ministro di riaffidamento, sic et sempliciter, della gestione al Comune di Ustica, attribuendo agli organi del Ministero responsabilità quasi persecutorie.

Se si vuole poi guardare in faccia la realtà degli avvenimenti accaduti, va riconosciuto che le responsabilità vanno quanto meno condivise tra Comune e Ministero.

Pertanto si propone una idea nuova di gestione dell’area Marina Protetta Isola di Ustica.

Infatti vogliamo ancora essere ottimisti e propositivi indicando una soluzione, a nostro giudizio praticabile per il rilancio dell’AREA MARINA PROTETTA superando il falso problema dell’affidamento al Comune della gestione della stessa.

Dobbiamo però dimostrare di esserne capaci.

Infatti:

LA RISERVA OGGI DISPONE:

  • di n.7 operatori qualificati pagati dalla comunità ed assunti per il ruolo avuto e da avere nell’ambito della gestione della Riserva Marina;
  • di un Centro di Prima Accoglienza presso i locali siti in P.zza Umberto I (ex fascio);
  • del Vecchio Comune sito in P.zza Capitano Vito Longo, restaurato con finanziamento del Ministero dell’Ambiente per essere utilizzato dalla Riserva Marina;
  • del locale detto Caletta o Acquario. A tal proposito occorre recuperare, nella speranza che esistono ancora, i numerosi acquari per farne centro di didattica propedeutica alla conoscenza dell’Area Marina Protetta;
  • della splendida Torre dello Spalmatore, bloccandone al più presto il degrado in cui versa, restituendole dignità e funzionalità;

OCCORRE PROVVEDERE A:

  • dismettere la Barca Primavera che continua a produrre costi senza alcun beneficio di ritorno;
  • acquisire le circa cinquanta ricerche scientifiche redatte in passato con costi notevolissimi delle quali si ha scarsa conoscenza;
  • restituire alla ricerca scientifica l’uso del laboratorio scientifico esistente presso la casa Argento inventariando l’esistente per renderlo disponibile ai ricercatori interessati.
  • al recupero di tutto il materiale scientifico, subaqueo, di proiezione e visione;
  • al recupero di tutti gli arredi esistenti nella Torre: vetrine, tavoli, poltroncine della biblioteca, lampade e quanto altro.

In Ustica esistono le figure competenti a recuperare detto patrimonio, dandone una nuova identità attraverso una efficace gestione che miri al recupero funzionale della Riserva Marina, volàno irrinunciabile per la salvaguardia ambientale nonché dello sviluppo economico dell’isola. Come prima cosa occorre utilizzare le competenze e la disponibilità delle risorse umane qualificate di cui il Comune dispone, che si identificano in : Daniela Bilello, Giancarlo Caserta, Gaetano Caminita, Tonino Licciardi, Giacomo Lo Schiavo, Maria Concetta Natale e Rosa Maria Zagami.

Va chiarito che il Comune rappresenta l’Ente sovrano nella gestione del proprio territorio nel rispetto delle leggi. Il Ministero attraverso gli organi della Capitaneria di Porto di Palermo, potrà dare le dovute discipline al fine della tutela, della regolamentazione e dell’osservanza di tutte le norme che attengono all’Area Marina.

Il Comune pertanto dovrà instaurare un rapporto di corretta e proficua collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, dichiarando la propria disponibilità ad accogliere un eventuale rappresentante che il Ministro vorrà nominare, per una reciproca collaborazione.

Il Comune così potrà accedere, come già avviene per Enti ed associazioni certamente di minor rilevanza, a finanziamenti attraverso progetti di: attività didattiche, materiale divulgativo, pulizia coste e quanto altro necessario per una ripresa delle attività richieste per una proficua e completa gestione dell’area Marina protetta.

In particolare occorrerà l’impegno di tutti, abitanti di Ustica, Ministero dell’Ambiente, Capitaneria di Porto per il conseguimento degli obiettivi sin qui esposti che presuppongono il massimo impegno, serietà e rispetto delle leggi.

Ustica, Via Petriera 23.06.2009

lettera firmata

Prof.  Angelo Longo

e-mail: angelo.longo1936@libero.it


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