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Piccole isole in crisi: autonomia speciale alle scuole e azzerare i costi di vitto e alloggio per il personale. Le proposte in una lettera al ministro Bianchi

Da Orizzonte Scuola
Di Antonio Fundarò

Due sono le procedure che, in questi anni, per ridimensionare la spesa pubblica (in questo senso importante, auspicabile e da perseguire) hanno costretto, talvolta senza appello, le scuole a subire un dimensionamento da parte degli uffici preposti e, in special modo, proprio dalle Regioni competenti per territorio.

Necessario, dicevamo prima, e indispensabili. Talvolta, si assisteva al perdurare immotivato di duplicazioni di istituzioni scolastiche con un dispendio eccessivo di risorse e, peggio ancora, di denaro pubblico. Transeat in tutti questi casi ma, in taluni casi però, come quello di Ustica sulle prime pagine in questi ultimi giorni, una modificazione della normativa vigente potrebbe agevolare competenti direttori generali nella gestione di casi limiti non previsti nell’eccessiva generalità e astrattezza della norma che, per carità, deve esserlo non dimenticando la realtà di isole piccole e comunità montane troppo lontane dai primi importanti centri abitati o dalla terra ferma come nel caso, per fare un esempio, dell’isola di Ustica, in provincia di Palermo, in questi mesi al centro dell’attenzione mediatica nonostante i tanti interventi efficaci e veloci sia dell’Ambito Territoriale che dell’Ufficio Scolastico Regionale diretto brillantemente dal dott. Stefano Suraniti. Ma prima di analizzare il caso e le proposte, non ultimo la visita della senatrice Loredana Russo (per parlare di organico) vediamo cosa intendiamo per dimensionamento.

Il dimensionamento e le verticalizzazioni

Le due procedure, come scrive in “Dimensionamento e verticalizzazioni” Mario Guglietti per la CISL Scuola “anche se destinate inevitabilmente ad incrociarsi (come di fatto è avvenuto con le ultime “manovre” di contenimento della spesa pubblica), vanno considerate distinte in quanto derivano da una differente fonte giuridico/ordinamentale:

  • dimensionamento delle istituzioni scolastiche (o: riorganizzazione della rete scolastica);
  • “verticalizzazioni” (o, più correttamente: aggregazione – verticale – in Istituti Comprensivi di scuole materne, elementari e medie e – orizzontale – in Istituti di Istruzione Secondaria Superiore di istituti secondari superiori di tipologie e indirizzi diversi (licei, tecnici professionali, ecc.). Ove le caratteristiche orografiche del Territorio non consentono il raggiungimento dei parametri stabiliti dalla Legge, è prevista addirittura l’aggregazione verticale di scuole di ordine e grado diverso (dalla materna alle superiori!)”.

Parametri troppo rigidi

Mentre si richiedono da più parti una correzione in termini più flessibili (parametri numerici meno rigidi e spalmatura nel triennio) della norma alcuni casi indeboliscono, di fatto, le tante speranze di alunni, genitori, docenti e, avanti a tutti, dirigenti scolastici.

Si sono determinate, infatti, come vedremo, a parte le situazioni di soprannumero di DS e DSGA la cui gestione è risultata problematica, imponendo soluzioni e “aggiustamenti, cosa più grave, l’impossibilità di fronteggiare le richieste educative e formative di famiglie sempre più isolate e infelici e di alunni sempre meno fruitori di ore di insegnamento e sempre più spesso inseriti in pluriclassi inspiegabili.

Documento sulle criticità causate: dall’accorpamento del convitto nazionale con Ustica

Con il D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 112 sono state conferite alle Regioni le funzioni di programmazione dell’offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale e di pianificazione della rete scolastica, sulla base dei piani provinciali e nei limiti delle risorse umane e finanziarie disponibili (art. 138). I compiti relativi alla redazione dei piani di organizzazione della rete delle istituzioni scolastiche e per l’istituzione, l’aggregazione, la fusione e la soppressione delle scuole, in attuazione degli strumenti di pianificazione, sono state delegate alle Province, competenti per le scuole secondarie di secondo grado, e ai Comuni, per quanto riguarda gli altri gradi d’istruzione (art, 139).

