Ustica sape

Incondizionata stima nei confronti del Comandante Bertolini


 

Gentile “MARINAIO” Bertolini,

Ella e’ l’ultima persona che avevo in mente nel mio intervento relativo a disservizi nei collegamenti tra USTICA e PALERMO. Come ho gia’ avuto modo di scrivere la mia stima nei suoi confronti  e’ sempre stata totale. Tempo fa commentando un Suo intervento di soccorso nei confronti di un’imbarcazione in difficolta’ nei pressi di Ustica, se la memoria non mi tradisce, ebbi a scrivere che nella circostanza Ella si era comportato da vero uomo di mare, quindi MARINAIO, assistendo molto professionalmente l’imbarcazione senza ricerca di visibilita’ ma solo nel rispetto della legge del mare. Ricordo che qualcuno con eccesso di enfasi voleva farne un eroe ma Lei rifiuto’ quel ruolo richiamandosi al suo dovere e onore di Marinaio. In tante circostanze ho sottolineato l’impegno che Ella insieme ai suoi uomini efficientissimi e assai “vicini” ai passeggeri, che nei momenti difficili abbisognano di assistenza in particolare gli usticesi da sempre timorosi quando le onde si fanno sentire.

Mi sono un po’ arrabbiato sabato scorso quando in Agenzia alle 11,45 ho scoperto che la nave sarebbe partita alle 12. Alla mia richiesta di chiedere un quarto d’ora di tolleranza l’agente gentilmente mi rispose che avrebbe tentato ma non me ne poteva dare certezza di accoglimento. Avevo assoluto bisogno di partire con la nave per un impegno assunto con persone che erano a bordo. Sono riuscito, per una serie di circostanze favorevoli ad arrivare alla partenza con i miei 4 bypass agitatissimi. Le porte di accesso ai ponti erano gia’ chiuse e non sapevo come accedere al piano superiore. Ho ricevuto assistenza da un portuale.

Nessuna pretesa di considerarmi esperto ma in circa settanta anni di andirivieni ho imparato che una nave all’ancora con due cime a poppa se parte dopo 15′ non succede nulla anche perche’ il vento era debole il mare poco mosso, quello stesso pomeriggio l’aliscafo da PALERMO ha viaggiato regolarmente.

Per concludere, caro Comandante Giuseppe, il comandante Bello come dice mia moglie, con tranquillita’ dall’alto dei nostri 51 anni di matrimonio. Piuttosto si ricordi che forse da piu’ di due anni ci siamo promessi un pranzetto, nella mia casa di Ustica, insieme a Sua moglie, che gradiremmo conoscere e alla quale saremmo lieti di regalare una CIKAS del nostro giardino. (privilegio riservato solo agli amici).

Con ancora piu’ stima di prima

Angelo e Fiorella Longo

 

Tre domande a…Giuseppe Bertolini da Mario Oddo


(Terza Domanda)

D) Comandante, nel suo “lungo corso” Palermo-Ustica e ritorno ritengo ne abbia visto e sentito di tutti i colori. Probabilmente come si dice in questi casi … potrebbe “scrivere un libro” e forse non è escluso che lo farà. Nel frattempo ci può anticipare qualche aneddoto, qualche curioso episodio vissuto a bordo, qualche emergenza, difficoltà o situazione che si è trovato a dovere affrontare alle volte a fatica alle volte col sorriso sulle labbra? E per finire non una domanda ma nella speranza di non apparirle indiscreto mi tolga una curiosità: come ogni lavoratore che si rispetti Lei fruirà quanto prima delle meritate ferie estive; non mi dica che le trascorrerà … al mare !?

 

R) Il Lungo Corso è ben diverso, fui costretto a lasciarlo per gravi motivi familiari circa tre anni fa; la tratta Palermo-Ustica la definirei più correttamente come “Piccolo Cabotaggio” e che comunque si è dimostrato non scevro d’insidie. Ne convengo sulla grande quantità di aneddoti da raccontare, ma sull’eventualità di scrive addirittura un libro certamente no, lascerò questo fardello a “colleghi” di ben altro spessore morale e professionale che sicuramente di cose interessanti ne avrebbero tante da raccontare (vedi Schet…o)……

Ad ogni modo sono due gli episodi che rimarranno indelebili nella mia mente, due episodi aventi un epilogo diverso e che hanno lasciato per la commozione generata, un profondo segno nell’anima.

