4 risposte

1. Egr. sig. Ingoglia,

   prima di tutto vorrei sapere chi ha interpellato lei e la soprintendenza, chi vi ha tirato in ballo, non penso di aver fatto il suo nome o quello dei beni culturali, sicuramente qualcuno vi ha chiamato per poter dire la vostra, altrimenti non si spiega il suo intervento.
   Tengo a precisare che non me ne frega niente di fare il paladino di qualcosa che si commenta da solo e che il 95% degli usticesi trova non bello e non in sintonia con la nostra parrocchia. Se esistono altri organi di questo colore, che se li tengano, a mia memoria l’organo era di un altro colore. Comunque il mio “livore” era per la sua ubicazione, mi dica in quante altre chiese ha visto l’organo nel mezzo di una arcata della navata, con l’organista che suona ostruendo il passaggio dei cristiani e con le spalle appoggiate ai banchi dei fedeli.
   Quindi non vedo perchè dovrei interpellare la soprintendenza per avere delucidazioni su una cosa che è patrimonio religioso e culturale del popolo usticese e che saremo noi a vederlo tutti i giorni lì in mezzo alla chiesa inutilizzato per la sua scomodità.
   Non abbiate Paura di avere il Coraggio! Papa Giovanni Paolo II.

   Vincenzo Padovani

2. scusate se mi intrometto. Per il colore chiudiamo un occhio, se e’ il verde che immagino puo’ andare anche ok. Ma la ubicazione e’ sbagliata. Ha ragione Vincenzo Padovani e tutti gli usticesi che hanno protestato e sono delusi. Mi chiedo chi prese la decisione di ubicarlo in quel posto e come mai hanno lasciato i lavoratori forestieri posizionare l’organo in quel posto sbagliato e nessuno ha protestato seduta stante ? Il bello ,pero’, e’ che i problemi si possono risolvere e questo non e’ una eccezione. Bisogna decidere prima di tutto con i fedeli e il Parroco, quale sarebbe l’ubicazione ideale. Quindi ci vogliono i fatti : basta mettere in moto la protesta-richiesta ufficiale da parte del Parroco di Ustica, che viste le lamentele a buon ragione, richiede all’Ente responsabile di rimandare, in tempo molto breve, ad Ustica l’equipe dei lavoratori che hanno installato l’organo e di ubicarlo nel posto adatto.

3. Ciao Agostino, se non sbaglio quando avevamo come Parroco P. Lauro, in una delle riunioni parrocchiali si è discusso di dove collocare l’organo quando sarebbe rientrato a Ustica.
   Forse alla fine non si è deciso nulla di concreto.
   Certo che ora smontarlo non è semplice(era smontato a pezzi) però, prima si dovrebbe capire(facendosi aiutare anche da persone esperte) quale potrebbe essere il posto migliore.
   Cari saluti,Angela

4. Amici,
   solo ora capisco, dalle vostre risposte, che c’è un errore di fondo.
   “Chi mi ha interpellato?” : il web come sappiamo è una risorsa ad uso di tutti ed è naturale che ci si trovi a leggere, on line, le cose che più ci interessano.
   “Chi ha tirato in ballo la Soprintendenza?” : ecco l’errore di fondo.
   Nel rispondere con assoluta disponibilità alle vostre legittime contestazioni, colgo l’occasione per ricordare che il Codice dei Beni Culturali (D.Lgs. 42/2004) stabilisce che è sottoposto a tutela, da parte del Ministero ai Beni Culturali, qualsiasi bene mobile la cui esecuzione risalga ad oltre cinquanta anni. Pertanto l’organo della Chiesa Madre di Ustica è a tutti gli effetti un bene culturale e quindi è tutelato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo.
   La legge prescrive inoltre che qualunque intervento, sia esso di sola manutenzione, spostamento e naturalmente di restauro, deve essere sottoposto ad autorizzazione da parte della Soprintendenza competente per territorio.
   Ma veniamo alla vicenda dell’organo.
   Già prima che il restauro venisse finanziato con contributo erogato nel 2007 dall’Assessorato Regionale ai Beni Culturali (L.R. n. 44/85), la Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo aveva intrapreso ogni iniziativa per conoscere a fondo la storia e i problemi dello strumento in questione.
   Da questi studi ed indagini si è appreso, e sicuramente questo voi lo saprete già, che lo strumento venne costruito nel 1867 per un costo di £ 1.402,50. In particolare £ 1.000 furono inviate al Parroco dagli usticesi di New Orleans, £ 127,50 anticipate dalla cassa di S. Bartolomeo Protettore, e la restante parte fu pagata dal Parroco.
   Dalla sua costruzione, e fino agli anni ‘60, lo strumento era stato posto su un soppalco, a sinistra dell’altare, per non impedire l’accesso ad un vano attraverso una piccola porta tutt’ora esistente.
   Intorno al 1960, per eliminare il soppalco che ostruiva parte dell’altare, lo strumento venne posizionato sul piano del presbiterio, a ridosso di una parete a sinistra di chi guarda l’altare. Purtroppo, per fare ciò venne asportata la parte posteriore della cassa e vennero eliminati i mantici. Furono asportate anche le portelle e venne pesantemente modificato il quadro fonico originale.
   Una volta collocato nel presbiterio, lo strumento venne accantonato a causa di una cattiva resa acustica.
   La cassa, che in origine era a decorata a tempera verde, venne verniciata, in occasione di quella manomissione, con uno smalto sintetico ad imitazione delle venature del legno. Il verde originale è poi emerso durante il restauro grazie a dei saggi di pulitura effettuati sotto la sorveglianza della Soprintendenza. Di questi saggi sono naturalmente disponibili diverse fotografie.
   Con il recente restauro filologico, autorizzato dalla Soprintendenza con nota n. 8562 del 14/12/1998, si è consentito il corretto riposizionamento dei mantici all’interno della cassa ed il ripristino della configurazione fonico-meccanica originaria.
   Purtroppo le aumentate dimensioni della parte inferiore della cassa non ne consentono più una ricollocazione a sinistra dell’altare e di questo, naturalmente, era stata tempestivamente informata la Curia di Palermo.
   La decisione poi di collocare lo strumento nel piano dell’aula, nel secondo intercolumnio entrando a destra, è stata presa nel rispetto degli spazi antistanti le molte nicchie che ospitano sculture di indubbio interesse artistico e devozionale. Esistono tuttavia moltissimi casi storici in cui l’organo è posto sotto un intercolumnio al centro della navata e quindi lontano dall’altare.
   Si è coscienti del possibile disagio dei fedeli e dell’organista ma la Parrocchia, predisponendo un opportuno sistema di cordoni, riuscirà con successo a separare le panche, occupate dai fedeli, dall’area necessaria all’organista.
   Spero di aver chiarito ogni dubbio ma resto a disposizione per qualunque altra informazione dovesse necessitare.
   Cordiali saluti.

   Sergio Ingoglia
   U.O. XII
   Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali
   Palermo

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