La Sentenza della Corte Costituzionale n. 200/2009

Le competenze regionali in materia di dimensionamento scolastico sono state confermate dalla Sentenza della Corte Costituzionale n. 200/2009 che ha precluso alle fonti statali d’intervenire direttamente sulla programmazione della rete scolastica regionale.

La legge 56/2014

L’ assetto delle competenze in materia d’istruzione è stato confermato dalla L. n, 56/2014 che individua tra le funzioni fondamentali delle Province/Città Metropolitane “la programmazione provinciale della rete scolastica nel rispetto della programmazione regionale” oltre che “la gestione dell’edilizia scolastica”.

La procedura amministrativa

La procedura amministrativa con cui gli Enti locali interessati esercitano le rispettive competenze riconosciute dal quadro normativo vigente si può riassumere:

  • la Regione detta gli indirizzi di programmazione e i criteri generali per il dimensionamento della rete scolastica e per la programmazione dell’offerta formativa attraverso “Linee guida”.
  • le Commissioni di Distretto Formativo valutano e approvano la nuova offerta formativa del secondo ciclo d’ istruzione; i Comuni interessati e le Commissioni di Distretto Formativo. ove previsto, definiscono le operazioni di dimensionamento scolastico per il loro territorio di riferimento;
  • la Regione approva il piano regionale valutando il rispetto degli indirizzi dettati dalle linee guida delle proposte delle Province/Città Metropolitana e dei Comuni.

I parametri per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche

I parametri per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche sono dettati dal DPR n. 233/1998 nonché dal DPR n. 81/2009.

Criteri per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche autonome

Per quanto riguarda il dimensionamento delle istituzioni scolastiche, tenuto conto che la disposizione introdotta dall’art. I comma 978 L, n. 178 del 30 dicembre 2020 – legge di bilancio per il 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023, che riduce il numero di alunni a 500 unità e a 300 per le istituzioni scolastiche site in piccole isole o in comuni montani – è limitata all’Anno Scolastico 2021/2022, molte regioni hanno ritenuto utile confermare per l’Anno Scolastico 2022/2023 i parametri di riferimento stabiliti dall’art. 4 c. 69 della Legge 12 novembre 2011, n. 183 per l’assegnazione alla scuola di un dirigente titolare e di un direttore dei servizi generali e amministrativi in via esclusiva, fatte salve eventuali nuove disposizioni emanate a livello nazionale in relazione all’andamento dell’emergenza sanitaria e in attesa della determinazione con Accordo in Conferenza Unificata dei criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi e per la sua distribuzione tra le regioni.

Determinazione del dimensionamento scolastico

Tanto premesso, per la determinazione del dimensionamento scolastico per l’A.S. 2022/2023 molte regioni hanno tenuto conto:

  • della consistenza delle sezioni di scuola dell’infanzia, dei plessi di scuola primaria, delle scuole coordinate, delle sezioni annesse o aggregate. delle sezioni staccate di istituti di istruzione secondaria di primo e secondo grado:
  • delle caratteristiche demografiche. orografiche, economiche e socio-culturali dei bacini di utenza di ciascuna sede scolastica, nonché della distanza da scuole con disponibilità di aule che rispettino le norme in materia di sicurezza, dell’agibilità delle vie di comunicazione, dei tempi di percorrenza delle stesse autonomie scolastiche, con attenzione prioritaria alla tutela dei territori dove insistono Aree Interne riconosciute nella Strategia nazionale.

La rete scolastica regionale e il caso di Ustica

La rete scolastica regionale definita con il Plano regionale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche è oggetto di variazioni approvate annualmente con provvedimento di Giunta regionale.

