Ustica sape

Siremar: a rischio i collegamenti con le isole minori siciliane


[ id=13143 w=320 h=240 float=left] La crisi dell’azienda del gruppo Tirrenia potrebbe avere gravi conseguenze sul turismo in Sicilia. Mezzi sporchi, obsoleti e in costante ritardo non sono il biglietto da visita ideale per una regione che potrebbe fare del turismo il suo volano economico…

PALERMO – Il futuro della Siremar, azienda appartenente al gruppo Tirrenia, ora più incerto che mai, rischia di compromettere il turismo siciliano in cui si registrano da tempo continui disservizi dovuti ai pesanti tagli dei finanziamenti regionali, legati soprattutto ai trasporti da e per le isole minori. Ripetute sospensioni, mezzi sporchi e obsoleti e costanti ritardi di corse, unitamente alle “tariffe capestro” applicate ai non residenti, mettono seriamente in forse il settore che costituisce, se non l’unica, la maggiore risorsa economica della Sicilia. E le imbarcazioni rischiano di non salpare dai porti proprio quando i turisti si apprestano a trascorrere le proprie vacanze in una delle isole minori del Sud Italia. Senza considerare che il malumore causato dal caos della Siremar coinvolge direttamente anche gli operatori economici delle piccole isole e gli oltre 500 dipendenti della società.

REGIONE SENZA SOLDI – La situazione, purtroppo, non sembra possa sbloccarsi in tempi brevi. La compagnia regionale Siremar è infatti ancora in amministrazione controllata, dopo che nei giorni scorsi il Tar del Lazio ha accolto per «illegittimo aiuto di Stato» il ricorso presentato dalla Società Navigazione Siciliana (Ustica Lines e Caronte&Tourist) contro la proposta di acquisto di Serimar da parte della Compagnia delle Isole di cui la Regione Sicilia è azionista di minoranza. La Regione, dal canto suo, afferma di non avere più soldi, e il risultato sono questi drastici tagli ai collegamenti ad opera delle compagnie marittime.

PROTESTE DALLE ISOLE MINORI – Intanto da Ustica, dove è già stata soppressa la linea che la collegava a Napoli, Favignana e Trapani, sono partite le prime proteste. Centinaia i manifestanti che, armati di cartelloni e striscioni, si sono appostati davanti all’attracco della nave Antonello da Messina proveniente da Palermo. Anche gli abitanti, compresi i sindaci, e gli operatori economici delle isole Eolie, Egadi, Pantelleria e Lampedusa hanno deciso di dare il via alle proteste, sperando fino all’ultimo di poter salvare in qualche modo la stagione turistica.

TURISMO A RISCHIO – «I tagli – ha dichiarato Frances Barraco, operatrice turistica – causeranno un calo delle presenze stimabile nel 30%». Dal 28 luglio si fermerà anche il traghetto Ro-Ro che trasporta rifiuti e merci pericolose. «Siamo consapevoli – dice il sindaco di Favignana, Lucio Antinoro – che i tagli nei trasporti sono un colpo mortale per il nostro arcipelago. Non possiamo restare a guardare e chiediamo con forza che vengano trovate soluzioni immediate che rispettino sia il diritto alla mobilità della popolazione residente che l’accesso ai turisti, sui quali si basa la larga parte della nostra economia».

Matilde Geraci
Fonte: il vostro quotidiano

 

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