In merito ad un commento del titolare di Ustica Sape,”Ustica: quali criteri verranno adottati per la formazione delle liste elettorali?” esprimo un mio personale pensiero sulla questione. Condivido molte cose espresse da Pietro Bertucci riportate in un post di alcuni giorni fa, ma su una cosa non sono d’accordo ed è il fatto di mettere tutti sullo stesso piano. Coinvolgere un numero più ampio possibile di persone che devono decidere sul futuro del nostro paese, aprire un dibattito schietto lavorando per la costruzione di una lista con gente che ha voglia di governare la nostra isola, partire dal basso e soprattutto spronare i giovani che hanno mente e idee fresche da mettere a disposizione di tutta la comunità, questo è il mio pensiero.
Tutto alla luce del sole ascoltando le istanze della gente,non mi piacciono gli accentratori, quanti vorrebbero decidere motu proprio sono la peggiore espressione della politica, è lì la sottile differenza caro Pietro io non farei di tutta l’erba un fascio non diresti la verità.
Giovanni tacco
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Giovanni,
io credo di aver scritto le stesse cose che, per aiutare a ricordare, di seguito riporto.
Nemmeno a me piacciono gli “accentratori” che io chiamo “capi”…
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“Ustica: quali criteri verranno adottati per la formazione delle liste elettorali
È la domanda che da più parti e con molta insistenza viene posta in questi giorni: Quali criteri verranno adottati ad Ustica per la formazione delle liste elettorali e se ci saranno volti nuovi. Purtroppo, finora, la regola adottata dai “capi” di turno è stata quella di scegliere i candidati basandosi esclusivamente sulla quantità di voti che il candidato si presumeva potesse ottenere (parentela, “comparato”… ecc.) In questo modo la capacità tecnica, che è essenziale per poter amministrare un Comune, è stata fortemente penalizzata a favore della “capacità di consensi”; non è stato sufficiente, quindi, riempire il recipiente se poi all’interno c’era solo acqua piovana. Per cambiare in meglio è necessario attingere elementi idonei ad un simile compito che abbiano destrezza, attitudine, tanto tempo a disposizione e soprattutto siano sensibili alle problematiche del paese e non ad “altri motivi” che escono dagli obiettivi che le esigenze del benessere collettivo pongono. L’imparzialità (l’onestà la diamo per scontata) è un altro attributo da prendere in seria considerazione, perché la “capacità” di un amministratore, specie in un piccolo comune come il nostro, implica anche che questi sia particolarmente imparziale. Quindi, coloro che hanno a cuore le sorti di Ustica (i “capi” per intenderci) devono evitare la competizione conflittuale, perché soltanto un gruppo coeso su pochi punti ben definiti a priori, con il necessario coinvolgimento dei giovani, in un’Isola unita, potrà assumere, svolgere, guidare con gradualità e sicurezza, le importanti iniziative di rilancio e di sviluppo di cui appunto l’Isola ha urgente bisogno. Se al contrario ci troveremo ancora di fronte a casi di cattiva gestione, allora non è solo colpa di chi non è in grado di amministrare, ma anche di chi, nella consapevolezza di tale incapacità, non ha fatto nulla per impedirlo e/o evitarlo! Noi faremo del nostro meglio per far sì che questi segnali diventino, prima o poi, realtà.
Pietro Bertucci
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COMMENTO
Da Palermo Francesco Menallo
Condivido totalmente le considerazioni del Sig. Pietro Bertucci e mi permetto di aggiungere, di mio, che la partecipazione alla vita dell’Italia ( e di Ustica) “per gruppi”, “famiglie”, “schieramenti ideologici” è stata la causa principale dell’attuale declino. Quello che stiamo vivendo adesso è un momento storico di vero e proprio Risorgimento, per necessità, vivaddio, ma di Risorgimento. Il Bene Comune dovrà tornare ad essere un ideale condiviso…….ed i ladri, i malfattori in genere e gli incapaci torneranno a chiamarsi col loro nome a prescindere dalle appartenenze e dalle protezioni. Ad Ustica o dovunque il Destino vorrà, in qualsiasi condizione, è a questo Risorgimento che spero di partecipare nel tempo che mi resta da vivere.
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