Se aiutate qualcuno non aspettatevi gratitudine
Dovete farlo solamente per ragioni morali
A tutti noi è capitato di aiutare qualcuno, un amico, un conoscente, a trovare un lavoro, di sostenerlo nel momento del bisogno in modo disinteressato, e poi scoprire che la persona beneficata, anziché esservi riconoscente non solo dimentica quanto avete fatto per lei, ma diventa fredda e si comporta verso di voi con rancore. E mi viene in mente quel passo de «Il paradiso perduto» di Milton in cui Satana dice che si è ribellato a Dio per il peso insopportabile della riconoscenza. Cos’è il peso della riconoscenza? Come può la gratitudine diventare insopportabile? Il caso più semplice è quello dell’invidia. Satana voleva di più, non accettava la sua condizione di secondo. E mi viene in mente che agli inizi della mia carriera avevo aiutato un mio collega psicologo che aveva bisogno di lavorare e ne avevo fatto il mio vice. Un giorno qualcuno mi ha riferito che sparlava continuamente di me al punto che sua moglie, il giorno in cui li ha colti un acquazzone, gli ha detto: «Non sarà anche questo colpa di Alberoni»? La spiegazione era semplice. Dopo aver imparato un po’ il mestiere, pensava di essere più bravo di me e voleva prendere il mio posto. Da allora ho imparato che è pericoloso mettersi troppo in evidenza perche scateni l’invidia dei tuoi colleghi.
Ma la mancanza di riconoscenza non è dovuta solo all’invidia. Ogni volta che noi facciamo per un altro qualcosa di più del dovuto, mettiamo sempre in moto dei meccanismi che possono essere positivi e negativi. Prendiamo l’esempio più semplice, quello del dono. Il dono, anche se fatto nel modo più disinteressato e generoso, crea quasi sempre il bisogno di ricambiare. E se io esagero in generosità posso mettere l’altro in imbarazzo perché non sa come ricambiarmi e si domanda cosa voglio in cambio da lui. Vi sono però persone che reagiscono nel modo opposto. Se voi fate loro dei doni o le aiutate, lo considerano un dovere da parte vostra e, se smettete di farlo, vi criticano e vi accusano. In tutti i casi il risultato della vostra generosità sarà la mancanza di riconoscenza.
Perciò quando decidete di fare un dono a qualcuno, o di aiutarlo quando ha bisogno, o di far sì che possa realizzare le sue potenzialità, tenete presente che lo dovete fare solo per ragioni morali, perché lo ritenete giusto, senza aspettarvi nulla in cambio. Se poi l’altro vi ricambierà con la fedeltà e la riconoscenza considerate questo suo comportamento solo il dono di un animo generoso.
Francesco Alberoni
22 agosto 2011
Rubrica “Pubblico & Privato” del Corriere della Sera
Malattie sempre più diffuse: L’INGRATITUDINE – LA MANCANZA DI RICONOSCENZA
Se aiutate qualcuno non aspettatevi gratitudine
Dovete farlo solamente per ragioni morali
A tutti noi è capitato di aiutare qualcuno, un amico, un conoscente, a trovare un lavoro, di sostenerlo nel momento del bisogno in modo disinteressato, e poi scoprire che la persona beneficata, anziché esservi riconoscente non solo dimentica quanto avete fatto per lei, ma diventa fredda e si comporta verso di voi con rancore. E mi viene in mente quel passo de «Il paradiso perduto» di Milton in cui Satana dice che si è ribellato a Dio per il peso insopportabile della riconoscenza. Cos’è il peso della riconoscenza? Come può la gratitudine diventare insopportabile? Il caso più semplice è quello dell’invidia. Satana voleva di più, non accettava la sua condizione di secondo. E mi viene in mente che agli inizi della mia carriera avevo aiutato un mio collega psicologo che aveva bisogno di lavorare e ne avevo fatto il mio vice. Un giorno qualcuno mi ha riferito che sparlava continuamente di me al punto che sua moglie, il giorno in cui li ha colti un acquazzone, gli ha detto: «Non sarà anche questo colpa di Alberoni»? La spiegazione era semplice. Dopo aver imparato un po’ il mestiere, pensava di essere più bravo di me e voleva prendere il mio posto. Da allora ho imparato che è pericoloso mettersi troppo in evidenza perche scateni l’invidia dei tuoi colleghi.
Ma la mancanza di riconoscenza non è dovuta solo all’invidia. Ogni volta che noi facciamo per un altro qualcosa di più del dovuto, mettiamo sempre in moto dei meccanismi che possono essere positivi e negativi. Prendiamo l’esempio più semplice, quello del dono. Il dono, anche se fatto nel modo più disinteressato e generoso, crea quasi sempre il bisogno di ricambiare. E se io esagero in generosità posso mettere l’altro in imbarazzo perché non sa come ricambiarmi e si domanda cosa voglio in cambio da lui. Vi sono però persone che reagiscono nel modo opposto. Se voi fate loro dei doni o le aiutate, lo considerano un dovere da parte vostra e, se smettete di farlo, vi criticano e vi accusano. In tutti i casi il risultato della vostra generosità sarà la mancanza di riconoscenza.
Perciò quando decidete di fare un dono a qualcuno, o di aiutarlo quando ha bisogno, o di far sì che possa realizzare le sue potenzialità, tenete presente che lo dovete fare solo per ragioni morali, perché lo ritenete giusto, senza aspettarvi nulla in cambio. Se poi l’altro vi ricambierà con la fedeltà e la riconoscenza considerate questo suo comportamento solo il dono di un animo generoso.
Francesco Alberoni
22 agosto 2011
Rubrica “Pubblico & Privato” del Corriere della Sera
Ustica, tutti i personaggi che hanno perso la cittadinanza onoraria
CRONACA da Sky tg 24 Oltre a Benito Mussolini e ai gerarchi fascisti, il Comune siciliano toglie la cittadinanza a tutti i personaggi ai quali
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