Ustica sape

Per mare in cerca di storia


Anche quest’anno il Centro Studi di Ustica ha organizzato una visita in barca attorno all’isola. Già da tre anni due grandi appassionati di Ustica, il geologo Franco Foresta Martin e l’architetto Mariella Barraco ne guidano la spedizione alla scoperta del territorio e degli aspetti relativi alla sua storia. Il tema scelto per quest’occasione è stato quello dell’acqua, bene prezioso ed indispensabile per la vita, e del suo rapporto con l’uomo.

Il fascino dell’isola ha richiamato molte persone, prevalentemente bambini e adolescenti che, saliti su tre imbarcazioni messe a disposizione da Nino Zanca, Felice Longo e “Usticamare”ed inizialmente scortate dalla Capitaneria di Porto, ieri 16 Agosto hanno effettuato il periplo dell’isola nel tardo pomeriggio.

Di quest’isola, il cui elemento più attraente è l’immensa distesa blu insieme a tutti i suoi tesori, abbiamo scoperto altri fattori di fascino, nonché curiosità. La morfologia del territorio, per esempio, di evidente natura vulcanica, mostra svariati materiali, tra i quali il basalto, le bombe laviche ed il tufo per un’estensione di soli 9 km². E’ impressionante pensare che il punto più alto dell’isola sul monte Guardia del Turco è a quota 240 m, ma al di sotto del livello del mare in alcuni punti il fondale arriva fino a circa 2500 metri di profondità. Relativamente all’evoluzione delle ere geologiche è stato sorprendente scoprire come 100 mila anni fa la zona costiera dove oggi sorge il villaggio dei pescatori fosse completamente sommersa e che col tempo potrebbe nuovamente scomparire sotto il livello del mare, come conseguenza dell’innalzamento della temperatura globale e dello scioglimento dei ghiacciai.

Dei crateri del vulcano usticese solo uno è facilmente visibile all’occhio umano, cioè quel costone di terra che ancora rimane e sul quale si erge, come a sfidare le forze della natura, la Fortezza della Falconiera. 120 mila anni fa esso ha causato un’eruzione vulcanica la cui potenza è stata pari a quella di venti bombe atomiche ed ha quasi totalmente distrutto la barriera corallina che si estendeva attorno all’isola, cambiandone la fisionomia. Su questo versante, all’interno di ciò che rimane dell’antico cratere, l’ambiente naturale si fonde con l’aspetto umano, poiché scopriamo che un tempo vi cresceva un folto bosco di castagni, così intensamente utilizzato dai primi abitanti insediatisi nell’isola in epoca borbonica per le loro costruzioni da farlo scomparire. Fu così che le stesse opere dell’uomo furono impietosamente distrutte dalla furia dell’acqua piovana per lo smottamento del terreno laddove il bosco non le resisteva più. Le vicende umane che sin dalla notte dei tempi si fondono nel rapporto con gli elementi naturali e con l’esigenza imprescindibile di acqua dolce, ci conduce in uno dei punti più suggestivi dell’isola, la Grotta Azzurra. Dopo la cisterna di epoca romana sulla Falconiera, alle prime 44 famiglie, insediatesi sull’isola nel 1759, essa si rivelò la prioritaria fonte di approvvigionamento idrico per le sue infiltrazioni di acqua piovana. Ci stupiamo nel sapere che le donne vi si recavano persino per fare il bucato all’interno di due vasche naturali oggi non più visibili.

Questa e altre curiosità serba in sé quest’isola, insieme ai suoi misteri, e ci auguriamo che l’iniziativa possa ancora divulgarli negli anni a venire, grazie all’amore e ala buona volontà dei suoi organizzatori.

Torniamo a Cala Santa Maria e il nostro sguardo si posa su quelle innumerevoli piante di capperi di cui l’isola è piena e viene spontaneo pensare come tali piante , così tenacemente abbarbicate alle rocce arse dal sole e dal mare, si possano associare alla perseveranza con la quale negli ultimi cinque secoli i più recenti abitanti dell’isola siano riusciti a sopravvivere nonostante la penuria di acqua potabile e a diventare così tanti da dover emigrare in cerca di una vita più agiata.

Antonella Carrubba,

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Da Ustica Franco Foresta Martin

Ottima sintesi, chiara relazione: brava Antonella sei una reporter eccezionale!

Una risposta

  1. Ottima sintesi, chiara relazione: brava Antonella sei una reporter eccezionale!

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