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Riceviamo e pubblichiamo – Cosa è la lista civettà? – un modo per far passare normali elezioni che in realtà non lo sono.


“A volte, grazie alla legge elettorale italiana, un soggetto portatore di interessi generali potrebbe diventare Sindaco di una qualsiasi cittadina utilizzando una “lista civetta”, ossia una compagine avversaria creata sostanzialmente ad arte per permettere di raggiungere il quorum. Nei Comuni sotto i 15 mila abitanti, infatti, in caso di presentazione di una lista unica, al voto si dovrebbero recare il 51% dei residenti, una circostanza pressoché impossibile da verificarsi visto che spesso nella maggior parte dei nostri comuni la maggior parte dei residenti vive altrove e non rientra – solitamente – per le elezioni comunali. La “lista civetta” eviterebbe così il problema (ed anche se a votare non si dovesse recare la maggioranza degli aventi diritto al voto) verrebbe eletto Sindaco il candidato che eventualmente otterrebbe più voti. In questo modo (magari anche attraverso un accordo “sottobanco” con l’avversario) si farebbero passare per “normali”, elezioni che in realtà non lo sono. E’ una procedura articolata quella delle “liste civetta” che però è ormai divenuta una prassi regolare (tanto antipatica quanto efficace) soprattutto per chi la pone in essere al fine di di ottenere “sportivamente” e con “fair-play” la tanto ambita vittoria. A fare chiarezza sulle “liste civetta” c’è stata negli anni scorsi una sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana , la 298 del 2011, che è intervenuta relativamente al ricorso in appello n. 1357 del 2010 proposto da alcuni elettori della città siciliana di Ribera contro Comune, Consiglio comunale e la Sottocommissione Elettorale Circondariale, mettendo in luce come: “non esiste alcuna norma dell’ordinamento, nazionale o isolano, che vieti la presentazione di liste civetta”. “La presentazione di una lista è un atto giuridico la cui validità non poggia sul merito delle relative motivazioni. Infatti, non a caso, gli organi preposti alla verifica dell’ammissibilità di una lista compiono un controllo formale ed estrinseco sulla documentazione di corredo (rispetto dei termini, completezza degli atti e delle modalità previste), ma non sono tenuti a valutare le ragioni che sorreggono la presentazione di una lista e un sindacato psicologico di questo tipo è precluso anche al giudice amministrativo”. “Se si operasse diversamente si introdurrebbe, nella materia, un controllo giuridico del tutto arbitrario, poiché, per la sua intrinseca ed elevata discrezionalità, esso si porrebbe sicuramente in contrasto sia con il diritto di elettorato passivo, costituzionalmente garantito a ogni cittadino, sia con il principio della libertà di scelta dell’elettore sia, più in generale, con l’espressione della sovranità in cui si concreta ogni manifestazione di voto del corpo elettorale”. “La presentazione di una lista civetta, ossia di una lista creata al fine di conseguire alcuni esiti della votazione in virtù del concreto atteggiarsi del metodo elettorale seguito, appartiene all’area dell’irrilevante giuridico, giacché l’eventuale sanzione del tentativo di piegare i meccanismi elettorali allo scopo del raggiungimento di determinati esiti può manifestarsi soltanto sul piano politico e si concreta, in sostanza, nella “punizione” che, in termini di voti, può infliggere lo stesso corpo elettorale alla singola lista civetta o alla coalizione di partiti che se ne sia avvalsa”. Non condivido questo meccanismo della lista “civetta”, non mi piace, puzza di bruciato. Ritengo che in comuni dove è forte la presenza della criminalità organizzata (tra l’altro accertata dal Governo che ha provveduto a sciogliere una miriade di consigli comunali), con il sistema delle liste “civetta” ci sia davvero il rischio che poche persone possano ritrovarsi sedute attorno ad un tavolo (accordate come una chitarra) per pianificare e magari “simulare” elezioni che tutto possono essere tranne che considerate come “vere”. In realtà, com’è facile prevederlo, si è già deciso tutto “a monte” con la designazione di attori principali, semplici comparse, vincitori e vinti. Qualcuno mi potrebbe dire che questo è il gioco della democrazia? Ad una domanda del genere risponderei così: “evviva la democrazia, evviva, soprattutto, le “liste civetta”.”

Antonio Tassone-ecodellalocride

Una risposta

  1. “Se il cittadino non si occupa di politica, la politica si occuperà di lui”. Si vergognino i candidati -tutti- e tutti coloro che, per mero spirito di protagonismo, senza uno straccio di idea su come fronteggiare una situazione difficile, hanno pensato tardivamente, rifiutando ogni confronto propositivo, di abborracciare un tentativo di presenza alternativa. Il nulla non si contrasta col niente. Colpevoli tutti quanti degli ulteriori guasti futuri.

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