Ustica sape

Licciardi, un sindaco al quale manca la capacità e l’umiltà di fare autocritica.


“La nostra comunità deve essere risarcita” Questo è quanto afferma Attilio Licciardi, sul suo blog, in quanto sono stati rubati 340.000,00 euro agli usticesi, mandando in tilt il magro bilancio del comune costringendo il consiglio comunale ad aumentare tutti i tributi per tentare di evitare il dissesto del Comune.
Come è solito, egli tenta di scaricare sugli altri le colpe delle proprie gravi responsabilità.
Il debito verso la Novamedia che aveva organizzato nel 2011, su mandato dell’amministrazione comunale pro tempore, la Rassegna delle Attività Subacquee, non ammontava certamente a 340.000,00 Euro. Si è arrivati a questa cifra a causa degli onorari molto elevati per gli avvocati e degli interessi legali che la magistratura ha obbligato il comune a pagare. Novamedia, consapevole della impossibilità del Comune di far fronte agli impegni assunti, aveva proposto di spalmare il suo credito in cinque rate annuali, ma il Licciardi preferì non accettare tale proposta. Come era prevedibile, avendo la Novamedia adito le vie legali, il Comune venne condannato al pagamento di quanto dovuto.
Ustica è al dissesto finanziario non solo per il debito nei confronti di Novamedia ma per tutti gli errori e omissioni commessi in questi anni. Vedasi debito Famularo per il quale i cittadini usticesi sono stati costretti a pagare la spropositata somma di quattro miliardi delle vecchie lire, a fronte di una somma dovuta di poco meno di cento milioni. In questa occasione, come in tante altre, per la grave omissione nella mancata costituzione nel giudizio promosso dalla Famularo, resa ancora più grave per non aver proposto appello alla sentenza di primo grado ove il comune era stato condannato per i gravi errori commessi dal perito nominato dal tribunale. Errori ancora più plateali sono stati commessi dal giudice non togato, definiti dal legale del comune Avv. Machì (nominato purtroppo tardi) di notevole gravità.
Ustica è stata costretta al pagamento di una somma, come già detto spropositata, tra l’altro non dovuta, per il colposo disinteresse nella sentenza resa dal Tribunale, lasciando che la stessa divenisse giudicata.
Sarebbe bastato, per far valere le proprie ragioni, che il Comune si costituisse in giudizio (Sindaco Licciardi) anche dopo l’emanazione della sentenza parziale, avvenuta in data 18/12/1996 con la quale era già stato individuato l’ammontare del debito. Anche quando, successivamente, venne notificato, in data 11/01/2001, il provvedimento di anticipazione di udienza, il comune rimase in contumacia. Ancora una occasione persa per avere cognizione della sbagliata valutazione effettuata dal C.T.U., accettando, così passivamente, il valore venale, erroneamente attribuito al terreno. Anche in quella occasione il comune ha ignorato la vicenda giudiziaria. Se il Comune fosse stato presente sarebbe stato facile far correggere gli errori commessi prima dal C.T.U. e poi dal giudice onorario .
In conclusione il pagamento della enorme somma pagata, non dovuta, è da ascrivere esclusivamente all’effetto negativo della mancata costituzione in giudizio.
Per il Licciardi è consuetudine arrampicarsi sugli specchi cercando, sempre, di scaricare sugli altri le proprie responsabilità.
Vale la pena ricordare la perdita della gestione dell’Area Marina Protetta avvenuta nel 2003 dovuta, esclusivamente, alla caparbietà del Licciardi che, dopo le criticità accertate per le eccessive ed ingiustificate spese, malgrado diffidato, si è ostinato a rifiutare la temporanea assistenza del Ministero. Anche in quella occasione egli ha cercato in tutti modi di attribuire ad altri le proprie indiscutibili responsabilità, a suo dire, dovute a interessi politici della parte avversa,
Sarebbe l’ora che questo signore riconoscesse i propri errori e togliesse definitivamente il disturbo.
25 gennaio 2018

Salvatore Compagno

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