La scuola di Ustica è da anni in uno stato di gravissima difficoltà dovuta all’assenza di personale di ruolo e ai gravi disagi che non rendono per nulla allettante la sede dell’isola. Ciò ha determinato pesanti lesioni del diritto allo studio (perdita di ore di didattica, assenza di continuità didattica e di ampliamento offerta formativa) più volte manifestate dall’utenza. Tali criticità vengono esasperate dall’accorpamento al Convitto Nazionale di Palermo con risvolti negativi anche sul funzionamento del Convitto stesso.

Il documento riporta gli aspetti tecnico normativi che rendono ancor più critica la gestione della scuola di Ustica da parte del Convitto, nonché proposte utili ad affrontare problemi che le norme attualmente in vigore non sono in grado di risolvere.

Il Rettore Giannino scrive al ministro: questi gli aspetti tecnico normativi di evidente criticità

Tra i casi più eclatanti, quello che nelle ultime ore ha visto protagonista il Convitto Nazionale di Palermo, guidato dal Dirigente Scolastico il Rettore Cettina Giannino a capo, da quest’anno, anche della scuola, nella sua complessa articolazione, di Ustica (dall’Infanzia, attraversando Primaria e Secondari di Primo grado, sino alla secondaria di secondo grado con una prima classe del Liceo Scientifico (solo 2 alunni) e 4 classi dell’Istituto Tecnico per il Turismo. Per non parlare delle pluriclassi, in tutti gli ordini di scuola, che di fatto, a regime, renderebbe più complessa la gestione della complessità della nuova organizzazione scolastica.

Due scuole, il Convitto e e l’I.C. DI II Grado “Saveria Profeta di Ustica lontani più di trenta chilometri, il mare a separarli, e un organico incapace di colmare le tante deficienze determinate dalla impossibilità, talvolta di reperire docenti, causa costi eccessivamente elevati per il raggiungimento della sede, per l’alloggio e per tant’altro. Non ultimo l’organico dell’autonomia congiunto che, potrebbe, già da quest’anno determinare una diaspora del personale docente.

Ma la preside Giannino, rettore del Convitto Nazionale “Giovanni Falconi”, attivissima, forte del prezioso sostegno del direttore generale dell’USR Sicilia Stefano Suraniti (una speciale qualità manageriale che lo rende davvero unico tra i dirigenti apicali dello Stato Italiano) e di uno staff dirigenziale impressionantemente attivo, preparato, compatto, decisamente forte della propria esperienza, a seguito dell’incontro avuto con l’assessore regionale alla Pubblica Istruzione, ha deciso di scrivere al ministro dell’Istruzione Bianchi per segnalare, da un alto, le enorme criticità determinatesi per l’accorpamento, e dall’altro, per suggerire soluzioni, anche normative.

La normativa

La legge 15 luglio 2011, n. 111 di conversione del decreto-legge 6 giugno 2011, n. 98 (come modificata dall’art. 4, comma 69, della legge 12 novembre 2011, n. 183), in particolare i commi 5 e 5 bis dell’articolo 19, definisce i criteri per l’individuazione delle Scuole sottodimensionate.

L’art. 12 del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito nella legge 8 novembre 2013, n. 128, che, con riferimento all’art. 19 del d.l. n. 98/2011, viene a modificare i commi 5 e 5 bis e inserisce il comma 5 ter.

Infine, il citato articolo 19, al comma 5, dispone che “alle istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero di alunni inferiore a 600 unità, ridotto fino a 400 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, non possono essere assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato. Le stesse sono conferite in reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome.

Un bel grattacapo per le isole italiane più piccole o piccolissime, che stanno, anno dopo anno, riducendo e addirittura annientando la loro autonomia scolastica ceduta, come prevede al legge, ad istituzioni più grandi, spesso della terra ferma. Ciò con gravi difficoltà organizzative.

La legge di Bilancio 2021

La legge di Bilancio 2021 ha introdotto un’importante novità in tema di dimensionamento scolastico.