Il primo ha avuto luogo il 13 ottobre 2010, quando tornando a Palermo da Ustica, in condizioni meteo marine tutt’altro che favorevoli, trovammo a poche miglia da Capo Gallo il corpo senza vita di un uomo disperso in mare da circa una settimana. In quei momenti i sentimenti che si rincorrevano a bordo erano di angoscia e frustrazione per non averlo trovato ancora in vita, ma restò la magra consolazione di aver consentito alla famiglia di poter avere restituito dal mare il corpo del loro congiunto.

Il secondo episodio è più recente e risale a circa un anno fa e precisamente al 13 aprile 2011. Anche in questa circostanza le condizioni del mare erano pessime e nel viaggio da Palermo ad Ustica, venimmo precettati dalla Capitaneria di Porto per prendere parte ad un’operazione di ricerca e salvataggio di una imbarcazione a vela affetta da un’avaria e colta da un fortunale.

Giunti nell’area delle operazioni, capimmo subito che se avessimo azzardato qualunque tentativo di rimorchio, i nostri idrogetti avrebbe messo a repentaglio la vita dei due velisti francesi imbarcati, restammo al loro fianco e suggerimmo quindi l’intervento di un’imbarcazione a propulsione convenzionale. E’ grazie alla sinergia con il motopesca Topone, comandato dal grande Angelo Caminita, dalla grande perizia nautica del Comandante Baiata della Delegazione di Spiaggia di Ustica che si imbarcò sul Topone ed infine dalla grande professionalità degli uomini della Sala Operativa di Compamare Palermo che coordinarono gli interventi, che questa avventura si concluse felicemente e senza conseguenze per i due velisti, i quali ripresero pochi giorni dopo la loro traversata.

In merito alle mie ferie……purtroppo anche quest’anno niente tuffi! Alla meglio tanti bagni…ma di sudore! Ho sfruttato il mio periodo di riposo nel bimestre Gennaio/Febbraio e salvo diverse disposizioni della Società, sarò con Voi ad Ustica.

Per fine Ottobre sto organizzando però, dopo una piccola vacanza nella mia Favignana, un viaggio Coast to Coast negli Stati Uniti, attraversando on the road la mitica Route 66.

 

Tre domande a… Giuseppe Bertolini da Mario Oddo


Seconda Domanda

D) Rivolgo la seconda domanda non al Comandante ma all’ex campione di vela mondiale. Nella speranza che questa manifestazione possa un giorno essere realizzata nell’Isola oltre che per l’evento sportivo anche per l’indubbio ritorno d’immagine che ne deriverebbe, l’essere in grado di affrontare la complessa organizzazione logistica è condizione necessaria perchè questo sport possa essere ospitato. Come organizzerebbe gli spazi del nostro centro velico e quali competizioni agonistiche a suo modo di vedere Ustica potrebbe accogliere in relazione anche alle vantaggiose condizioni climatiche in grado di offrire ?

R) Beh! Questa domanda non riesco a nascondere che suscita in me grande emozione perché mi riporta alla mente, meravigliose esperienze sportive rappresentate da tanti successi ma anche da diverse sconfitte che hanno caratterizzato gli anni della mia infanzia e della mia adolescenza. Per questa ragione sarebbe splendido se qualche bambino usticese avesse un giorno la stessa fortuna che ho avuto io e magari trovarsi a far parte di un equipaggio di Coppa America, Vendée Globe o perché no, anche alle Olimpiadi. Ma affinchè tutto ciò possa realizzarsi e non rimanere semplicemente un sogno, è necessario sottoporsi a continui allenamenti e sacrifici, ma è altrettanto necessario che il singolo atleta riceva supporto e assistenza attraverso una struttura bene organizzata. A tale scopo, il centro velico di Ustica, se affidato a dei professionisti, potrebbe giocare un ruolo chiave.

Ho avuto qualche mese fa l’opportunità di visitare i locali in questione e non ci vuole certo un esperto per comprendere la grande potenzialità di questi spazi. All’interno di essi dovrebbero sorgere una palestra con sala attrezzi, una veleria per piccole riparazioni e modifiche, un’aula briefing, una piccola officina riparazioni e chiaramente agli uffici amministrativi. Sarebbe inoltre interessante ipotizzare la realizzazione di una guest house, che consentirebbe di ospitare atleti provenienti da altri circoli e con i quali confrontarsi in vista delle regate.

