Ustica sape

Marilene Robershaw Manfrè alle prese un una zucchina (cucuzza) Californiana


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“Testa che non parla si chiama cucuzza”


Gentile sig. Caminita,

Davide, se me lo permetti, visto che siamo più o meno coetanei; non mi permetterei mai di rimproverare nessuno, specialmente gli abitanti di quel piccolo paradiso che è, o almeno che dovrebbe essere, Ustica. Il mio tono è provocatorio per deformazione professionale; mi spiego: a me hanno insegnato che “ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”; nel vostro caso dovrebbe essere: ad una domanda corrisponde una risposta. Ma io vedo, e mi duole, credimi, che i “burattinai” fanno un gioco al massacro e nessuno reagisce. Vi raccontano tante bugie e voi non vi agitate. Vi tirano via i turisti, vi danno una benzina ad un prezzo assurdo, non vi garantiscono di poter tornare a casa se siete andati in ospedale a Palermo, nè un servizio efficiente di bus nè strade adeguate, nè derattizzazioni, c’è la leishmaniosi… e potrei andare avanti così per tutti gli argomenti che mi vengono in mente. Ma gli usticesi, concretamente, cosa stanno facendo? Io sono provocatorio perchè mi fa male dal profondo del cuore vedere il posto che amo e dove vorrei passare ogni estate, distrutto in nome degli “affari” di pochi. Chi si muove? Si muove solo chi ha interessi. Quelli evidenti sono i diving, ma ovviamente non ci saranno solo loro, ci sarà anche chi smuove interessi molto più grossi. E questi interessi, al momento, vogliono che tutto stia fermo. Amico mio (perchè tale reputo ogni usticese, compreso quel vigliacco che lo scorso inverno ha rubato l’autoradio dalla mia macchina), le cose vanno male, vanno peggio di quanto sembra. Io non sono lì, sono qui…. e qui lotto OGNI GIORNO per far valere i miei interessi. Se vuoi sapere in che termini lotto, avrò il piacere di raccontartelo “a voce”, Pietro ti darà il numero del mio cellulare. Non ti rimprovero, non VI rimprovero. Però credo che le cose non vengono da sole, nè vengono regalate, specialmente in un momento difficile come questo. Allora le mie “provocazioni” non vogliono essere critiche, ma inviti a “lottare”, a far valere le proprie ragioni, a non rassegnarsi MAI. Non so se a Ustica ci sia questo “detto”, ma dalle mie parti si dice: “testa che non parla si chiama cucuzza!”. Io le cose le dico, nel mio interesse. E voi DOVETE dirle, nel vostro. Fatevi coraggio e fatevi sentire.

Marco Daricello