Le novità La nuova norma sul dimensionamento scolastico 2021/22 prevede che per avere un proprio dirigente scolastico e un Direttore dei Servizi Generali Amministrativi, le scuole devono raggiungere il numero minimo di 500 studenti, 300 nelle piccole isole e nei comuni montani (attualmente rispettivamente di 600 e 400 studenti).

Aspetti tecnico normativi di evidente criticità

Ma leggiamoli insieme gli aspetti tecnico normativi di evidente criticità:

  • Graduatorie di Istituto uniche, tempi lunghi per convocare ATA e Docenti (oltre alla convocazione dell’USP siamo stati autorizzati il 14 per convocazione da graduatoria d’istituto e siamo arrivate a oltre 350 convocazione).
  • USR Palermo non ha pubblicato le disponibilità di Ustica e l’algoritmo ha assegnato a chi ha indicato Palermo la sede di Ustica.
  • L’algoritmo accorpa 2 scuole di Palermo, ma una è Convitto (Ustica) e alcuni docenti prendono spezzoni distanti più di 30 km, (la normativa fa riferimento alla difficoltà di raggiungibilità per mezzi di trasporto e rete stradale)
  • L’Organico unico ha comportato tante domande di trasferimento da parte dell’organico stabile del Convitto e conseguente ricorso da parte dei genitori al Convitto in quanto si è concretizzato il rischio di perdere la continuità dei docenti punto forte per anni del convitto
    Assistenti amministrativi 18 e non (17+4), collaboratori scolastici 50 e non (47+8)
  • Costi di manutenzione alti del Convitto per la sede di Ustica dove non si trovano manutentori.
  • Medico competente: costi maggiori e personale di Ustica perde l’intera giornata per andare a visita.
  • RSPP: costi maggiori.
  • Costi di trasporto per inviare materiale di consumo e altro ad Ustica.
  • Sovraccarico lavoro di segreteria (stress lavoro correlato)
  • Difficoltà a trovare personale amministrativo e collaboratori scolastici per il convitto in quanto gli ultimi in graduatoria rischiano di andare a Ustica
  • Una realtà complessa qual è il convitto non può gestire un’altra realtà complessa, il convitto è un h 24 che è stato penalizzato su organico con un carico di lavoro in più a fronte di personale in meno, fondi inferiori a fronte di costi aumentati
  • Assenza di manutenzione straordinaria e ordinaria da parte degli Enti preposti
    Proposta di consegna del nuovo immobile assegnato alla scuola dell’infanzia, senza avere ad oggi ancora la documentazione tecnico amministrativa con particolare riferimento a quella sulla sicurezza
  • Difficoltà ad offrire un ampliamento dell’offerta formativa senza personale né possibilità di reperimento esperti interni o esterni
  • Supplenze brevi impossibili da reperire con conseguente interruzione dell’ordinaria attività didattica
  • Ricorsi dei docenti riguardanti aspetti tecnici come, ad esempio, l’istituzione di un nuovo indirizzo di studio ( liceo scientifico e chiusura a regime del turismo ), ciò ha comportato che i docenti non fossero consapevoli di poter andare su Ustica
  • Natura giuridica diversa delle due Istituzioni con tutte le conseguenze che ne comporta non solo dal punto di vista amministrativo
  • Assenza di una rete tra il comune, imprese e associazioni del territorio
  • Passaggi burocratici e gestione amministrativa
  • Blocco della funzione SIDI fino al 21 settembre che ha reso impossibile anche la convocazione di incarichi e supplenze di qualsiasi natura.

Le sopra elencate criticità sono vissute dalla comunità scolastica da anni senza soluzioni e sono state più volte formalizzate agli organi competenti.

