Ustica sape

Riceviamo e pubblichiamo – 9 anni fa oggi…


Spett.le USTICA SAPE
c.a. Signor Pietro Bertucci

Nove anni fa, di sera, intorno alle 22, era una calda serata d’agosto, forse non così calda come oggi ma abbastanza da spingere tutti, adulti, giovani e ragazzini, a cercare di stare vicino al mare il più a lungo possibile, a chiacchierare, a bere qualcosa di fresco, ad ingannare il tempo che- invece- continuava – com’è sua abitudine tuttora…-a scorrere inesorabile.

Ed allora un gruppo di ragazzini decise di fare qualcosa di diverso: c’era quell’auto, ferma da cinque giorni, aperta, con le chiavi nell’aletta parasole…perchè non metterla in moto ed andare a fare un giro?

Due giovani vite spezzate nel giro di pochi minuti, sott’acqua non riusciamo a starci a lungo, la zona era al buio, la sera era senza luna e l’auto si era rovesciata cadendo in acqua, facendo perdere l’orientamento ai due ragazzini rimasti a bordo durante la manovra.

Non avevo mai voluto parlarne perchè il processo è ancora in corso e non volevo ferire i sentimenti nè dei familiari nè di colui che- dalla procura della repubblica, non certo dalle parti offese- è stato ritenuto unico responsabile di quanto accaduto per non aver reso più sicuro quello spazio di porto, quello sottostante al moderno bianchissimo “cretto di Burri” eretto ad imperitura memoria di come l’uomo possa stravolgere la natura se le istituzioni glielo consentono.

Adesso, dopo nove anni, il dolore si è troppo incrostato anzichè sciogliersi ed il processo ha visto definire l’andamento dei fatti in modo irreversibile. La cassazione potrà intervenire solo sulla responsabilità o meno del sindaco dell’epoca, non certo sulla ricostruzione dei fatti, avvenuta con un’istruttoria certosina ed approfondita da parte del Tribunale, totalmente recepita anche se non nelle conclusioni giuridiche dalla Corte d’Appello.

Il rapporto parti civili – imputato è stato esemplare, nonostante l’evidente conflitto tra le posizioni lo svolgimento del processo è stato correttissimo, sia per le persone fisiche  delle parti civili e dell’imputato sia per l’estrema correttezza e signorilità della difesa dell’imputato. Cito solo quella perchè la difesa delle parti civili è stato mio compito e non spetta certamente a me dare un giudizio sul mio operato.

Vorrei aggiungere che sia io che i miei assistiti abbiamo sempre avuto presente che l’unico imputato- il sindaco dell’epoca- fosse stato individuato dalla procura quale parafulmine di tutta una serie di inadempienze e di negligenze non sue a cui, sul finire di un decennio di sindacatura, non aveva saputo porre un argine.

Molto più gravi, probabilmente, le colpe di chi nulla aveva fatto per mettere in sicurezza il porto, sicurezza che, a tutt’oggi, dopo altre due sindacature, ancora non si vede od almeno non è stata ancora completata.

Ricordo che ancora nel 2013 qualcuno rivendicava l’assoluta libertà di accesso al porto a qualsiasi ora del giorno e della notte, perchè quello “è la porta di ingresso delle nostre case”.

Giusto : ma era così complicato mettere in sicurezza questa porta d’ingresso? era così complicato prendere sul serio il codice della strada, i divieti di sosta, il DIVIETO DI LASCIARE UN’AUTOVETTURA ACCESSIBILE SU UN’AREA PUBBLICA ED ADDIRITTURA CON LA CHIAVE D’ACCENSIONE ALL’INTERNO? Ancora anni dopo, un “titolare di auto a noleggio con autista” locale  non riusciva a capacitarsi del perchè avessero preso la multa al proprietario dell’auto “ma allora non si può neanche lasciare l’auto aperta?” no, non si può. Non si può perchè l’auto aperta può diventare uno strumento di morte, così com’è avvenuto; non si può lasciare “la porta di casa” ( rectius:il porto) aperta sempre, senza luce e senza protezioni.

Non si possono fare tante cose, astrattamente possibili ma potenzialmente pericolosissime e non si fanno  perchè esiste il principio di precauzione, delineato all’art. 191 del trattato sul funzionamento dell’unione europea ( ex art. 174 ) che aldilà delle questioni strettamente ambientali, deve spingere le amministrazioni a non fare o a non consentire che si faccia tutto ciò che è potenzialmente pericoloso.

Al di là del diritto degli albergatori usticesi di accaparrarsi al porto i turisti arrivati sull’isola senza prenotazione alberghiera (ma quanti mai saranno?)  c’è il diritto di tutti quanti a vivere in sicurezza.

Nove anni fa un gruppo di minorenni ha fatto una ragazzata ma i minorenni hanno diritto di farle le ragazzate… sono gli adulti che devono prevederle ed impedire che abbiano conseguenze letali per loro e per gli altri.

Qualcuno ha avuto il cattivo gusto di addebitare ai genitori la responsabilità di non averli tenuti a casa. Questa affermazione è fuori dal mondo, proprio per l’estrema libertà che sull’isola, rispetto ad una città, si respira(va). Certamente sarebbe stato strano che dei ragazzini si recassero al porto di Palermo da soli, non di notte perchè chiudeva pure nel secolo scorso ma ricordo che nel pomeriggio, quando si entrava tranquillamente col motorino od in bici, era già pieno di soggetti da cui sarebbe bene stare lontani. Ad Ustica no. Bastava semplicemente rispettare – o far rispettare- i provvedimenti della delegazione di spiaggia e le regole del codice della strada ed il principio di prevenzione sarebbe stato attuato.

La comunità usticese ha bisogno di metabolizzare questa circostanza, non deve rimuoverla come un ricordo fastidioso da addebitare a ragazzini discoli o, peggio, a genitori distratti: è tutta la comunità che è stata – ed in parte lo è ancora- distratta su questi ed altri semplici principi da fare propri per vivere serenamente ed in armonia.

Per questo invito da queste pagine l’amministrazione comunale a farsi promotrice oltre che di ogni iniziativa ritenuta idonea, direttamente e presso le autorità competenti, per la definitiva messa in sicurezza del porto, anche dell’installazione sul luogo della disgrazia di una targa con una scritta a ricordo della tragedia ed a monito per il futuro, qualcosa come A BARTOLO e FEDI 9 agosto 2012 perchè mai più possa accadere per ignavia degli adulti .

Con questa o con altra dicitura sono pronto ad acquistarla io questa targa, se il comune mi darà questa disponibilità

Questo non lenirà il dolore di chi si è visto strappare una giovane vita ma starà a significare che l’isola- tutta l’isola- avrà capito.

E si potrà tentare una riconciliazione.

Ciao Maria Teresa, ciao Domenico. Vi voglio bene.

Francesco Menallo

 

 

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