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INVASIONE DI COLOMBACCI E CONIGLI, STRAGE DI SEMI E RACCOLTI A USTICA


COLDIRETTI SICILIA: PERSO FINO AL 100% DELLE PRODUZIONI, TERRITORI A RISCHIO
Ad Ustica l’agricoltura rischia di scomparire a causa dei colombacci e dei conigli che mangiano sia i semi sia i pochi raccolti che riescono a salvarsi dopo il loro passaggio con perdite che raggiungono il 100%, di fatto vanificando un intero anno di lavoro.
È l’allarme di Coldiretti Sicilia che chiede un intervento immediato di tutte le istituzioni preposte per una soluzione che permetta agli agricoltori di continuare a vivere del loro lavoro. Ad Ustica – afferma Coldiretti Sicilia – si produce la famosa la famosa lenticchia, grano, ortaggi ma già in molti hanno abbandonato i terreni perché i ricavi sono annullati.
Il rischio – prosegue Coldiretti Sicilia – è che l’isola si spopoli perchè nonostante gli investimenti non è possibile andare avanti con una fauna che prolifera in maniera vertiginosa. Non è la prima volta che si chiedono interventi – sottolinea ancora Coldiretti Sicilia – ma di fatto non ci sono state soluzioni adeguate.
L’Ispra e il corpo forestale in passato hanno già fatto dei sopralluoghi a cui non è seguito nulla – conclude Coldiretti Sicilia – ed è davvero paradossale che si trascuri una realtà produttiva così importante.

Colombacci, un altro importante problema per Ustica


Vi prego. Salvatemi dall’assalto dei colombacci che hanno preso definitivamente possesso della pineta che mio padre 45 anni fa piantò in prossimità di casa mia e che con le sue vaste fronde ne sovrasta la terrazza, fino a qualche anno fa fonte di rilassante frescura, luogo in cui si vivevano momenti di intensa vita familiare e sociale e che, ora, é totalmente precluso ad ogni forma di utilizzo che non sia un rapido e rischioso passaggio per uscire da casa.

La ragione? Quei benedetti o ……. colombacci che, nutrendosi abbondantemente delle colture agricole usticesi seriamente compromesse dalla loro insaziabile voracità, riposano placidamente sui rami dei miei pini da dove, digerita la scorribanda agricola, scaricano sulla mia terrazza padellate di guano nero larghe una decina di cm., adesive al punto che occorre una paletta metallica per rimuoverle. Tutto ciò, intendiamoci, rientra in un ciclo assolutamente naturale. Se i colombacci ci sono devono mangiare e, seguendo un corretto ritmo fisiologico, devono anche rilasciare i propri liquami digestivi.

Ma perché io non posso avere alcun mezzo per indurli a far ciò altrove? In aperta campagna, per esempio?

Dal cane o dal gatto accetteremmo che scacazzassero per casa senza qualche sana lezioncina di educazione?

Ai colombacci non si può impartire.

Oddio, il sistema ci sarebbe. Non per gli amici animalisti di cui posso apprezzare le buone intenzioni, per i quali l’unico sistema consentibile credo sia quello di subire con naturalistica e certosina pazienza una ormai intollerabile invadenza.

Se poi dovesse capitare l’incidente, una bella saponata in testa ed un cambio d’abito e tutto si risolve.

Ma non sarebbe logico ed ecologicamente valido un intervento istituzionale che sulla base di serie valutazioni scientifiche limitasse o, meglio, razionalizzasse la presenza di tali volatili? È amore verso gli animali far prevalere il disordine ambientale ad una pacifica convivenza “uomo-animale”?

Tutto ciò che vive va protetto e tutelato ma con il limite della corretta reciprocità e sostenibilità. Perché si interferisce lecitamente sulla crescita e la diffusione invasiva delle piante di cui si limita la presenza con la potatura se non con il taglio controllato e ciò non può essere attuato per le specie animali divenute portatrici di squilibrio ambientale?

È pacifico che non sto agitando il mio personale, particolare problema ma quello di quanti, coltivatori agricoli in prima linea, ne soffrono ogni conseguenza anche economicamente negativa.

Mi chiedo. Cosa penserebbero gli amici ambientalisti, dei quali pure apprezzo le buone intenzioni, se, non potendo risolvere il problema animalista con il metodo ovviamente arcaico e fortemente deprecabile di una sana fucilata di avvertimento, ipotizzassi di abbattere i pini eletti dai miei colombacci abituale luogo di sosta e deiezione? Che potrei, cosi, rimettermi igienicamente e salutisticamente al fresco della mia terrazza?

Sergio Fisco

Agricoltori di Ustica riuniti in assemblea dichiarano lo stato di agitazione per l’enorme presenza di conigli e colombacci


Oggi si sono riuniti i coltivatori di Ustica. Motivo dell’incontro, l’enorme presenza in loco di conigli e colombacci con conseguenti danni alle culture, già presenti in larga scala. Alla fine della seduta è stato dichiarato lo stato di agitazione. Verranno valutati nei prossimi giorni altre possibili iniziative.

La foto mostra un campo seminato in autunno con grano, in contrada Tramontana, dopo l’intervento dei conigli e dei colombacci. Dalla foto, scattata oggi, sembra che abbia avuto l’intervento della motozappa.

Dice un agricoltore locale: –  “ditemi come si fa a fare agricoltura ad Ustica se quanto si semina viene mangiato da colombacci e conigli?”

 

Ustica, Richiesta sopralluogo ed intervento tecnico – Danni all’agricoltura – Piccioni e colomb

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