Proposte di soluzioni per le criticità della DS Giannino

Accanto alle criticità il dirigente scolastico professoressa Cettina Giannino propone come risolvere queste criticità, suggerendo anche intervento normativi:

  • Autonomia speciale alle scuole delle piccole isole e maggiori finanziamenti per la gestione del trasferimento del personale, il loro pernottamento e i pasti in apposite mense, anche private
  • Scorporo, nel caso specifico, di Ustica dal Convitto dando autonomia alle isole
  • Azzerare i costi di vitto e alloggio a Ustica per tutto il personale non residente
  • Dare precedenza, in casi di urgenza, per le supplenze sia annuali che brevi ai residenti con particolare graduatorie di istituto e alle Mad dando priorità in entrambe le graduatorie ai residenti
  • Proposta formalizzata di mantenimento di organici separati nel caso di accorpamenti di Istituzioni distanti o in situazioni geografiche particolari
  • Trasformazione di spezzoni orari in cattedre intere utilizzando le ore in eccedenza su progetti di recupero degli apprendimenti e per garantire il diritto allo studio ( si ricorda che a causa di eventi meteo marini avversi il personale non può raggiungere l’isola )
  • Obbligo di un minimo di 3 anni in cambio di incentivi ( validità ai fini pensionistici, aumenti economici)per il personale a tempo determinato
  • Occorre un vero organico funzionale anche per l’ampliamento dell’offerta formativa e per l’attivazione di PON e POR
  • Un ascolto attento, con questionari e sondaggi per le famiglie e studenti finalizzato a raccogliere i bisogni dell’utenza dimostrabili con oggettività
  • Attivare un sistema di valutazione con un focus di attenzione per il recupero delle competenze anche alla luce dell’emergenza covid
  • Il presente documento è stato concertato con l’utenza di Ustica ove la stessa ha sottolineato l’urgenza della soluzione alle problematiche con legge o con deroghe alle stesse
  • Protocolli di intesa tra Convitto, Ustica e Regione per progetti, vitto e alloggio, etc.

Cosa è cambiato per i genitori da quando sono stati accorpati i due istituti?

La professoressa Giannino, anche in questo caso, evidenzia i tanti, forse troppi, cambiamenti a cui devono sottostare i genitori:

  • Non hanno un contatto in presenza con la segreteria, tutto avviene telefonicamente e spesso, vista la complessità del funzionamento della scuola nella quale sono stati accorpati, difficoltà risolvibili in tempi brevi sul posto, diventano attese.
  • Tutti i tempi si sono allungati perché vi sono passaggi in più;
  • Per il Convitto il DS, il DSGA, RLS, RSU;
  • Per la comunità di Ustica i genitori rappresentanti di classe.

Che serve

La discussione sul dimensionamento scolastico, sulle scuole senza docenti nelle isole, per alcune settimane e, talvolta, di più, e sulle pluriclassi, purtroppo, non è nuova nella nostra comunità scolastica italiana; è stato sempre più evidente che il problema sarebbe peggiorato con il passare degli anni, dato il calo delle nascite e data la mancata gestione a tutti i livelli dei conseguenti e urgenti aspetti organizzativi, specialmente per le piccole, piccolissime, talvolta, isole italiane.

Affinché possa trionfare, sempre e comunque, la scuola è bene che il Governo, molto attento, in questi ultimi anni, ai temi delicatissimi, del diritto allo studio provveda a ripristinare alcuni privilegi per gli insegnanti delle piccole isole e predisponga presto autonomismi specialissimi per queste scuole.

La soluzione e le soluzioni

In queste ore il rettore professoressa Cettina Giannino, dirigente scolastico del Convitto Nazionale “Giovanni Falcone” di Palermo, ha incontrato l’onorevole Vittoria Casa si sta occupando, a livello di Parlamento, del caso Ustica e anche dei convitti realtà di eccellenza spesso dimenticate che rimangono, ancora oggi, i fari più lucenti del sistema scolastico italiano. Congiuntamente ha incontrato l’on. Roberto Lagalla, assessore regionale all’Istruzione per definire con lo stesso quali percorsi può porre in essere la Regione Siciliana per incrementare i finanziamenti a favore di queste scuole isolane e per rendere meno pesante, economicamente, per i docenti, scegliere realtà scolastiche poste sulle isole.

Fonte: Orizzonte Scuola

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