Per fare ciò i locali disponibili sono anche troppo generosi considerando la grandezza della struttura. Pertanto si potrebbe optare per una razionale suddivisione dell’impianto che veda come coinquilini i pescatori, vero patrimonio di questa comunità e oggi sempre più bisognosi di un luogo dove ricoverare le loro attrezzature. Come ricompensa, i pescatori potrebbero mettere a disposizione dei ragazzi il loro grande bagaglio di esperienza marinara ed insegnare loro i segreti del mare usticese come ad esempio il gioco delle correnti superficiali sottocosta e i punti ove è maggiore il vento catabatico sul versante sud dell’isola; tutti elementi di tattica che se opportunamente sfruttati posso costituire l’arma segreta per vincere le competizioni. Infine su quale tipologia di competizioni ospitare, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta anche se mi permetterei di suggerire quelle di Match Race da disputare con monotipi di ogni classe, dalle Olimpiche ai Maxi, non trascurando le barche d’epoca che con il loro immutato fascino, richiamano centinaia di turisti appassionati soprattutto nei mesi ESTIVI…………..…

Buon vento a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

 

 

 

 

Tre domande a… Giuseppe Bertolini da Mario Oddo


Prima domanda

D) Comandante, il problema che più di ogni altro la Comunità usticese si aspetta che venga portato finalmente a soluzione è quello del porto. Dal suo personale punto di vista “tecnico” o se preferisce, dall’alto della sua esperienza, quale la soluzione al problema che suggerirebbe riferita alle strutture esistenti e quale ipotizza la più ideale per il porto che ci auguriamo al più presto verrà ?

R) Egr. Dott. Oddo,

sono onorato di fare la Sua conoscenza, anche se virtuale. Sono altresì lusingato dell’attenzione che mi riserva ponendomi queste domande, alle quali sarò felice di rispondere nei limiti delle mie modeste possibilità.

Quello del porto e della portualità in genere è un delicato argomento del quale si è discusso in maniera più che esaustiva durante gli scorsi mesi invernali; molto, se non tutto è stato già detto ma correndo il rischio di apparire come un oratore ripetitivo, proverò a focalizzare quelli che a mio avviso sono i punti cardine da rinforzare.

Allo stato attuale, Ustica non possiede un porto bensì un approdo di II classe, ciò significa che fino a quando non si procederà alla sua messa in sicurezza, non potranno essere sviluppati tutti quei servizi essenziali che rendono un PORTO degno di tale nome e che sono vitali affinché l’economia dell’isola possa trovare un nuovo slancio.

Tuttavia qualche piccolo intervento può essere realizzato anche con risorse finanziarie più che esigue! Ad esempio realizzerei un gazebo da adibire a “Info Point” da collocare in prossimità delle banchine commerciali. Così facendo, il turista che si reca sull’isola per la prima volta, oltre ad essere accolto con il tipico ed affabile calore usticese, verrebbe subito informato e consigliato sui luoghi da visitare, sui mezzi di trasporto da utilizzare e tanto altro ancora.

Abbellirei la banchina Sailem con fioriere rigogliose di piante e fiori colorati; istallerei non meno di 4 WC chimici portatili di cui almeno uno dotato degli elementi utili alla fruizione per i soggetti diversamente abili; realizzerei una condotta idrica in prossimità della banchina Barresi per alimentare delle docce a gettoni che verrebbero certamente utilizzate dai sub e non solo ….potrei continuare ancora a lungo, ma credo che di carne a cuocere ce ne sia già abbastanza.

Di più ampio respiro sarebbero invece le soluzioni da adottare nel nuovo porto, tante da scrive un trattato sulle opere marittime del II millennio ma mi limiterò a fare solamente un paio di esempi. Riposizionerei la pompa di distribuzione carburante (per le sole imbarcazioni), in un luogo dove le unità con pescaggio elevato possano rifornirsi in sicurezza e doterei quindi la nuova stazione di bunkeraggio con tutti quegli strumenti atti a prevenire e contenere eventuali fenomeni di sversamento in mare di idrocarburi, destinerei inoltre il nuovo braccio di sopraflutto, all’attracco delle unità commerciali in modo tale da lasciare completamente libera la banchina Sailem che potrebbe essere facilmente equipaggiata con moderne colonnine che forniscano corrente elettrica, acqua e connessione internet…..in altre parole potrebbe nascere un moderno ed esclusivo Yacht Club che costituirebbe un volano economico di primaria importanza che se connesso ad altre realtà imprenditoriali già presenti sul territorio, garantirebbe turismo ed occupazione tutto l’anno. Infatti molti armatori italiani ed esteri cercano già da diversi anni, dei marina attrezzati nel sud Italia per far svernare le loro imbarcazioni, questi gioielli che per loro natura hanno bisogno di continue manutenzioni.

Per concludere, mi auguro per l’amore che nutro nei confronti di questa isola e dei suoi abitanti che in un futuro non troppo lontano le idee suggerite possano trovare il favore di chi potrà far sì che diventino realtà.

 

 

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